La lettera inviata
dal cdr al direttore

La lettera inviata il primo dicembre al direttore del Mattino Virman Cusenza dal comitato di redazione per fare il punto sulle varie questioni aperte

Caro Direttore,
in premessa vorremmo sottolinearti la generale difficoltà dell'intera redazione. L'organizzazione del lavoro deve tener conto di piani ferie da rispettare, dei paletti imposti dallo smaltimento corte arretrate, delle presenze domenicali obbligate, di un numero crescente di assenze per permessi per la  legge 104 e malattie. A fronte di ciò il carico di lavoro è immutato rispetto al periodo ante stato di crisi allorquando i redattori erano di più. Come già in passato ti ribadiamo che, a nostro avviso, occorrerebbe una generale revisione dell'organizzazione redazionale, una ridistribuzione delle risorse e un migliore calibramento dei carichi di lavoro.
1. Contratti a termine e assunzioni. A poco più di un mese dalla scadenza dei quattro contratti a termine non si hanno certezze rispetto alla posizione dei colleghi che da anni lavorano con noi. Ti renderai conto che la situazione non è facilmente gestibile sia dal punto di vista emotivo che meramente organizzativo. Il caso dei colleghi Piera Carlomagno e Fabio Mandarini è esemplificativo, i settori in cui operavano lavoravano e programmavano anche in funzione della loro presenze. Dall'oggi al domani non li hanno avuti più in organico. Proprio per Mandarini e Carlomagno vorremmo, quindi, sapere se ci sono prospettive e in che tempi.
2. Articolo 7. A fronte di un'interpretazione forzata della nota Fnsi-Fieg molti colleghi non si vedono riconosciuti i diritti di inviato dal punto di vista retributivo e contributivo. Il principio di occasionalità in funzione di inviato è palese per chi lavora in maniera continua al desk, eppure viene ignorato per i colleghi di molti settori dove essere inviati è assolutamente un'eccezione. Abbiamo già fatto carico l'Associazione della Stampa della questione, ti chiediamo di assumere una linea interpretativa chiara e definitiva sulla vicenda. Il dato economico è irrilevante, si tratta infatti di poche decine di euro per ogni servizio; resta l'amarezza di vedersi ulteriormente penalizzare a fronte di un costante impegno professionale. A questo va aggiunto il fatto che dal 28 febbraio del 2005 il rimborso chilometrico non varia dalla risibile quota di 0,33 centesimi.
3. Sinergie e modifiche. Nonostante sia stato argomento di confronto sin dal nostro primo incontro, il problema delle sinergie resta d'evidenza per i problemi che puntualmente si rinnovano. Gli articoli dei colleghi del Messaggero arrivano quasi sempre in ritardo, sono puntualmente di misure notevolmente difformi dai nostri book, talvolta riservano "sorprese" per i contenuti. Chiedere un miglioramento del meccanismo ci appare doveroso; ne abbiamo parlato anche con i colleghi dei Cdr degli altri giornali e non escludiamo di coinvolgerli in un esame complessivo del problema. Per quanto attiene, poi, la nostra organizzazione del lavoro non possiamo non rimarcare che, sempre più spesso, alcune pagine vengono "stravolte" a ridosso dell'orario di chiusura. È chiaro l'effetto stress provocato da  queste, non sempre giustificate, decisioni; è dannoso al giornale in termini di costi il ricorso alle inevitabili ribattute che correzioni dell'ultima ora portano. Organizzare in maniera più funzionale il giornale sin dal mattino potrebbe essere una soluzione efficace all'affanno con cui, sempre più spesso, si arriva alla chiusura giornaliera.
4. La riforma grafica, un flop. Nonostante la grossa cifra investita in pieno stato di crisi per una riforma grafica e le assicurazioni che essendo diventati meno, i book andavano rispettati, ci ritroviamo di continuo a cambiare e a modificare le pagine. Ulteriore aggravante: i numeri sempre più esigui in tipografia che costringono, per sopravvivenza, diversi giornalisti a improvvisarsi tipografi con risultati spesso discutibili.
