La censura
delle procure

E NO, QUI c’ è qualcosa da chiarire con Procure e Forze dell’Ordine. Qui di “delega” in “delega” delle Procure a informare la stampa, di velina in velina, stiamo arrivando a una comunicazione da regimi totalitari. “Hanno arrestato un uomo, ma non si sa perché, né dove lo hanno portato”.
18 dicembre 2023: la squadra Mobile di Napoli, diretta da Alfredo Fabbrocini, arresta “due indagati gravemente indiziati dei delitti di tentata estorsione e lesioni personali, aggravati dal metodo mafiosi”. La velina della Questura di Napoli, guidata da Maurizio Agricola, “su

delega del Procuratore della Repubblica di Napoli” informa che i due sono “legati al clan Prinno”. Dunque sono pregiudicati? Molto probabile.  Ma non lo sapremo, e non

Alfredo Fabbrocini e Maria Antonietta Troncone

sapremo i loro nomi, la loro età, gli eventuali precedenti penali, la residenza. Cioè tutti i particolari che rendono interessante per i lettori la notizia, anzi che fanno una notizia.
Passiamo alla Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone e alla Guardia di Finanza. Sempre il 18 dicembre, una velina redatta direttamente dalla Procura – senza “delega” – ci fa sapere dell’arresto di F.V e G.C. “indagate per ricettazione ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento digitale”. Su inquirenti e investigatori, i dettagli non mancano: si è trattato di “un’articolata attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord”, ed “eseguita da personale della Compagnia Pronto impiego della Guardia di Finanza di Aversa”. Sulle donne arrestate, invece, oltre alle iniziali del nome, ci fanno sapere solo che si erano appropriate di circa 13mila euro con prelievi di contante da sportelli bancomat e pagamenti a mezzo pos, “utilizzando carte di debito clonate”. Ma dove? C’è solo un riferimento all’acquisto di biglietti “Gratta&Vinci” in “alcune tabaccherie dell’aversano” e più niente. E quante sono le vittime della truffa? Dove risiedono? Ci sono legami con organizzazioni criminali? Oppure a clonare le carte di debito (procurate come?) erano state F.V. e G.C.? Non lo sapremo, non avremo da mettere in pagina che scarni dettagli.
Ma di fronte a questo muro di reticenza il lavoro del cronista finisce, e le pagine dei giornali sono sempre più povere di notizie, sostituite da

Geppina Landolfo e Ottavio Lucarelli

insulsi comunicati in burocratese nei quali le omissioni impediscono perfino la corretta comprensione dell’accaduto.
L’Ordine dei giornalisti della Campania, presieduto da

Ottavio Lucarelli, ha qualcosa da dire al nuovo Procuratore Nicola Gratteri? E il Sindacato, guidato da Geppina Landolfo, in piazza “contro il bavaglio” del divieto di pubblicazione delle ordinanze prima della pronuncia di un Gip, che cosa pensa della comunicazione delle Procure? Non ci imbavagliano, ma le notizie ce le negano.

Jean de Joinville