'Caldarelli' e 'Santo Buono'

Quando eravamo ragazzini, al Vomero c'erano due squadre di pallone on the road. C'erano i borghesi di via Palizzi e un po' più a monte i lazzari felici di via Mancini, la stradina adiacente l'abitazione di Roberto Murolo. Loro, quelli di Palizzi, arrivavano un po' spocchiosetti con le scarpette regolamentari e il pallone di cuoio. Noi della Real Mancini con il supersantos, quando andava di lusso la colletta per comprarlo, e le scarpe di tutti i giorni e poi abbuscavamo a casa. Spesso Davide batteva Golia, ma non divaghiamo con la nostalgia: con Golia Palizzi giocava Antonio Fiore, giornalista di classe ed elzevirista del Corriere del Mezzogiorno, guidato da Enzo D’Errico. Il 23 ottobre la sua rubrica Afiorismi, collocata in apertura di prima pagina, è dedicata alla storia di quel tizio ricoverato a Napoli e al quale è stato legato un bidoncino di sapone da cinque chili al posto del peso previsto dai manuali sanitari. La relativa foto, dice Fiore, "è diventata virale". E conclude con la sua proverbiale ironia "Trazione fatale". Applausi. E Fiore specifica che il fatto è accaduto "al Caldarelli".
Ma come Caldarelli? Si chiama Cardarelli, sennò hanno ragione quelli che il Pascale lo chiamano Pasquale o, con un francesismo, Pascal. O quelli che strombazzano in macchina e con la testa fuori dal finestrino urlano: Capo, per il Santo Buono vado bene?
E per finire con l'amarcord: le partite le giocavano a San Martino, nello spiazzo di Castel Sant'Elmo, proprio sotto la finestra della cella dove probabilmente fu rinchiusa Eleonora de Fonseca Pimentel. O forse avevano ragione quelli che a giugno scorso hanno tappezzato Napoli per presentare il concerto di Niccolò Fabi che si sarebbe svolto a "Castel S. Antelmo"?
Comunque sia, se ve lo dovessero chiedere, la Real Mancini era uno spettacolo.

Puccio Gamma

Corriere del Mezzogiorno del 19 ottobre
 
Roberto Murolo
Antonio Fiore
Enzo D’Errico
Eleonora de Fonseca
Niccolò Fabi