5. Internet, il nostro futuro. Non condividiamo l'idea di dare in appalto i video della redazione Internet. A nostro avviso, l'investimento consistente previsto potrebbe essere dirottato sulle energie professionali redazionali (abbiamo una squadra di fotografi che lavorano per noi, perfettamente in grado di agire in questa direzione) garantendo in questo modo una maggiore autonomia decisionale senza dover "appaltare" i contenuti.
6. Aggiornamento dei conglobati e dei conglobatini in base al contratto nazionale di lavoro.  Ci è parso inopportuno, in questa fase, il conteggio dei domenicali per i colleghi che hanno il conglobato. Si sottolinea un solo aspetto dell'accordo mentre non si tiene presente che questi contratti non sono aggiornati da anni e che ogni collega va ben oltre le 18 ore di straordinario forfettizzato.
7. Organico e spostamenti. Per il giornale che stiamo facendo siamo oggettivamente pochi. Tre redazioni (Sport, Salerno e Internet) sono addirittura numericamente inferiori rispetto al piano per uscire dallo stato di crisi. In riferimento allo Sport c'è, poi, il problema delle singole competenze professionali che viene regolarmente disatteso ogni domenica; la soluzione potrebbe essere la creazione di un pool di colleghi esperti del settore. Ti ricordiamo, poi, la situazione della collega Laura Cesarano che più volte ti abbiamo posto all'attenzione.
8. Redazioni distaccate sempre più isolate. Nonostante gli impegni anche pubblici, l’unico maggiore coinvolgimento delle sedi distaccate riguarda la redazione degli articoli. Per il resto non ci sono movimenti orizzontali, sono escluse a priori le progressioni verticali, l’ultimo collega entrato con qualsiasi contratto a Napoli viene considerato, solo per il fatto di lavorare nella redazione centrale, con competenze e esperienze maggiori dei colleghi delle distaccate. Anche in realtà sulle quali si intende puntare, la disparità di trattamento è chiara: a Salerno si lavora con un'unità in meno; è stato premiato il lavoro elettorale di interi settori della redazione centrale, non c'è stato alcun benefit per Salerno, Caserta, Avellino e Benevento. 
9. Strumenti di lavoro e accordo di secondo livello. In attesa di un dato chiaro e univoco sul bilancio di fine anno, restano sul tappeto numerose questioni che dal punto di vista emotivo e produttivo penalizzano l'intera redazione. Rispetto all'accordo per la telefonia mobile siamo fermi ad un accordo stipulato quasi dieci anni fa; molti di noi hanno messo in un cassetto il telefono aziendale per incassare i 50 euro mensili e investirli in un contratto di telefonia mobile che garantisca maggiore traffico e maggiori servizi. La scheda che abbiamo in dotazione dall'azienda non è, infatti, utilizzabile sui moderni telefoni cellulari. L'effetto è doppiamente perverso: l'azienda è costretta a sborsare 600 euro all'anno per ogni redattore senza avere i benefici di una rete intranet anzi rimettendoci sui conti perché i redattori che utilizzano un numero proprio, ogni volta che vengono contattati, gravano sul traffico telefonico aziendale. Senza contare che ci sono accordi-telefonini per le aziende notevolmente più vantaggiosi. In azienda ci sono, poi, molti colleghi che non godono del regime del doppio ticket, fermo come il rimborso chilometrico, da anni e anni a quota poco superiore ai 5 euro. Altro macroscopico elemento di disparità è dato dall'accordo sugli straordinari per i redattori ordinari che prevede per alcuni 15 ore conglobate e per altri 10. Un dato discriminatorio non più sostenibile a fronte dell'impegno che tu stesso hai riconosciuto all'intera redazione. L'accordo di secondo livello, quindi, dovrebbe andare nella direzione di riconoscere l'effettiva accresciuta produttività pro capite, investendo in maniera congrua sul capitale umano che questo giornale ha.

Il Comitato di Redazione