Dolorose solitudini

Il mattino.it ha avviato la fortunata pubblicazione di notizie hard nel maggio scorso quando gli scaltri redattori trovano un fermo-immagine in cui appare la telegiornalista americana Sara Elsen del canale finanziario Bloomberg Tv in un momento di relax e con le gambe leggermente divaricate, da cui per un suggestivo effetto ottico fa capolino uno oggetto cilindrico. Il titolo, che entusiasma migliaia di lettori, dice Cosa è quello strano oggetto nero tra le gambe di Sara?
Ma lo staff guidato da Paolo Barbuto non resta a crogiolarsi e riposare sugli allori e continua la ricerca di notizie sul filone pecoreccio-sfizioso. E in pochi giorni realizza un doppio colpo. Il primo il 18 settembre, quando mattino.it riferisce di un allarme bomba lanciato in provincia di Treviso da una donna di una certa età, la quale percorrendo in bicicletta la strada si imbatte in quello che le sembra un ordigno bellico cilindrico lungo 20 centimetri di colore viola. Un colore civettuolo per un vibratore, utilizzato largamente da singles ambosessi e da coppie in cerca di emozioni forti. Vicenda boccaccesca, annota mattino.it, ma sospiro di sollievo per il/la distratto proprietario: il vibratore è perfettamente funzionante. E ci sono anche le pile. Congratulazioni reciproche e pacche sulle spalle tra redattori. Neanche il tempo di festeggiare che già le orecchie si drizzano di nuovo.
Questa è una storia che ha come scenario le sterminate praterie dell’Oregon. Una storia che, a volerla leggere senza pregiudizi e luoghi comuni, ha una sua poesia.
Ce la raccontano ancora una volta il 20 settembre Barbuto e la sua band (Chiara Graziani, Marco Piscitelli e Cristiano Tarsia). Carlos, un ragazzone di 31 anni con il sorriso triste stampato sul viso, si sta tirando fuori faticosamente da una storia bestiale con una che per mesi, ogni sera, gli è stata accanto e gli si è aggrappata addosso, sul divano, riempiendolo di fusa e smorfiette. Lui, Carlos, pensa davvero di aver trovato la compagna della vita e un equilibrio cercato invano per anni. Poi, si sa come finiscono certe storie: la micetta si stufa, tira fuori gli artigli e lo abbandona. Carlos Romero dapprima girovaga per gli States con quella che considera la propria inseparabile bibbia (il romanzo La fattoria degli animali, di George Orwell), sempre con lo stesso motivetto che gli ronza nelle cuffie (Nella vecchia fattoria, del Quartetto Cetra),  spesso unendosi ai tanti circhi che trova sul proprio cammino e infine trova lavoro in un ranch dell’Oregon. Lì conosce Doodle, una femmina giovane ma già temprata alla vita dura e a lavorare come un asino. Una simpatia istintiva, forse due dolorose solitudini che si incontrano. Carlos prende l’abitudine di andare quasi ogni sera a trovare Doodle dove questa dorme, un misero riparo notturno che è poco più di una stalla. A lui questa svolta nella propria esistenza va bene, talvolta lei scalcia sì, ma non protesta. Ma hanno fatto i conti senza la gelosia degli uomini.
Un altro ranchero nota un giorno Carlos che invece di lavorare è impegnato nel rito del corteggiamento con Doodle: che non protesta, e non scalcia nemmeno, tanto che Carlos è già con i pantaloni abbassati. Calunnie, piccoli dispetti tra colleghi di lavoro, forse una denuncia all’ispettorato del lavoro e infine, inevitabilmente, l’intervento dello sceriffo di Marion County per le indagini e gli interrogatori. Carlos confessa candidamente di aver avuto sempre un debole per le cavalline da domare e che gli sono sempre piaciute le femmine che non fanno domande e non creano mai problemi la sera quando torna a casa stanco dal lavoro. Poi dice allo sceriffo che con la giovanissima Doodle ci sono state solo schermaglie tipo petting ma che non è mai andato oltre (“Non è ancora pronta”, riferisce a verbale, come riportato dal mattino.it). Lo sceriffo non crede molto a Carlos e decide di vederci chiaro  parlando direttamente a Doodle. Poche domande, crude e secche. Lo sceriffo, proprio come fece la mamma di Giovanni Pascoli,  alza un dito e dice un nome nel gran silenzio delle sterminate praterie dell’Oregon. Suona alto un nitrito. Forse un raglio.

Abel Fonseca
(*) Da www.twimc.it
 
George Orwell (*)