Il Casalese, il 700
torna a Carlo Alemi

AVANZA LENTAMENTE il giudizio con rito d’urgenza promosso da Giovanni Cosentino per chiedere il sequestro e la distruzione del libro ‘il Casalese’, biografia del fratello Nicola, e un risarcimento danni di un milione e 200mila euro. Il 26 aprile il giudice del tribunale civile di Napoli Anna Giorgia Carbone ha depositato un’ordinanza di cinque pagine nelle quali “dichiara che la domanda proposta (da Sergio Carlino, Mario De Bellis

e Carlo Ciaccia, legali di Cosentino, ndr) ha ad oggetto una materia che non rientra fra gli affari assegnati alla Sezione specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale e dispone la trasmissione degli atti al presidente del tribunale per le decisioni di sua


Carlo Alemi e Pietro Valente

competenza in ordine all’assegnazione del fascicolo”. Traduzione: la mia sezione non è competente e toccherà ora al presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi designare il magistrato che se ne occuperà. Il giudice Carbone ha accolto la prima delle quattro eccezioni sollevate dall’avvocato Marino Maffei, difensore di Pietro Valente, l’editore della Cento Autori che ha pubblicato ‘il Casalese’. Di conseguenza il giudizio avviato il 28 febbraio da Giovanni Cosentino, dopo le udienze del 5 e del 24 aprile, riparte da zero.
Nelle settimane che hanno preceduto la prima udienza gli avvocati di Cosentino sono stati iperattivi, partecipando anche alle conferenze stampa in difesa del libro promosse a Napoli nella sede dell’Ordine dei giornalisti il 27 marzo e a Roma, alla Federazione della stampa, il 29 marzo. Ma l’offensiva dello staff di Giovanni Cosentino contro l’editore, lo stampatore (il titolare della Data Print), i giornalisti che firmano il libro (Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto, Corrado Castiglione, Giuseppe Crimaldi, Antonio Di Costanzo, Luisa Maradei, Peppe Papa, Ciro Pellegrino e Vincenzo Senatore) e l’autore della post fazione Gianni Cerchia, ha prodotto soltanto due risultati: un’interrogazione indirizzata al presidente del consiglio Mario


Massimiliano Amato e Pina Picierno

Monti sottoscritta il 29 marzo da tredici parlamentari: Francesco Barbato, Augusto Di Stanislao, Ignazio Messina, Antonio Palagiano e Pierfelice Zazzera dell’Italia dei valori; Giuseppe Giulietti, del Gruppo misto; Aldo Di Biagio,

Fabio Granata e Angela Napoli, di Futuro e libertà; Laura Garavini, Stefano Graziano, Pina Picierno e Andrea Sarubbi del PD; la lettera di scuse indirizzata da uno degli autori, Massimiliano Amato, a un altro dei fratelli Cosentino, Palmiro, per alcune inesattezze contenute nel suo capitolo, con l’impegno a rimediare sin dalla prossima edizione del libro.