Scrive il Giornale.it che “ogni secondo il corpo umano viene attraversato da 50.000 miliardi di neutrini provenienti dal Sole senza che questi lascino traccia”. E questo ci tranquillizza non poco, perché è vero che queste particelle, le più piccole che si conoscano, sono innocue, però ci faceva un po’ impressione questo traffico sulla nostra pelle. Di neutrini si è parlato molto il 23 settembre, perché un esperimento condotto dal Cern di Ginevra, quello dove il professor Carlo Rubbia studia l’universo, in sinergia con i laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha dimostrato che questi neutrini sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi, mettendo un po’ in crisi le teorie di Albert Einstein. L’esperimento consisteva nel lancio di un fascio di neutrini dai macchinari svizzeri e che sono giunti puntualmente al Gran Sasso attraverso sofisticatissime apparecchiature scientifiche. Un collegamento quindi strumentale tra le due località, se volete virtuale. Eccitata dalla scoperta il ministro Mariastella Gelmini ha prima telefonato a Renato Brunetta per complimentarsi dell’insospettabile velocità dei nanosecondi, poi ha contattato Silvio Berlusconi che però ha precisato: io sono il nanoprimo, infine ha voluto far giungere attraverso il proprio ufficio stampa le congratulazioni agli scienziati autori dell’esperimento. “Alla costruzione del tunnel- ha detto il ministro- tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.” Da Ginevra al Gran Sasso c’è una distanza di circa 750 chilometri , ma Gelmini pensa che tra le due località sia stato costruito un tunnel dove far viaggiare i neutrini. Il Gruppo 29 aprile (Ricercatori per una Università pubblica, libera e aperta) insorge infastidito: “Nessun tunnel ma un fascio di neutrini che è stato 'sparato' dal Cern di Ginevra per un viaggio sotterraneo che dura 2,4 millisecondi, raggiunge la profondità massima di tre chilometri per effetto della curvatura terrestre e termina al Gran Sasso, dove il fascio è 'fotografato' da un rilevatore e ne viene misurata la velocità”. Ma intanto le voci si rincorrono: a Roncobilaccio, sull’appennino tosco-emiliano, si è costituito un comitato civico perché di notte non si dorme più con quei clacson, c’è chi parla di scene di isterismo collettivo di neutrini intrappolati nel tunnel e squadre di volontari della Protezione Civile che distribuiscono acqua minerale come sulla Salerno-Reggio Calabria. Ma per Gelmini, maturità liceale all’istituto privato Arici di Brescia e esami di Stato per la professione di avvocato fatti chissà perché a Reggio Calabria, queste sono quisquilie, bazzecole, pinzellacchere. Lei sta già programmando con i fondi del Miur un tunnel che vada dal suo paesino Leno, in provincia di Brescia, fino in Costa Smeralda, così lo può utilizzare anche il cuneese Flavio Briatore, che tiene ancora lo yacht Force blue sotto sequestro. E così la smettiamo con quelle file chilometriche ogni estate per imbarcarci a Civitavecchia. |