Lavitola a Cosentino: scusami, telefonalo

Il deputato Nicola Cosentino, per i tanti estimatori e cumparielli Nick ‘o mericano, ha un amico che gli vuole particolarmente bene: Valter Lavitola.
Natali salernitani, 45 anni, di Valter wikipedia dice che è "un faccendiere italiano, amico di Silvio Berlusconi, socialista e massone, imprenditore ittico in sud America, direttore dell’Avanti dal 2003, indagato per estorsione assieme a Giampaolo Tarantini".
Di lui la più efficace e sintetica definizione l’ha data Guido De Franceschi sul Sole 24 ore: "Da Craxi ad Arcore, passando per De Gregorio". Momentaneamente latitante all’estero, Lavitola, non è riuscito a essere candidato alle ultime elezioni per l’opposizione di Niccolò Ghedini, che oltre a difendere il premier difende anche gli interessi del Paese. Valterino, così pare che lo chiamassero in sezione, da sempre trama nell’ombra contro tutti e a favore di tutti: qualcosa resterà nella rete, secondo la filosofia di chi, come lui, tratta pesce. E ovviamente le sue conversazioni telefoniche vengono costantemente intercettate dagli inquirenti. Il 6 novembre 2009, in vista  delle elezioni amministrative della primavera successiva, sul Roma di Italo Bocchino esce la notizia ( “una porcata”) della richiesta di arresto per Cosentino, sponsorizzatissimo da Valterino che chiama Nicola e gli chiede di scagliarsi “ufficialmente contro quella checca”. Lavitola insiste con Cosentino e gli raccomanda di parlarne “col presidente. Telefonalo, scusami. Telefonalo e scagliati ufficialmente contro di lui, dammi retta a me, fallo”.
La grammatica sguscia sinuosa, guizza con eleganza e si impiglia come i gamberi nelle reti dei suoi pescherecci.
E il maresciallo che ascolta, abituato a intercettare gli scafisti extracomunitari, non fa una piega e trascrive.
Per essere sicuro che Cosentino abbia compreso le sue parole, Valterino continua: Telefonalo e fai l’incazzato, dicendo questo qua mi ha rotto i  coglioni”.
Nick, che in fin dei conti è un pezzo di pane, è conciliante: “Vabbè, ho capito”, e finalmente l’importatore di merluzzi si accomiata con voce che immaginiamo commossa: “Fammi sapè, Nico’. Un bacione”.
Da quella telefonata sono trascorsi esattamente due anni: Stefano Caldoro è presidente della Regione, Cosentino non è finito in galera e Lavitola detto Valterino è latitante fino a quando “la giustizia non mi darà ragione”.
Solo allora tornerà in Italia. Anche a Napoli, speriamo. Perché seppie e totani vanno bene, ma il giornalismo ha bisogno di uomini così.

Masino Pavese
 
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