Rimborsi ultraveloci

Sentite questa: secondo la classifica elaborata dal sito Contribuenti.it, l'Italia ha, modestamente, il primato europeo per la lentezza nei rimborsi fiscali con 8 anni e cinque mesi), seguita dalla Grecia (3 anni e sette mesi), dalla Bulgaria (3 anni e un mese), dalla Romania (2 anni e undici mesi), dal Portogallo, dalla Spagna e Estonia (2 anni e dieci mesi), da Cipro ( 2 anni e sette mesi), dalla Polonia (2 anni e un mese), dalla Francia (un anno e due mesi), da  Regno Unito, Finlandia, Irlanda, Slovacchia e Lituania (un anno), dalla Germania, Paesi Bassi, Slovenia, Repubblica Ceca, Malta e Ungheria (dieci mesi), da Austria, Lettonia, Croazia, Belgio (cinque mesi), dalla Svezia (due mesi). Invece, in Danimarca e Lussemburgo, pianeti della costellazione di Orione, i contribuenti in credito col fisco locale recuperano i soldi versati in eccesso entro un mese.
Ora, a noi italiani creditori andrebbe di lusso se arrivassimo ad eguagliare estoni e lettoni, tuttavia il 2 gennaio, forse per il freddo pungente, abbiamo avuto la sensazione di essere residenti a Copenaghen. La magia è stata possibile grazie ad un titolo nella pagina di Economia del Mattino, i cui redattori erano ancora sotto l'effetto del Brachetto e del trenino di capodanno.
Il titolo recitava Tasse / Rimborsi fiscali / in venti giorni / sul conto corrente. Poi abbiamo letto il servizio: grazie ad un'iniziativa di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate, si by-passeranno le tesorerie provinciali e questo consentirà un risparmio di venti giorni nei tempi di attesa per i rimborsi. Fine dell'illusione: Copenaghen è ancora lontana, noi aspetteremo ancora più di otto anni e il trenino della redazione del Mattino gira allegramente su Orione.

Taddeus Slowacki

Il Mattino del 2 gennaio
 
Ernesto Maria Ruffini