Caro direttore,
se ben conosco la storia di Giancarlo Siani, non altrettanto posso dire del premio a lui dedicato, istituito, come ho letto nel sito, “per ricordare la figura del giornalista napoletano, vittima della camorra, il 23 settembre del 1985, per il suo coraggioso impegno nel denunciare tutte le forme di illegalità”.
Un impegno che ho riscontrato anche nel lavoro di altri giornalisti napoletani, autori del libro-inchiesta ‘il Casalese’. La biografia non autorizzata di Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia, sulla cui testa pendono – è bene ricordare - due richieste di arresto per collusioni con il clan dei Casalesi firmate dai gip Raffaele Piccirillo e Egle Pilla. Aggiungo anche che non so se gli autori del volume su Cosentino rientravano nella rosa dei concorrenti e se il loro libro era tra quelli pervenuti alla segreteria del premio.
A mio avviso però questo è un dettaglio che poco conta perché in una città che ha bisogno di segnali concreti e positivi per dare corso al tanto auspicato processo di cambiamento (non solo sociale ma anche politico), certe prese di posizione equivalgono a vere e proprie sfide. Quelle stesse sfide a cui non più tardi di sei mesi fa si riferiva il deputato Giuseppe Giulietti dalle colonne del Fatto Quotidiano, il giornale di Antonio Padellaro e Marco Travaglio, commentando le incredibili vicende di cui erano stati protagonisti-vittime proprio ‘il Casalese’, l’editore Pietro Valente e i nove autori: sequestro e distruzione delle copie, un milione di euro di richieste danni, avvocati che tallonavano autori ed editore a presentazioni e conferenze stampa.
“Compreremo il libro, lo diffonderemo, ne parleremo ovunque; – affermava Giulietti – lo faremo perché gli autori del libro sono persone coraggiose, che hanno contrastato mafie e camorre, non hanno partecipato ai battesimi e alle feste dei Casalesi, non hanno chiesto i loro voti, neanche “a loro insaputa”. Lo faremo perché la richiesta di sequestro è un atto barbaro, un tentativo di imbavagliare autori da tempo oscurati, emarginati, cancellati. Per questo è giusto solidarizzare e promuovere letture ad alta voce del libro. Chiunque vorrà e potrà farlo promuova la lettura di alcune pagine, magari in piazza, agli angoli delle strade, da qualche tetto di Caserta. Chi sa se chiederanno il sequestro di tutto e di tutti, purtroppo per loro e per “I Casalesi”, non riusciranno a cancellare questo libro, ma soprattutto non riusciranno a far sparire tutti i documenti e le testimonianze che sono riportate nel libro ‘il Casalese’.”
E con Giulietti in tanti si sono schierati in difesa degli autori della ‘biografia’ di Cosentino; ricordiamo, tra gli altri, il cronista Lirio Abbate, il magistrato Antonio Ingroia, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente della Fnsi Roberto Natale, la deputata calabrese di Futuro e libertà Angela Napoli, il presidente della Regione Puglia Nichi
Vendola.
Come ti dicevo all’inizio, non so se tra i concorrenti del premio Siani vi fossero anche gli autori del libro dedicato a un rappresentante delle istituzioni che altri rappresentanti delle istituzioni (i giudici della suprema Corte, nella fattispecie) hanno classificato “socialmente pericoloso”. Quel che invece ho avuto modo di registrare è che nessuno, tra i numerosi giurati, di cui molti giornalisti, si è accorto di loro.
Accorgersi di queste persone non significava assegnargli necessariamente un premio, ma poteva pur essere spesa una parola di incoraggiamento senza, in questo modo, far torto a nessuno. Non è successo. Perché? Possibile che nessuno, tra i componenti della commissione giudicatrice, abbia letto quel libro, o ne abbia sentito parlare perlomeno una volta? Possibile che nessuno di loro si ricordasse che Giancarlo Siani è stato assassinato proprio a causa delle sue inchieste scomode?
Domande a cui non sono in grado di dare una risposta. Quel che invece la vicenda del premio Siani 2012 mi ha fatto capire con chiarezza è che qualcuno, a Napoli, ha perso una buona occasione per dire qualcosa di sensato. O, per stare in tema, di veramente giornalistico. |