Al Mattino cdr di esordienti:
Buononato, Crimaldi, Sapio

TRE ESORDIENTI, UNO sconfitto e un’alta percentuale di votanti: questo in sintesi il risultato del voto di sabato, domenica e lunedì 24 novembre per eleggere il nuovo cdr del Mattino. Sono state smentite le previsioni di una scarsa partecipazione: su 119 aventi diritto i votanti sono stati 103, l’87 per cento, dato che sale al 90 per cento a via Chiatamone: 78 redattori alle urne su 87 aventi diritto. Altra storia per i collaboratori che non hanno raggiunto

nemmeno il 50 per cento: 18 su 38. Il comitato di redazione risulta quindi formato da Franco Buononato, Giuseppe Crimaldi, Salvo Sapio per la redazione centrale, Antonio Troise per la sede romana, Gregorio Di Micco per Salerno, il ‘casertano’ Lorenzo


Franco Buononato, Giuseppe Crimaldi e Antonio Troise

Calò per le redazioni distaccate (Avellino, Benevento e Caserta), per i collaboratori con contratto (articoli 2, 12 e 36) Antonio Menna.
Passiamo a leggere il voto e cominciamo dallo sconfitto: Maurizio Cerino. Era l’unico ad avere una articolata esperienza sindacale: dal 2007 componente del consiglio direttivo dell’Assostampa, dal ’99 all’anno scorso presidente dell’Unione cronisti della Campania, già due volte componente del comitato di redazione: nel ’99  con Gigi Di Fiore e Franco Mancusi, quattro anni fa con Paolo Barbuto e Enzo Ciaccio. Eppure si è piazzato al quarto posto. Perché? “È evidente – risponde Cerino – che i colleghi volevano un cambiamento per verificare se con volti nuovi si riuscirà a dare una scossa al rapporto con l’azienda e a riprendere il dialogo”.
Vediamo ora gli eletti. Nella terna della redazione centrale si piazza di gran lunga primo il cronista di giudiziaria Giuseppe Crimaldi, con 38 preferenze su 78 votanti. Napoletano, quarantasei anni, liceo classico al Sannazaro, studi di Giurisprudenza lasciati a metà, Crimaldi diventa professionista nel ’93 alla redazione partenopea dell’Avanti!, fortemente voluta nel ’90 da Giulio Di Donato. Chiuso il quotidiano socialista, lavora per tre anni da abusivo alla sede napoletana dell’Agenzia Italia; nell’autunno ’96 passa al Roma riportato in edicola da Giuseppe Tatarella e sei mesi più tardi approda al Mattino come cronista giudiziario, settore che ha sempre mantenuto, e dopo una serie di contratti a termine nel gennaio ’99 arriva l’assunzione.
Quasi appaiati gli altri due eletti: Salvo Sapio con 29 voti e Franco Buononato con 27. Natali afragolesi, cinquantuno anni compiuti in questi giorni, da sedici


Maurizio Cerino, Gigi Di Fiore e Carmela Maietta

professionista, Buononato inizia come collaboratore del Mattino dall’area a nord di Napoli, alla metà degli anni Ottanta viene assunto come articolo 36 alla redazione di Nola guidata da Carmela Maietta e assunto come praticante nel ’90. Tre anni più tardi lascia la

provincia e approda a via Chiatamone; viene assegnato al settore Grande Napoli e da lì non si è più mosso. Come rappresentante delle redazioni distaccate, viene eletto nel ’93, al cdr con Giulio Avati, Enzo Ciaccio e Francesco Romanetti.
Completa la terna centrale Salvo Sapio, nato a Santa Maria Capua Vetere il 21 luglio 1971 (lo stesso giorno di Crimaldi), liceo classico Gneo Nevio (“tra gli alunni dell’istituto, Pietro Ingrao e il numero uno degli anarchici italiani, Enrico Malatesta”), laurea in Lettere antiche con tesi in Agiografia. Nel mondo del lavoro Sapio esordisce come insegnante di italiano e storia, intanto diventa pubblicista con Casertanews di Carlo Desgro; nel ’95 è praticante al Corriere di Caserta diretto da Pasquale Clemente. Diventato professionista si trasferisce a Roma a lavorare a una multinazionale di hard disk, la Storagetech; nel ’99 una maternità al Mattino lo riporta al giornalismo, con un contratto a termine, e lo radica una seconda maternità (“ho fatto nascere due bambine”). Il primo contratto è con il direttore Paolo Graldi, il secondo con Paolo Gambescia; nel 2002 arriva l’assunzione alla redazione di Caserta, dove rimane tre anni; nel 2005 il trasferimento a Napoli, prima alla Grande Napoli e poi in cronaca.Per le redazione distaccate il testimone, che rimane a Caserta, passa da Rosaria Capacchione a Lorenzo Calò. Nolano, trentasei anni, professionista dal ’97 con praticantato d’ufficio al Roma di Pasquale Casillo, una laurea in Lettere e due master, Calò collabora nei primi anni

