Il 19 giugno prossimo festeggerà i 14 anni di comando della Fortezza Cormezz. Sembra passata una vita: ci arrivò poco più che quarantenne con l’entusiasmo degli anni di accademia all’Unità, spinto affettuosamente dal generale Paolo Mieli. Aveva un compito e un sogno ambizioso: essere il primo a comunicare ai napoletani e al resto del Paese l’assalto e la conquista da parte dei tartari in camicia azzurra della inespugnabile roccaforte di palazzo San Giacomo.
Così Marco Demarco ha vissuto gli ultimi 14 anni, scrutando ogni giorno col binocolo dalle torrette in via San Nicola alla Dogana il deserto di piazza Municipio. All’alba del terzo millennio aveva però confidato a colleghi e amici che riteneva esaurita la propria missione, che sarebbe toccato ad altri, forse all’allora fidato sergente Antonello Velardi, il compito di guidare la difesa contro le orde barbariche. Poi Velardi è passato direttamente al nemico. Ma questa è un’altra storia.
Demarco, come il tenente Giovanni Drogo de Il deserto dei tartari di Dino Buzzati, è rimasto lì a scrutare, sperando ogni giorno di vedere i tartari arrivare al galoppo. Che si avvicinavano, silenziosamente ma lentamente. All’orizzonte si intravedeva soltanto qualche scudo crociato in avvicinamento o un bivacco di avanguardisti, mentre al comando centrale il generale Mieli, come il colonnello Filimore (Vittorio Gassman), cercava di placare la sua amarezza con promesse di trasferimenti ad altra sede.
Cinque anni fa sembrava fatta: la domanda di trasferimento era stata accolta e l’ex giovane tenente, diventato ormai un brizzolato comandante, era destinato a comandare la caserma Sette a Milano.
Demarco ha poi scoperto che forse i tartari più feroci non arrivano dal deserto ma dalla più vicina via Solferino. Dove a stento sanno il suo nome. Tant’è che sul numero del 23 dicembre 2010 proprio un articolo di Sette sull’immondizia a Napoli (L’Intifada dei rifiuti? Non solo camorra) viene firmata De Marco e non Demarco. Al quartier generale dell’impero sembrano ignorare i nomi di quelli che stanno negli avamposti di frontiera. Intanto tutto lascia prevedere che i tartari siano in arrivo e Marco spera ancora di vederli dalla torretta di comando e non, come il capitano Hortiz (Max von Sydow) mentre a cavallo si allontana mestamente dalla Fortezza. |