Questa non è la storia di Liù, ma noi abbiamo un sogno: speriamo che il 2018 sia l'anno della consacrazione giornalistica per questo splendido esemplare di pastore tedesco. Liù si è guadagnato per anni l'osso lavorando in Kosovo, dove trovava grazie al proprio fiuto straordinario le bombe sotterrate e a farle disinnescare. Adesso lavora in ospedale, perché si è scoperto che le basta annusare le urine dei pazienti e individuare quelli ammalati di tumore alla prostata (percentuale di diagnosi esatte nel 98% delle sniffate effettuate).
Di Liù e di molti altri personaggi si parla su Repubblica nella settimana che va dal 30 dicembre al 7 gennaio: il 30, a pagina 45 dello Sport, c'è un pezzo riassuntivo del 2017, I cento nomi dell'anno, scritto da Gianni Mura, firma storica del quotidiano diretto da Mario Calabresi, icona del giornalismo italiano ed esperto di enogastronomia. Mura elenca i nomi da ricordare e inserisce l'attore Neri Marcoré, marchigiano che si sta dando molto da fare per risollevare le sorti della propria regione, messa in ginocchio dal terremoto. Marcoré organizza spettacoli gratuiti a cui partecipano, ricorda Mura, cantanti come Fiorella Mannoia, Paola Turci, Francesco De Gregori e Federico Barbarossa, che dopo aver raso al suolo decine di comuni in Piemonte e Lombardia vuole ricostruire le Marche. Ma forse non era Federico ma Luca Barbarossa. Un lapsus, ma Mura è Mura, e i correttori dovrebbero fare i correttori.
Come il 5 gennaio, quando a pagina 9, con la testatina Politica, c'è un prospetto degli imminenti scontri per il rinnovo del Parlamento. A Gallipoli Massimo D'Alema incrocia i guantoni con Teresa Bellanova, presentata come sottosegretario ma in realtà vice ministro allo Sviluppo economico. Il 6, a pagina 41 dello Sport, c'è il servizio di Enrico Currò Figc, l'ora dei signori del voto / Tommasi e Gravina candidati. C'è una foto dell'ex calciatore Danilo Tommasi a supporto del servizio, che nella didascalia diventa Demetrio Albertini, indimenticato centrocampista del Milan.
Infine il 7 il Primo Piano a pagina 6 presenta un servizio sul presidente Usa Donald Trump, che ribadisce di essere molto intelligente, forse addirittura un genio. E se la prende con Steve Bannon, giornalista ed ex stratega della sua campagna presidenziale, che però viene chiamato Steve Banner, un attore americano di medio calibro.
In definitiva niente di epocale, però forse chi legge Repubblica vuol sapere con certezza cosa fa Teresa Bellanova, perchè Bannon fa l'attore, quale sia la faccia di Albertini e perché il fantasma di Federico Barbarossa continua ad agitare le notti dei giornalisti del quotidiano romano.
Per chiudere il cerchio torniamo a Liù, che è simpatica e intelligente, e chissà che non possa tornare utile in via Cristoforo Colombo a Roma, nell'ufficio dei redattori capo centrali di Repubblica o nella stanza dei correttori di bozze. Le si potrebbero far annusare le pagine fresche di stampa per individuare sciatterie, papere e strafalcioni: e Liù potrebbe avere la sensazione di essere di nuovo in Kosovo tra le mine vaganti. |