Novanta al Roma diretto da Domenico Mennitti, poi da Antonio Sasso, al Giornale di Napoli guidato da Emidio Novi, alle pagine campane del Tempo, a Cronache di Napoli; scrive per Ansa e Messaggero dal 2000 all'agosto 2004, quando, dopo un periodo da


Giulio Avati, Rosaria Capacchione e Paolo Graldi

collaboratore iniziato nel 2000 e una serie di contratti a termine, arriva l’assunzione alla redazione del Mattino di Terra di lavoro. La scelta di affidare a un ‘casertano’ l’incarico di rappresentare le redazioni distaccate si spiega anche con il fatto che Caserta è stata negli ultimi otto mesi un punto di singolare ‘disattenzione’ dei vertici aziendali, non soltanto per le carenze di organico, comuni ad altre sedi (vedi Benevento), ma pure per il modo ‘singolare’ in cui è stata gestita la questione sicurezza dei giornalisti.
Il 13 marzo scorso, durante il giudizio d’appello del processo Spartacus, uno degli avvocati del boss Francesco Bidognetti legge un’istanza di ricusazione della corte che contiene passaggi intimidatori nei confronti dello scrittore Roberto Saviano, del magistrato Raffaele Cantone e della cronista del Mattino di Caserta Rosaria Capacchione. La vicenda sfonda i confini della provincia, come non era accaduto in occasione di altre minacce e intimidazioni, e conquista la ribalta nazionale. Per garantire una maggiore sicurezza alla Capacchione arrivano forti sollecitazioni anche dalle istituzioni provinciali, ma i dirigenti di via Chiatamone nicchiano. Un immobilismo difficile da spiegare per un quotidiano che ha nella sua storia recente un cronista abusivo ucciso dalla camorra. Il 10 ottobre il responsabile della sede casertana Gianni Molinari invia all’azienda una lettera moderata nei toni e durissima per gli episodi che elenca. Subito dopo la redazione si riunisce in assemblea ed è pronta a uno sciopero immediato stoppato dal senso di responsabilità dei giornalisti. A questo punto l’azienda si sveglia e decide di adottare iniziative minime come l’installazione di un impianto di


Gianni Molinari, Marco Piscitelli e Pino Taormina

videosorveglianza a registrazione continua.
Esordiente anche il rappresentante dei collaboratori con contratto, Antonio Menna. Quarant’anni a dicembre, al Mattino da venti, dal 1991 con un contratto da articolo 12, consigliere comunale eletto nelle liste

del Pd a Marano, comune nel quale risiede, Menna lavora con una cooperativa, Rimedia, che avvia al lavoro soggetti con disabilità e copre come corrispondente l’area Giugliano, Lucrino e Lago Patria.
Infine ci sono da registrare due ritorni: Antonio Troise, che a Roma ha fatto l’en plein (sei voti su sei) e Gregorio Di Micco che a Salerno ha battuto di misura, 4 a 3 con una scheda bianca, Fulvio Scarlata.
Inutile chiedere ora a nuovi e vecchi sindacalisti intenzioni e programmi. Il primo incontro del cdr al completo è fissato per le 15 del 2 dicembre a via Chiatamone; in quella sede verrà definita la scaletta delle iniziative e abbozzato un programma. 
Intanto il 24 novembre ha visto la luce il sito web, la cui redazione è affidata a Carlo Nicotera. Ad affiancare il capo e i due redattori (Fabio Jouakim e Cristiano Tarsia) sono stati assunti con decorrenza 24 novembre e contratto annuale Marco Piscitelli e Pino Taormina.