Volendo,  uno straccio di giustificazione gli addetti al desk di corriere.it ce  l’hanno. A coordinare l’inchiesta sulla strage di Aurora nei pressi di Denver, capitale dello stato americano  del Colorado, è Carol Chambers, procuratore della contea di Arapahoe.  
Sarà Chambers a chiedere la condanna alla sedia elettrica  per James Holmes, il 24enne studioso  di diamanti mandarini e di colibrì, ex istruttore in un campo estivo di bambini  ebraici, che il 20 luglio ha sparato all’impazzata in un cinema dove era il  programma la prima di Batman massacrando dodici persone. È stato il nome  suggestivo della contea a confondere le idee al desk che ha così trasformato  James in John e a risvegliare in noi struggenti ricordi di giovinezza.  L’avessero chiamato Sherlock avremmo continuato a sonnecchiare in un afoso  pomeriggio estivo, ma John Holmes ci  ha fatto ritornare ventenni in caserma, quando il rito delle docce comuni  faceva millantare lontane e improbabili parentele con l’uomo nato nel 1944 col  nome di John Curtis Estes e noto anche come mr 35 centimetri. Una  vita, la sua, destinata a consumarsi in un anonimo paesino della provincia  americana: giovanissimo andò a cercare lavoro come operaio in una fabbrica e il  suo principale ne intuì subito le potenzialità assumendolo (è storia vera) come  manovratore di carrello elevatore. Il destino capriccioso cambiò la sua  esistenza quando Estes ebbe un giorno esigenza di fare pipì in un bagno  pubblico (storia vera anche questa): il vicino di water rischiò un blocco  renale osservandolo e diventando poi il suo agente cinematografico,  strabiliato, disse lui stesso, dalla prodigiosa  lancia di Estes. Era nato John Holmes.  
Anche la storia della prodigiosa lancia fu una questione  dibattuta per molto tempo, fino a quando la lunghezza ufficiale fu decretata in  occasione del lancio pubblicitario del vibratore Holmes. Per gli invidiosi e i  curiosi, 32 centimetri.  Il suo successo arrivò anche in Italia grazie a Carne bollente, pellicola girata con Ilona Staller. Holmes morì nel 1988, devastato dall’aids e,  consentiteci, lasciò un grande vuoto: la sua ultima volontà fu di controllare  che non gli venisse espiantata la lancia da qualche feticista o studioso del  genere. Questo fu John Holmes, che morì nel proprio letto presumibilmente sazio  di vita. Al contrario del suo quasi omonimo James, che friggerà nel Colorado,  contea di Arapahoe.                   |