"I napoletani puzzano"
"I rumeni sono bestie"

POCO DOPO LE 19,30 di sabato 20 ottobre il big match tra Juventus e Napoli sta per vivere i momenti decisivi: mancano meno di quindici minuti alla fine e l’allenatore dei bianconeri fa entrare in campo due uomini freschi, Martin Cáceres e Paul Pogba, che di lì a pochissimo segneranno i gol decisivi. Negli stessi minuti, con singolare intempestività giornalistica, l’edizione della sera del tg Rai del Piemonte, guidato dal redattore capo centrale Carlo Cerrato, manda in onda un servizio registrato nel pomeriggio dal cronista

Gian Piero Amandola. Astigiano di Nizza Monferrato, cinquantasei anni, professionista dal '94, Amandola pensa che, mentre allo Juve Stadium il match volge al termine, un servizio sul prepartita necessita di sapori forti; quindi via al tifo più becero con microfono


Martin Cáceres (*) e Paul Pogba (**)

aperto ai sostenitori del Napoli per le accuse alla Juve che “ruba” le partite ("la conferma è la Supercoppa disputata ad agosto a Pechino") ed è “la vergogna d’Italia”, e ai tifosi juventini con coretti che invocano il fuoco del Vesuvio. Ad Amandola il piatto sembra ancora scipito e decide di intervenire: al ragazzo siciliano con sciarpa bianconera che spiega “i napoletani sono ovunque, quindi non possiamo dire sud, centro, nord, sono ovunque un po’ come i cinesi” offre un assist, che vorrebbe essere spiritoso ma è soltanto razzista: “li distinguete dalla puzza, con grande signorilità”; seguito dalla tranquilla conferma del tifoso: “molto elegantemente, certo”.


Le reazioni

Amandola, che non è nuovo a servizi a tinte e rumori forti (in redazione ricordano la cronaca della sagra del fagiolo in un comune del Piemonte con intervento sonoro di Bud Spencer), questa volta ha perso il controllo e il servizio va in onda senza che nessuno lo veda. Non lo vede il responsabile della redazione Carlo Cerrato che non è in sede; non lo vede il redattore


Carlo Cerrato (***) e Alberto Sinigaglia (****)

capo di turno, Massimo Mavaracchio.
È una sottovalutazione gravissima della forza d’urto del tifo e della capillarità del web; il risultato è che si scatenano le proteste dei sostenitori del Napoli. Alle 22,30 di domenica sera l’Ansa segnala che il video con le

interviste di Amandola sta circolando a grande velocità su YouTube, su Facebook e sui principali siti dedicati ai tifosi partenopei, con commenti durissimi e persino il sito dei supporter bianconeri, Canale Juve, prende le distanze dal servizio del tg Piemonte.
Un minuto dopo il primo lancio dell’Ansa arriva la dichiarazione del cdr Rai di Torino ed è quasi un autogol: “il tentativo di ironizzare sugli aspetti più beceri del tifo da stadio si è trasformato in una battuta infelice per la quale è giusto chiedere scusa”. Le scuse sono però precedute da una difesa d’ufficio francamente imbarazzante:  “anche il collega protagonista dell'episodio” ha “riconosciuto di essere incorso in un incidente dovuto alla fretta con la quale ha dovuto montare il servizio''. A strettissimo giro ai sindacalisti piemontesi replica Salvatore Lanza, segretario dei Neoborbonici, che annuncia azioni legali: “il giornalista e l’azienda pagati con i soldi dei napoletani risponderanno in tribunale delle loro offese vergognose”.  
Lunedì 22 ottobre le dichiarazioni arrivano a valanga; cominciano il presidente

dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, seguiti qualche ora più tardi da due interventi chiari e netti. L’Ordine dei giornalisti del Piemonte, presieduto da Alberto Sinigaglia, comunica che si occuperà del caso nella seduta del


