Lo sfascio delle società partecipate

L’undici febbraio su Repubblica Napoli compare un intervento di Umberto De Gregorio, commercialista e uomo Pd, che analizza il momento di crisi delle società partecipate dal Comune di Napoli (ma l’analisi può essere estesa alle partecipate di tutti gli enti locali campani), con “dolore e rammarico” per il vicino fallimento della società Bagnoli Futura e che, per l’autore, sarebbe da evitare.
Nel lungo pezzo non leggo alcuna presa di posizione nei confronti di chi ha amministrato (forse male?) Bagnoli Futura, dalla sua costituzione ad oggi, né una parola su chi ha incassato in questi anni lauti compensi professionali, mai collegati all’andamento della società, ma solo prebende per i prescelti dai politici, insensibili alle perdite che si accumulavano anno per anno, noncuranti di portare avanti un progetto o una programmazionere reale e seria, ma pronti a incassare periodicamente i compensi.
E non leggo una parola su quanto è costata l’operazione alla città e di come sono stati spesi i soldi, suddivisi per capitolo ed in maniera chiara, in modo che tutti possano comprendere e capire cosa sia successo. Ciò vale anche per le altre partecipate del Comune di Napoli.
È naturale che il fallimento di una società pubblica è un fatto politico/gestionale grave. Ed è necessario che le forze politiche compiano ogni sforzo per evitare che i costi del fallimento si ripercuotano ancora una volta sulla collettività. Ma prima di ciò, ripeto per essere ancora più chiaro, è necessario fare chiarezza politico morale. Per ogni partecipata sarebbe il caso di un report aggiornato in modo continuo che preveda :
1) gli obiettivi da raggiungere;
2) gli amministratori e i loro compensi;
3) i costi diretti ed indiretti per la collettività (che brutta parola…);
4) i risultati ottenuti.
Inoltre sarebbe il caso che queste attività, che se gestite male hanno dei costi immediati a carico della collettività, avessero un vero “controllo morale pubblico”, poiché gli attuali destano qualche perplessità, visto che si arriva all’applicazione di procedure concorsuali, senza che alcuno dei soggetti, abbia alzato la voce presentando le proprie dimissioni.
Nel caso di Bagnoli Futura è indispensabile capire e conoscere cosa sia realmente successo e quantificare i costi degli organi amministrativi e di controllo e dei dirigenti, per arrivare ad ottenere risultati così disastrosi.
Anche per Bagnoli Futura, i dipendenti lasciati in balia del mare di promesse, come in altre società partecipate, vengono utilizzati per distrarre l’opinione pubblica dalle responsabilità che hanno portato allo sfascio.
Il sindaco di Napoli cerca oggi di alleviare il disagio cercando allocazione al personale, senza contestualmente cercare le responsabilità per l’inizio di una azione che risarcirebbe la città, anche moralmente, perché finalmente a Napoli si potrebbe dire basta con azzeccagarbugli pseudo amministratori e riciclati politici e si potrebbe dare spazio a tanti trentenni/quarantenni.

Luciano Antonio Nobili

Post scriptum. Ho 57 anni e non ho figli da piazzare nella pubblica amministrazione

 
Umberto De Gregorio
Luciano Nobili