I lanci dell'Ansa
sulla 'assoluzione'

Berlusconi: intervista Esposito, "assolto" Il Mattino
Giudice aveva citato quotidiano dopo intervista su sentenza
(ANSA) - NAPOLI, 25 GENNAIO - Il Tribunale di Napoli (quarta sezione civile) ha respinto la richiesta di condanna per diffamazione proposta da Antonio Esposito, presidente titolare della Seconda sezione penale della Corte di Cassazione, contro il direttore de "Il Mattino", Alessandro
Barbano
, la società editrice e il giornalista Antonio Manzo per l'intervista allo stesso Esposito pubblicata all'indomani della sentenza di Cassazione, che confermava la condanna di Silvio Berlusconi nel cosiddetto processo "Mediaset".(ANSA).
PO 25-GENNAIO-17 16:51

Berlusconi: intervista Esposito; giudice,vero fatto riportato
(V.'Berlusconi: intervista Esposito, "assolto" ...delle 16,51)
(ANSA) - NAPOLI, 25 GENNAIO -  "Il fatto riportato nell'articolo era vero". Con questa motivazione il giudice Pietro Lupi ha rigettato la richiesta di condanna per diffamazione nei confronti del giornalista de "Il Mattino" Antonio Manzo, del direttore della stessa testata, Alessandro Barbano e per il giornale, avanzata dal giudice di Cassazione, Antonio Esposito, presidente della Corte di Cassazione che nel mese di agosto del 2013 confermò la condanna per Silvio Berlusconi, nel cosiddetto processo Mediaset.
Esposito aveva citato a giudizio "Il Mattino" dopo una lunga intervista allo stesso giornale, pubblicata all'indomani della sentenza Mediaset lamentando una manipolazione del suo pensiero con una lesione della sua immagine.
Proprio perché' quanto riportato nell'articolo "era vero", il giudice ha ritenuto che il giornalista abbia esercitato il diritto di cronaca, con conseguente esclusione del reato di diffamazione a mezzo stampa. (ANSA).
PO 25-GENNAIO-17 19:30

Berlusconi: intervista Esposito, "assolto" Il Mattino
Citato dopo intervista a Esposito.Tribunale, vero fatto riportato
(ANSA) - NAPOLI, 25 GENNAIO - Il Tribunale di Napoli (quarta sezione civile, giudice Pietro Lupi) ha respinto la richiesta di condanna per diffamazione proposta da Antonio Esposito, in passato presidente della Seconda sezione penale della Corte di Cassazione, contro il direttore de "Il Mattino", Alessandro Barbano, la società editrice e il giornalista dello stesso quotidiano Antonio Manzo. Il procedimento si riferiva all'intervista allo stesso Esposito pubblicata all'indomani della sentenza di Cassazione, che confermava la condanna di Silvio Berlusconi nel cosiddetto processo "Mediaset", vicenda risalente agli anni '80. Secondo il Tribunale, non c'è stata diffamazione perché il fatto riportato nell'articolo e contestato da Esposito "era vero" e dunque inquadrabile nel legittimo esercizio del diritto di cronaca da parte del giornalista.
Il giudice Esposito aveva lamentato che il contenuto dell'intervista pubblicata sia su "Il Mattino" sia sul sito internet del giornale (difeso in giudizio dall'avvocato Francesco Barra Caracciolo, che ha patrocinato anche il direttore Barbano e il giornalista Manzo), era stato manipolato dall'estensore e stravolto nel suo senso per effetto dell'inserimento di una domanda mai formulata e che l'articolo così scritto avrebbe leso la sua immagine con danni sia a livello personale che professionale per la "contravvenzione dei doveri di riservatezza".
Una intervista pubblicata il 6 agosto del 2013, è stato lamentato nella citazione, che aveva suscitato così accesissime polemiche. Per la presunta diffamazione subita, Esposito aveva chiesto un risarcimento danni per due milioni di euro.
Nella sentenza del giudice Pietro Lupi, emessa il 15 gennaio scorso, si legge tuttavia che "l'operazione di cosiddetta editing effettuata nell'articolo può ritenersi sostanzialmente fedele" al senso delle dichiarazioni registrate.
Il giudice Esposito però "non sapeva" che il cronista, con il quale aveva un rapporto di conoscenza, "stesse registrando l'intervista" e per questo non si sarebbe posto il problema di "calibrare" meglio le forme di manifestazione del suo pensiero.
Il giudice ha evidenziato una violazione delle regole deontologiche, motivo per il quale ha deciso di compensare le spese di lite.(ANSA).
PO 25-GENNAIO-17 20:06