Deputato 'pubblicista'
con pratica incompleta

DA VIA CAPPELLA Vecchia, sede dell’Ordine dei giornalisti della Campania, è partita una lettera firmata da Ermanno Corsi, giornalista Rai in pensione, che dal 2007 è consigliere e nei diciotto anni precedenti dell’Ordine è stato il presidente.
La lettera, indirizzata ai vertici dell’Ordine nazionale (il presidente Lorenzo Del Boca e il segretario Enzo Iacopino) e della Federazione della stampa (il segretario Franco Siddi), al presidente dell’Assostampa Enzo Colimoro e ai

fiduciari di Inpgi, Lino Zaccaria, e Casagit, Alfonso Pirozzi, è un siluro nei confronti dell’attuale numero uno dell’Ordine campano, Ottavio Lucarelli.
“Nell’ultima riunione del Consiglio dell’Ordine della Campania – scrive Corsi – al momento di


Gianfranco Coppola e Ermanno Corsi

trascrivere i nomi dei nuovi Pubblicisti (le maiuscole sono nella lettera, ndr) nel verbale della seduta, il Segretario Coppola ed io ci siamo accorti che una delle pratiche esaminate e approvate dal relatore, portava il nome di un parlamentare (il deputato del Popolo delle libertà Luigi Cesaro, napoletano di San’Antimo, cinquantasei anni, avvocato e funzionario di una Asl casertana, ndr). Abbiamo aperto il fascicolo e, con grande sorpresa, abbiamo visto che la pratica era assolutamente priva della documentazione necessaria. È stato naturale fermarla”.
Dopo questo passaggio l’ex presidente abbandona il tono piano della cronaca e prende la mira: “La cosa grave, però, è che l’approvazione della pratica portava la firma di Lucarelli il quale, appena scoperto il maldestro tentativo di farla passare, non ha dato spiegazioni chiudendosi in un mutismo imbarazzato. A questo punto il Segretario Coppola ha detto ironicamente: “Lucarelli ha certamente firmato in buona fede”. E io ho aggiunto: “Sì, e con la stessa buona fede bisognerebbe cacciarlo dall’Ordine”.”
Su questo punto le versioni del giornalista Rai e del pensionato Rai divergono, perché Coppola assicura che nelle sue parole non c’era nessuna ironia.


Enzo Iacopino e Franco Siddi

Intanto Corsi non si ferma e chiude la lettera piazzando la stoccata finale: “Questo è il sistema con cui, probabilmente, negli ultimi tempi molte pratiche di pubblicisti sono passate. Come è stata fermata la pratica riguardante il parlamentare, allo stesso

modo sono state fermate le altre pratiche, una diecina, che presentavano le stesse caratteristiche, uguale fonte di origine e l’identico avallo da parte di Lucarelli. Ho chiesto perciò che tutte le iscrizioni deliberate nell’ultimo anno, vengano attentamente ricontrollate”.
Se Corsi va all’attacco, minimizzano invece il presidente e il segretario in carica. Lucarelli, senza entrare nel merito della questione Cesaro, sostiene che “il Consiglio dell'Ordine della Campania nel corso dell'ultimo anno, così come è avvenuto anche nell'ultima seduta, ha bloccato in fase istruttoria decine di istanze di iscrizione all'elenco pubblicisti per documentazione insufficiente.
Nessun singolo consigliere, come prevede la legge, può approvare una pratica ma tutto si decide collegialmente e fa fede quanto scritto a verbale”. 
Coppola invece affronta il nodo e dichiara: “Non esiste un caso Cesaro, anche perché ho sollevato io la questione delle pratiche incomplete, controllando un altro fascicolo. Subito dopo, seguendo l’ordine alfabetico, abbiamo esaminato l’istanza presentata dal deputato del Popolo delle libertà. La verifica è poi continuata con numerose altre pratiche di aspiranti pubblicisti: una è stata respinta e per oltre ventina, di cui più della metà collaboratori della stessa testata di Cesaro, abbiano ritenuto che fosse necessaria una integrazione di documentazione, così come è sempre avvenuto nei precedenti consigli”.
La testata alla quale hanno collaborato gli oltre dieci aspiranti pubblicisti, stoppati da Coppola e Corsi, è Il Punto, come ci conferma il direttore Mauro Fellico. “È un settimanale free press, – fa sapere Fellico, giornalista

pubblicista e presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Ordine campano – ha un formato mini tabloid ed è tirato in duemila copie diffuse nell’area a nord di Napoli. Ha la redazione a Giugliano e lo dirigo sin dalla fondazione, nel 2001. Sulla necessità di


Lorenzo Del Boca e Lino Zaccaria

integrare la documentazione per i fascicoli presentati dai collaboratori del Punto nessuno mi ha detto niente, né ho ricevuto comunicazioni. Quanto all’istanza presentata da Cesaro, posso presumere che mancasse soltanto il certificato dei carichi pendenti”.