L’11 giugno a Napoli la “banda del buco” colpisce la gioielleria Trucchi, a  Chiaia, prendendo in ostaggio il direttore. Rapina clamorosa, con il palo della  banda ripreso dalle telecamere e visto da alcuni passanti.  
Da allora non si è saputo più nulla delle indagini in omaggio alle  ultrarestrittive regole sulla diffusione delle notizie imposte dalla  Procura.    
Ai cronisti arrivano sempre più spesso veline di arresti senza i nomi degli  arrestati, il luogo di nascita, l’età, sequestri di beni a imprese non  specificate. Tutto giustificato con la necessità di “non compromettere le indagini”; tutto nel pieno disprezzo delle  regole di compilazione di una notizia, che al primo posto collocano la W  di  Who? 
Per la banda della gioielleria Trucchi , si è andati molto oltre: il 25 giugno  la questura diffonde un comunicato nel quale si dà notizia di “11 ordinanze di custodia eseguite”. 
Il comunicato aggiunge una serie di importanti particolari mai resi noti : la  mattina dell’undici giugno, subito dopo il colpo, al lotto 0 di Ponticelli si  svolse un  “rocambolesco inseguimento  sui  tetti degli stabili” e poi, in un appartamento venne recuperata “una parte” della refurtiva che, solo ora si  apprende, ammontava a “oltre  800 mila euro”. 
Ma negli stessi minuti del comunicato della questura il Mattino on line scrive che si è svolta l’udienza di convalida dei fermi degli 11 pregiudicati, mentre il Roma in edicola riporta i nomi degli  arrestati. La Repubblica del 23 giugno  aveva invece anticipato la notizia degli arresti compiuti, ma senza i nomi. 
A denti stretti fonti delle forze dell’Ordine ammettono che, in realtà, gli  arresti sono avvenuti nei giorni precedenti. Ma non se ne era saputo niente,  salvo le soffiate a qualche quotidiano.  
“Per non compromettere le indagini”,  in caso di omicidi presto la notizia sarà data a tumulazione avvenuta. Per i  casi più delicati si aspetterà la Messa di Trigesimo.                   | 
            
            
              La questione sollevata è centrale. Servono tempi  rapidi e comunicazioni complete delle notizie, senza il ricorso a canali  privilegiati. Invece si va diffondendo la volontà di decidere gli eventi e nomi  da dare e quando e a chi fornirli.  
Sarebbe un importante contributo di correttezza e trasparenza se i responsabili  dell’ordine pubblico facessero conoscere con chiarezza il loro pensiero.  
E per non restare nel vago facciamo i nomi di chi deve impegnarsi per far funzionare al meglio i rapporti con i media: il neo questore  di Napoli Alessandro Giuliano, i  comandanti provinciale e regionale dei carabinieri, Ubaldo Del Monaco e Maurizio  Stefanizzi, i comandanti provinciale e regionale della Guardia di finanza, Antonio Nicola Quintavalle Cecere e Virgilio Pomponi, e naturalmente il  procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni  Melillo.  |