Girolamo o Gerolamo?

Voi mandate una cartolina di saluti da Baia Domizia, per esempio, o un invito per il battesimo della piccola Chantal o per il matrimonio di Genny e Deborah... Che non arrivano quasi mai a destinazione. E non per colpa dei postini che, anzi, fanno miracoli per trovare strade spesso inesistenti, con nomi sbagliati, addirittura prive della targa, sottratta misteriosamente. Chiarito subito che i socialisti non c'entrano, di chi è la responsabilità? Di un ufficio comunale, quello preposto alla toponomastica della città (a Napoli la struttura ricade sotto la responsabilità dell'assessore Alfredo Ponticelli). Per fortuna i giornalisti, per la gran parte, sanno quale è la propria missione: informare e denunciare. E qualcuno fa di più: indica soluzioni. Figura esemplare di questa categoria di preziosi e spesso oscuri professionisti della buona informazione è Marcella Caterino, collaboratrice del Roma, quotidiano diretto dal tandem Antonio Sasso - Andrea Manzi.
L’otto luglio Caterino, forse contrariata per non aver ricevuto un cortese cenno di riscontro ad un invito spedito per una spaghettata di mezzanotte, indaga sui mille disservizi di Napoli e scopre che nel quartiere San Lorenzo ci sono due targhe stradali a distanza di pochi metri che forniscono indicazioni dissimili sul nome di una piazza, dove è ubicata una antica chiesa con annessa celebre biblioteca, naturalmente abbandonata all'oblio degli anni e al disinteresse dell'amministrazione di sinistra, dal sindaco Iervolino all'assessore alla Cultura Oddati.
"Qual è il nome giusto?" si chiede con garbata ironia la cronista. Per rafforzare il titolo ci sono due foto che riportano le targhe con i nomi diversi: piazza Gerolomini e piazza Girolomini. Titolo e foto sono in un box a due colonne. Una fotonotizia, che merita tuttavia la sigla m.c.
Ma la notizia è grossa e merita ampio spazio (e non certo perchè siamo a luglio e non ci sono fatti da sparare a tutta pagina). Caterino ci informa che la chiesa versa in stato di totale degrado, ennesima testimonianza che i sogni (anche quelli di Mirella Barracco) muoiono all'alba. Roba grossa, e allora l'intera pagina diventa un monografico atto di accusa e di dolore per i tesori dell'arte negata di Napoli. Ma Marcella Caterino è una che ha il coraggio delle proprie azioni, e firma tutta, ma proprio tutta, la pagina monografica utilizzando sigle in abbondanza (mar.cat., m.c.). Non un solo riquadro viene lasciato all'oblio dell'anonimato. E in futuro, per ulteriori esigenze, suggeriremmo cat.mar, ca.ma, c.m., catemar.
Occorre un titolo forte. Già, ma qual è il nome giusto? Gerolomini o Girolomini? La cronista e il deskista di turno non hanno dubbi. Né l'uno né l'altro. Occorre un segnale forte dalla società civile ed ecco "Girolamini, il restauro infinito". E il restauro non può che cominciare dal nome della piazza. Nell'attesa, per comunicazioni urgenti, affidarsi alla posta elettronica.
Sulla scia di questa encomiabile iniziativa del Roma finalizzata al recupero delle nostre radici toponomastiche più autentiche lanciamo una petizione, a nome delle molte migliaia di studenti napoletani, vomeresi e non, che nel corso dei decenni hanno frequentato il liceo classico di via Puccini. Salendo per la prima volta quella severa scalinata sotto lo sguardo benevolo, nascosto da baffetti hitleriani, del mitico custode Guido Napolitano, intere generazioni di ragazzini hanno alzato lo sguardo perplesso verso l'insegna e si sono chiesti: Sannazaro? Che sia parente di piazza Sannazzaro (quella dell'impepata di cozze), come recita la targa nei pressi del tunnel della Vittoria?
Aspettiamo fiduciosi che Marcella Caterino, o mar. cat. oppure m.c., ci chiarisca il dubbio (quante zeta utilizzava Iacopo per scrivere il proprio cognome?) prima di essere chiamati al cospetto dell'Eterno, attesi all'ingresso da Sanpietro e Sannazzaro.

Masino Pavese

(*) Da commons.wikimedia.org
 
Alfredo Ponticelli
Antonio Sasso
Andrea Manzi
Rosa Russo Iervolino
Nicola Oddati
Mirella Barraco
Iacopo Sannazaro (*)