Giovedì 16 settembre sul Roma viene data con grande evidenza la notizia "Donna cade dalla barella e muore", firmata dal cronista Claudio Silvestri.
Il 17 settembre c’è il primo scoop di Ansa Napoli, la redazione guidata da Mario Zaccaria. Non lo firma un redattore, ma una collaboratrice, Titti Beneduce (sigla YBY). La notizia del primo lancio è "Cade dalla barella e muore". Soltanto nei lanci successivi c'è qualche novità nelle parole del figlio della donna che non era stato ancora intervistato. Non vengono riprese altre notizie già messe in pagina dai quotidiani napoletani come l'inchiesta interna dell'ospedale Cardarelli.
Intanto, il 17 sempre sul Roma, era già uscito un seguito: "Barella killer, indagine su 3 reparti". Il giorno successivo tutti i quotidiani dedicano ampio spazio alla notizia. Titti Beneduce firma un'apertura sul Corriere, Giuseppe Del Bello fa la stessa cosa su Repubblica, il cronista del Mattino non ha il coraggio di firmare il pezzo e lo sigla con un dignitoso RedCro (Redazione Cronaca).
Ma non finisce qui. Il 23 settembre in cronaca il Roma, a pagina 6, pubblica un nuovo capitolo della vicenda: “Barella killer al Cardarelli, 15 indagati”. Il Mattino incassa il "buco", ma il giorno successivo (24 settembre) senza firma riprende la notizia (pagina 43) con il titolo "Giù dalla barella, muore in ospedale: 15 indagati". Ansa Napoli dà la notizia alle 15,37, sempre siglato YBY: "Cade dalla barella e muore a Napoli, 15 avvisi di garanzia".
Riflessioni. La prima. Sono i giornali a dover fornire notizie alla redazione Ansa di Napoli o è l'agenzia che deve fornire notizie fresche ai giornali? La seconda. Almeno i graduati (Cerulo, Del Preite e Tortora) e i redattori dell'agenzia dovrebbero leggere i giornali?
La terza. Se riprende una notizia già pubblicata la più importante agenzia italiana dovrebbe almeno citare la fonte, soprattutto se si tratta di un abbonato? |