I nomi degli indagati
I destinatari di misura cautelare in carcere nell'ambito dell'indagine della procura di Napoli sul gruppo neonazista Ordine di Hagal sono Maurizio Ammendola, Michele Rinaldi, Massimiliano Mariano e Giampaolo Testa. Ha l'obbligo di dimora Fabio Colarossi. A incastrarli sono state le intercettazioni, dalle quali è emerso anche un quadro inquietante. Testa stava progettando un attentato a una caserma dei carabinieri, mentre un complice voleva far esplodere una bomba in un centro commerciale.
L'uomo ora è in Ucraina dove sta combattendo la guerra contro la Russia. Le comunicazioni avvenivano in genere su Telegram. Ed è proprio in chat criptate, segrete che venivano lanciate teorie negazioniste della Shoah, ma non solo quelle, venivano illustrate ai proseliti.
A capo del gruppo neonazista e negazionista denominato Ordine di Hagal c'erano Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, rispettivamente di 42 e 48 anni. Il primo era il presidente e e il secondo il vice presidente dell'Ordine. Nei loro confronti gli investigatori ipotizzano una lunga serie di reati.
"Il numero di 6 milioni (i morti ebrei provocati dal genocidio nazista, ndr.) è solo un numero della Kabala ebraica e uno straordinario raggiro e alibi per poter dominare senza ostacoli la cultura e l'economia mondiale grazie ad essa", scrivevano sul sito.
In un articolo pubblicato sul web, del 25 marzo 2021 l'autore spaccia il vaccino contro il Sars-Cov-2 come una terapia genica sperimentale: "Vaccinarsi significa accettare una modifica del proprio Dna irreversibile e perpetua". Gli inquirenti ritengono che le teorie no vax erano in realtà un modo per far avvicinare quante più persone alle teorie neonaziste di cui erano sostenitori.
Progettavano un attentato alla caserma dei carabinieri
La caserma dei carabinieri presa di mira dalla cellula neonazista con base a Marigliano, nel Napoletano, scoperta da una indagine della procura di Napoli nata nel 2019, era proprio quella di Marigliano. "Solo una volontà dichiarata, mai seguita da una condotta attiva", spiega Antonio Bocelli, dirigente della Digos partenopea.
Bocelli sottolinea che "non si tratta di una cellula isolata. L'Ordine di Hagal ha fatto tanta propaganda usando Telegram con un canale denominato Protocollo4 che aveva tanti iscritti. Tanti li abbiamo già identificati".Per entrare nell'Ordine era necessario fare un giuramento, un rito iniziatico, che dava accesso al primo dei cinque livelli in cui era organizzato, "in maniera verticistica e con una forte compartimentazione sia verso l'esterno che internamente".
L'obiettivo era quello di propagandare essenzialmente ideologia nazista, contro la religione ebraica, negazione della shoa finalizzata al sovvertimento dell'ordine democratico.
"Le perquisizioni di oggi partono da una prima parte dell'indagine che nasce nel 2019 e seguono altre perquisizioni, trenta, fatte a maggio e ottobre 2021 - racconta Bocelli - proprio dalle intercettazioni è emerso che alcuni membri hanno partecipato a corsi di addestramento di combattimento corpo a corpo, in particolare usando la tecnica del Krav maga, e anche addestramento all'uso delle armi, sia corte che lunghe".
Per questo avevano anche ottenuto dei diplomi facendo corsi all'estero, ed erano molto preparati da un punto di vista fisico, tanto che volevano anche organizzare corsi di sopravvivenza estrema, ma non ci sono riusciti per motivi di natura logistica.
"Nessun collegamento con Casapound e Forza nuova", esplicita il dirigente della Digos partenopea. Nelle perquisizioni trovate e sequestrate armi bianche, pistole replica, e materiale come libri su Mussolini, Hitler, il suprematismo bianco, oltre che bandiere e foto evocative.
Il rito di iniziazione si ispirava agli dei del Valhalla e al pantheon nordico. L'Ordine si autofinanziava perché i proseliti versavano delle quote. Una decina di altre persone sono indagate, e probabilmente altri nomi verranno fuori dalle perquisizioni. |