Mattino: torna a Vollaro la villa
confiscata. È scoop o bufala?

IL MATTINO HA aperto il 2007 con uno scoop: torna al Califfo, all’anagrafe Luigi Vollaro, la reggia di trenta stanze che abitava a San Sebastiano al Vesuvio perché i giudici, dopo averla sequestrata, hanno dimenticato di chiederne la confisca.
Il 4 gennaio il richiamo della notizia è sulla prima di cronaca, con un titolo a

tutta pagina all’interno: “Sequestro dimenticato / la villa tornerà al boss”, e un catenaccio “Il tribunale non chiede la confisca. L’avvocato: sarà restituita a Vollaro”. A corredo del servizio un’intervista al ministro della Giustizia Clemente Mastella, che assicura: “Una sconfitta


Clemente Mastella, Mario Orfeo e Claudio Scamardella

dello Stato, non lo permetterò” e annuncia “provvedimenti immediati”; completa l’inchiesta una schedina sulla villa, sul giardino e sul vigneto.
L’autrice degli articoli è Amalia De Simone, una collaboratrice del giornale, il capo della cronaca Giampaolo Longo, in carica dallo scorso novembre come il vice Vittorio Del Tufo, il responsabile del dorso cronache è il redattore capo Claudio Scamardella.
“Trenta stanze, - è l’attacco dell’articolo del Mattino – un porticato che non ha nulla da invidiare alle residenze nobiliari del Miglio d’Oro, un ampio giardino e un florido vigneto alle pendici del Vesuvio. Viale degli Ulivi a San Sebastiano: per anni il quartiere generale del Clan Vollaro. La villa sequestrata per disposizione dell’autorità giudiziaria a metà degli Anni Novanta, tra qualche giorno potrebbe essere restituita alla famiglia del ‘Califfo’ cioè il boss Luigi Vollaro, perché la sezione misure di prevenzione del tribunale dopo il sequestro non ha disposto la confisca del bene. Una distrazione rilevata dal legale di Vollaro, Vittorio Trupiano, che ha immediatamente proposto istanza per la restituzione del bene alla famiglia del camorrista 76enne”.
Ma la villa di viale degli Ulivi sta davvero per essere restituita al Califfo e ai suoi familiari? Ricapitoliamo i passaggi centrali della vicenda.
Con decreto del 10 ottobre 1984 la terza sezione penale del tribunale di Napoli (collegio per l’applicazione delle misure di prevenzione) sequestra il


Carlo Alemi, Lucia La Posta e Vincenzo Lomonte

complesso immobiliare di viale degli Ulivi e il 15 dicembre ’84 ne dispone la confisca: “Di conseguenza- scrivono i giudici – deve ritenersi la sussistenza di indizi più che sufficienti che il terreno sito in San Sebastiano al Vesuvio, su cui si erge una lussuosa

villa del quale egli (Luigi Vollaro, ndr) ha la disponibilità, del valore di circa due miliardi, costituisca il reimpiego di proventi illeciti”. La decisione viene confermata il 17 gennaio del ’90 dalla Corte d’appello di Napoli e ottiene il sigillo della Cassazione il 15 ottobre del 1990.
Ma Vollaro non si rassegna e nel 2002 presenta una istanza per rientrare in possesso della villa. La sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione (il collegio è formato dal presidente Vincenzo Lomonte e dai giudici Paola Faillace e Lucia La Posta, estensore) respinge la richiesta con un decreto depositato il 21 novembre 2003. La corte d’appello il primo luglio 2004 conferma il decreto del tribunale, condannando Vollaro al pagamento delle spese, e il primo febbraio 2005 la Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del Califfo con nuova condanna alle spese.
Il 3 dicembre del 2004 i dirigenti del Demanio consegnano la villa all’allora sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Silvio Carpio. Nel verbale di consegna si dice che l’immobile verrà utilizzato per finalità sociali e si ipotizza una destinazione a “centro di accoglienza diurno e notturno per anziani”.
Di una destinazione diversa parla Giuseppe Capasso, sindaco in carica di San Sebastiano e assessore provinciale. La nuova destinazione sarebbe maturata nei primi giorni dello scorso novembre quando, tornata d’attualità

l’emergenza Napoli, in prefettura il ministro dell’Interno Giuliano Amato ha firmato con Bassolino, Iervolino e Di Palma il Patto per la sicurezza di


Antonio Bassolino, Giuliano Amato, Marco Minniti e Rosa Russo Iervolino
Napoli e provincia. “Tra le iniziative da mettere in cantiere nell’ambito del Patto per la sicurezza – ricorda Capasso – c’è la richiesta avanzata dai vertici dei carabinieri al ministro Amato di avere un’immobile nell’area vesuviana, richiesta accolta destinando all’Arma la villa di Vollaro. Per i lavori di ristrutturazione servono 500mila euro che verranno coperti con fondi della Provincia”.
Nel futuro della villa quindi non ci sono Vollaro e i suoi familiari, ma anziani o carabinieri. Forse Vollaro non ne è ancora convinto e soprattutto non ne è convinto il suo nuovo legale, Vittorio Trupiano; chi invece pensa che sulla confisca certo non si torna indietro è lo staff dei magistrati della sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, di cui fanno parte, con il presidente Mario Cozzi, i giudici Eugenia Del Balzo, Paola Faillace, Giovanna Ceppaluni, Lucia la Posta e Vincenzo Lomonte.
La lettura della paginata del Mattino è stato uno choc, la risposta pacata. Cozzi ha indirizzato una lettere al presidente del tribunale Carlo Alemi per affidargli la smentita delle notizie contenute nell’articolo del Mattino, che hanno gravemente leso l’immagine dell’intero ufficio. Ora bisogna attendere le iniziative di Alemi e l’eventuale confronto tra il presidente del tribunale e il direttore del Mattino Mario Orfeo per verificare se ci sarà una rettifica e se


Giuseppe Capasso, Vittorio Del Tufo, Giampaolo Longo, Antonio Sasso

avrà lo stesso rilievo dato alla notizia, senza escludere iniziative indirizzate ad altri media.
Il 4 gennaio infatti anche il Roma, diretto da Antonio Sasso,

ha pubblicato la notizia della revoca della confisca, ma l’ha relegata senza firma con un taglio medio nell’inserto di cronaca.
“Un giornale dalla storia prestigiosa come il Mattino – si chiede un anziano penalista – può scrivere “sequestro dimenticato”, “atto mancato”, “il tribunale non chiede la confisca” senza verificare la notizia con i ‘responsabili’ di questo ‘disastro giudiziario’? E può, su una notizia ancora da controllare, chiedere un commento al ministro Mastella, che peraltro risponde senza prima documentarsi?”.
Iustitia ha girato le domande all'autrice dell'inchiesta, Amalia De Simone. Ecco la sua risposta: "Ho scritto gli articoli sulla base di un'intervista con l'avvocato Trupiano e dei documenti che mi ha fornito; tra questi, delle visure immobiliari e un'ordinanza del tribunale di sorveglianza di Sassari. Il 22 gennaio ho incontrato il presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi, che mi ha girato le osservazioni fatte dai giudici della sezione per le misure di prevenzione. Sulla scorta del materiale che ho ricevuto da Alemi, nei prossimi giorni il Mattino pubblicherà un articolo".