Provincia, il giudice respinge
l'applicazione della legge 150

I CAPI DEGLI uffici stampa della Provincia di Napoli hanno chiesto alla magistratura di obbligare l’ente presieduto da Dino Di Palma a dare attuazione alla legge 150, che “disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”, ma Maria Casola, giudice

del lavoro del tribunale di Napoli, ha respinto la richiesta.
I promotori dell’azione giudiziaria sono Domenico Pennone, napoletano quarantanove anni, capo ufficio stampa del consiglio provinciale, direttore responsabile di Metronapoli e


Domenico Pennone e Antonio Vista

condirettore dell'agenzia di stampa La Provincia di Napoli, e Antonio Vista, napoletano, cinquantacinque anni, capo ufficio stampa della giunta provinciale e condirettore de La Provincia di Napoli. Sono stati assunti entrambi nel giugno del 1984 con la legge 285; il primo come perito industriale e poi come istruttore amministrativo, il secondo come ufficiale amministrativo
Assistiti dall’avvocato Giuseppe Marziale, i giornalisti hanno chiesto il riconoscimento della qualifica di vice redattore capo dal giugno 2000 e di redattore capo dall’ottobre 2003 e il risarcimento per i danni patiti a causa del mancato inquadramento; la Provincia si è costituita in giudizio con il legale rappresentante e con gli avvocati Aldo Di Falco e Paola Cosmai.
Con una sentenza di diciotto pagine la giudice ha rigettato le richieste di Pennone e Vista e ha compensato per intero le spese, data la “complessità e novità delle questioni esaminate, di natura prevalentemente interpretativa”.
E la “complessità e novità” della materia ha intrigato molto la magistrata che ha
impreziosito il testo attingendo a piene mani dal latino e dal francese (astreintes, au pair, revirement, arrêt), per toccare l’apice con un ‘paciscenti’, termine giuridico di cui non c'è traccia sul Devoto-Oli.
“La sentenza del tribunale di Napoli – è il commento di Antonio Vista – è


Dino Di Palma e Giuseppe Marziale

una battuta d’arresto, ma andiamo avanti determinati per intaccare il muro che impedisce dal giugno 2000 l’applicazione di una legge della Repubblica. In questi anni passi in avanti sono stati fatti nelle Regioni; siamo invece fermi nei Comuni e nelle Province, con l’eccezione

positiva della Sicilia che si è dotata di una legge quadro. E va detto che finora il principale ostacolo incontrato dalla Federazione della stampa è stato costituito dalle resistenze e dagli ostruzionismi messi in campo dai sindacati confederali, evidentemente timorosi di perdere il potere di rappresentanza”.