(5 ottobre 2002) Napoli - Il falso onorevole, Gaetano Buonomo, ha ricevuto una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari Silvana Gentile. Ha confermato pedissequamente la richiesta del pubblico ministero Vincenzo Piscitelli che ha ottenuto l'arresto anche di Girolamo Catena, avvocato di fiducia del Buonomo, mentre per gli altri presunti partecipanti alla organizzazione truffaldina sono stati concessi gli arresti domiciliari a Mario Troncone. I reati ipotizzati sono di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento, millantato credito, falso, corruzione e rivelazione del segreto d'ufficio. Tutta l'organizzazione è stata messa su per fregare un po' di quattrini ad ignari giovani desiderosi di un posto di lavoro. Tutto organizzato nei minimi dettagli, creando ad arte delle vere e proprie "scuole di preparazione" per essere assunti in importantissime società di telecomunicazioni, tra le quali Telecom, Omnitel, Wind e Blu. E per rendere ancora più credibile ai giovani che il posto di lavoro sarebbe comunque arrivato al termine del corso, si organizzavano incontri in uffici particolari, dando la possibilità agli aspiranti di avere un colloquio con un "falso" funzionario di una delle società più importanti della telefonia mobile. Pagavano per il posto la non modica cifra di 15.000 euro, poco meno di 30 milioni delle vecchie lire. A mettere nei guai il Buonomo sono state le indagini svolte nel luglio del 2001 dagli agenti della polizia di Stato di Ischia, che lo fermarono in via Francesco Buonocore mentre era tranquillamente disteso sulla spiaggia a prendere il sole. I sospetti delle forze dell'ordine si incentrarono sulla circostanza che Gaetano Buonomo aveva l'abitudine di muoversi per le strade dell'isola a bordo di una Alfa 166, di colore blu con lampeggiante sempre acceso per ottenere sempre strada dagli altri automobilisti. Questa circostanza è stata l'elemento che ha insospettito i poliziotti. Ad accompagnare il Buonomo nella trasferta isolana, tale Stefano Salmeri, che fungeva da autista e da guardia del corpo. Sul parabrezza, la paletta con tanto di scritta "Ministero dell'Interno - Polizia di Stato". L'auto in questione era ferma quando giunsero i poliziotti. Allora si avvicinò il Salmeri, che chiese spiegazioni e con aria adirata disse che quella era la macchina dell'onorevole, il quale si era allontanato in spiaggia. Invitato ad andarlo a chiamare, dopo diverse resistenze, il falso onorevole giunse. Durante la discussione entrambi i soggetti non seppero dare delle spiegazioni, tanto che i poliziotti decisero di invitarli negli uffici di via Delle Terme per ulteriori accertamenti. Il dato che subito è balzato agli occhi degli investigatori è che il Buonomo si qualificò solo di essere parlamentare, ma non mostrò mai il tesserino. L'altro, invece, credette al racconto del parlamentare. La situazione si incasinò talmente che entrambi furono tratti in arresto e trasferiti nel carcere di Poggioreale per possesso illegale di paletta appartenente al ministero degli Interni, la cui matricola era stata cancellata, ricettazione, usurpazione di titoli e altro. Contestualmente la polizia eseguì una serie di perquisizioni nell'albergo ove dimorava stabilmente il Buonomo, rinvenendo in quella circostanza, come riferiamo precisamente in altri servizi, diverse somme di denaro in contante, assegni e altre utilità importanti per la sua "presentazione" agli umili cittadini. L'altra perquisizione venne eseguita in una villa che presa in fitto a Forio e che veniva utilizzata dal Salmeri. In quest'ultimo caso l'esito fu negativo. Nella richiesta di convalida e di emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, il pubblico ministero Vincenzo Piscitelli all'epoca ritenne di richiedere la misura più grave, proprio in considerazione del fatto che "si è qualificato parlamentare del Ccd, partito rappresentato nella compagine di governo e quindi verosimilmente in grado di incidere nella rappresentazione offertane ai terzi, sulle decisioni promesse; alla documentazione sequestrata nella disponibilità dei due e che analiticamente fa presumere per la sua natura (fogli, notizie su appartenenti alle forze dell'ordine, fogli in bianco della camera dei deputati, documenti vari del Ccd e di Alleanza Nazionale, ecc., nonché assegni e ricevute di versamenti bancari) la spendita al fine di profitto delle false attribuzioni esibite anche agli operanti". Questa la breve cronistoria di cui è stato protagonista Gaetano Buonomo, che nello spazio di un anno e qualche mese è ritornato ad occupare un posto in una cella di Poggioreale. |