Strage e rivolta,
e il Tgr non c'è

MARCIA A PIETRELCINA (Benevento); festa del Partito delle libertà con Izzo e Fitto a Telese (Benevento); festa Pdl con Verdini e Gasparri a Telese; festa del Partito democratico alla Mostra d’Oltremare; Fioroni a festa Pd; a Napoli, alla rotonda Diaz, forum sul Mediterraneo del Movimento per l'Autonomia; conferenza stampa dei Radicali; go kart per disabili ad Avellino; concerto di Carlo Faiello alla Fondazione Mondragone a Napoli; Real Sito di Carditello; a Pompei ‘Rinnovamento spirito’, pellegrinaggio di gruppi religiosi per l’Inno a Maria; museo diocesano a largo Donnaregina; convegno di Chirurgia plastica a Salerno; convegno di Odontoiatria a Grottaminarda (Avellino).
Quattordici uscite con l’impiego di quattro giornalisti teleoperatori (Giuseppe Caterino, Claudio Ciccarone, Claudio Della Rocca e Gianni Occhiello) e otto squadre esterne, con cinque redattori già schierati (Adriano Albano, Annalisa Angelone, Massimo Calenda, Pasquale Piscitelli e Gianni Porcelli) e altri da utilizzare per i testi a corredo delle immagini. Questa è la dislocazione delle troupe e dei


Castelvolturno, 18 settembre. Strage di extracomunitari

cronisti della redazione napoletana della Rai decisa dal responsabile dei servizi giornalistici Massimo Milone per il 20 settembre, a ventiquattro ore dalla strage a Castelvolturno con sette morti. Con una micro integrazione: la richiesta a metà mattinata a un service esterno, Mediacom, di fornire immagini della protesta sul litorale domizio.
Questi invece i titoli del 20 settembre dei principali quotidiani italiani: Corriere della sera: spalla alta di prima intitolata ‘Immigrati in rivolta / Ore di guerriglia’ e cinque articoli che occupano la seconda e la terza pagina; la Repubblica: l’apertura di prima pagina intitolata ‘Immigrati in rivolta dopo la strage della camorra’, servizi che coprono per intero le pagine due e tre e un editoriale, ‘Il valore di quelle vite’, firmato da Giuseppe D’Avanzo, seguito dopo due giorni da un lungo articolo ('Lettera a Gomorra tra killer e omertà') di Roberto Saviano.
Come è normale che sia, anche il Mattino apre la prima pagina con “Strage di immigrati, è rivolta’, con un’analisi in prima del magistrato Raffaele Cantone e una serie di servizi alle pagine due, tre e cinque affidati agli inviati Rosaria Capacchione, Lorenzo Calò e Gigi Di Fiore.
Dopo aver visto le scelte dei giornali più prestigiosi, rileggiamo la scaletta delle troupe di Rai Napoli: sei servizi ‘politici’: doppio Pdl, doppio Pd, Radicali e Mpa; tre di cronaca ‘calda’: il sito reale di


Raffaele Cantone e Giuseppe D'Avanzo

Carditello, i go kart irpini e il concerto alla Fondazione Mondragone; tre avvenimenti religiosi (una presenza fissa che andrebbe valorizzata con la testatina di una rubrica): Pompei, Pietrelcina e Donnaregina; due

convegni di medicina (una vera specialità della redazione di Fuorigrotta): uno a Salerno e l'altro a Grottaminarda.
In fondo, l’articolo su come il Tg della Campania (quindi, per chi lo avesse dimenticato, il servizio pubblico) ha seguito la strage e le proteste degli immigrati di colore sul litorale domizio potrebbe anche fermarsi qui. Ma forse non è inutile aggiungere qualche altro elemento di riflessione.
Alla richiesta di Iustitia di spiegare perché a Castelvolturno né la sera della strage, né il 19 e il 20 settembre, in occasione della rivolta di gruppi della comunità di extracomunitari africani che abitano lungo il litorale domizio, non fosse presente nessun inviato della redazione napoletana, il direttore della Tgr Angela Buttiglione, da cui Napoli dipende, ha scelto di non rispondere.
Eppure sul litorale domizio, dopo la strage, erano arrivati gli inviati di tutte le testate Rai: Laura Mambelli per il Tg1, Daniela Orsello per il Tg2, Fabrizio Feo e Romolo Sticchi per il Tg3, Giancarlo Rossi per

Gr1 e Gr2, mentre il tg della Campania ha coperto il massacro e la rivolta con i servizi realizzati in redazione dall’inviato di cronaca nera Massimo Ravel, che è uscito dalla sede Rai di Fuorigrotta soltanto il 20 settembre per seguire a Caserta la


Rosaria Capacchione, Lorenzo Calò e Gigi Di Fiore

conferenza stampa convocata dai carabinieri per fare il punto sulle indagini. E sulla scena della strage un redattore in carne e ossa di via Marconi, Ettore De Lorenzo, è comparso soltanto domenica 21 settembre.   
Silente Angela Buttiglione, presente invece il fratello Rocco nel tg Campania del 20 settembre: a Pompei, per il pellegrinaggio dedicato a ‘l’Inno a Maria’ era stato spedito un teleoperatore che aveva cercato e non trovato il vice presidente della Camera; forse Buttiglione sarà arrivato tardi a Pompei, comunque nel servizio andato in onda c’era una sua foto recuperata nell’archivio Rai dalla redattrice che ha firmato la notizia.
E su Castelvolturno non si sono sentite voci neanche nelle stanze di via Marconi. Il comitato di redazione (Gilly Castellano, Pellegrino Genovese e Massimo Ravel) non si avventura sul terreno scivoloso della qualità del prodotto e l’esigua pattuglia di professionisti più avvertiti è ormai convinta dell’inutilità di qualsiasi iniziativa.
“In redazione – dice uno degli anziani – c’è una larga maggioranza allineata ai voleri del capo, quindi va così. Del resto non vedo sponde con cui dialogare: il direttore della Tgr non mi sembra attenta a come viene svolto il lavoro in Campania; il vice direttore Pierluigi Camilli


Rocco Buttiglione, Ettore De Lorenzo e Romolo Sticchi

insegna, con Milone, a Napoli, al master di Giornalismo del Suor Orsola Benincasa; sul sindacato meglio tacere. Aggiungo che non ho mai considerato i politici interlocutori privilegiati di chi fa il nostro lavoro. Ma anche chi invece li ritiene, o li riteneva in

anni ormai lontani, sponde utili per sollevare questioni importanti come la selezione delle notizie e la qualità della copertura offerta dal servizio pubblico, oggi vede nei partiti solo macerie, con piccoli uomini che non si esporrebbero mai con critiche pur di non mettere a rischio una dichiarazione o una foto al tgr”.