Luigi De Magistris e Luigi Gubitosi (*****)

consiglio convocata per il giorno successivo e con la segreteria Nina Dabbabbo risponde tempestivamente ai tifosi napoletani che sollecitano provvedimenti disciplinari. E l’iter prevede l’approfondimento del caso sentendo i tre giornalisti della catena di comando (Cerrato, Mavaracchio e il conduttore del tg ‘incriminato’ Gianfranco Bianco), per ascoltare dopo trenta giorni dalla messa in onda del servizio la versione di Amandola.
Il secondo intervento chiaro e netto riguarda i vertici della Rai. Il presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi si scusano “profondamente con tutti i cittadini di Napoli e con tutti gli italiani per l’inqualificabile e vergognoso servizio” e annunciano che “il giornalista è sospeso dal servizio e nei suoi confronti l’azienda ha aperto un procedimento disciplinare”. Sul fronte di viale Mazzini buon ultimo arriva il segretario dell’Usigrai Carlo Verna che, a un mese dal congresso del sindacato dei giornalisti Rai che si terrà a Salerno, non sa bene che pesci pigliare e si unisce “alle scuse del comitato di redazione e dell’azienda”.
Poi c’è il festival delle parole in libertà con interventi di politici, scrittori e giornalisti. Diversi siti titolano “Licenziatelo” e la richiesta di un provvedimento drastico e del tutto sproporzionato nei confronti di Amandola viene sostenuta


Pina Castiello, Mario Landolfi e Angelo Pisani

da centinaia di interventi su Twitter e Facebook e fatta propria dal consigliere del comune di Napoli Carmine Sgambati; la deputata del Pdl Pina Castiello presenta un’interrogazione al

ministro dello Sviluppo Corrado Passera; il leader dell’associazione Noi Consumatori Angelo Pisani annuncia una maxi azione legale nei confronti del cronista piemontese; l’ex ministro Mario Landolfi suggerisce ad Amandola, “ora che avrà più tempo per farlo”, di “sfogliare qualche pagina del libro Cuore del piemontese Edmondo De Amicis” per ritrovare spunti utili “a rafforzare il suo malfermo sentimento nazionale”.


Le "bestie"

Inutile andare avanti con il campionario degli interventi, mentre meritano attenzione le dichiarazioni dei presidenti dell’Ordine nazionale Iacopino e dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli, entrambi tempestivi e duri (e c’è da escludere che il primo sia severo perché calabrese e il secondo perché tifoso dell’Inter). Quando vengono segnalate al presidente dell’Ordine nazionale vicende gravi e gravissime che accadono nelle varie regioni d’Italia la risposta è secca e formale: “gli Ordini regionali sono autonomi, noi siamo istanza di secondo grado”. Nel caso di Amandola invece interviene già domenica sera con un post pubblicato sul suo profilo Facebook per chiedere all’Ordine del Piemonte l’apertura di un procedimento disciplinare. Perché?  
Sulla vicenda della “puzza” Lucarelli usa parole intransigenti : “Bene ha fatto la Rai a sospenderlo. Bene l'Ordine del Piemonte ad avviare la procedura disciplinare nei confronti del giornalista Giampiero Amandola. Non bastano le

scuse, non serve dire di essere dispiaciuto. Le frasi irriguardose di Amandola vanno punite in modo esemplare''. E per fortuna non viene indicata la pena “esemplare”, ma c’è da chiedersi se il Robespierre del lancio Ansa è la stessa persona che in Campania si muove


Enzo Iacopino e Ottavio Lucarelli

con tempi lunghissimi e decisioni interlocutorie anche su vicende che non necessitano di particolari approfondimenti. Ci limitiamo a citare un caso.
Il 31 luglio la Gazzetta di Caserta apre il giornale con un titolo che non ha bisogno di commenti: Omicidio a Parete / Presi due killer / Si tratta di due bestie rumene. Accanto al titolo le foto dei “killer” con didascalia: Ecco le due bestie rumene. Andrebbero condannate alla pena di morte
È un fatto di cronaca nera accaduto in un piccolo centro del Casertano, non ci sono le telecamere della Rai, non si parla di calcio, e non ci sono interventi di Enzo Iacopino, né tanto meno di Ottavio Lucarelli.


(*) Da www.wikipedia.org / (**) Da www.bettingisland.it
(***) Da www.passepartoutfestival.it / (****) Da www.aronanelweb.it
(*****) Da www.gr.rai.it