Repubblica: arriva la Zagaria,
Carotenuto fermo, Tricomi ok

ALLE SPALLE HA diversi scoop, l’attenzione del Sismi, le perquisizioni della Guardia di finanza, un processo per ricettazione, l’accusa di spionaggio aziendale e due libri pubblicati nel giro di un mese: a trentadue anni appena compiuti Maria Cristina Zagaria, il nuovo acquisto dell’edizione napoletana di Repubblica, ha un curriculum da veterana.
I dati forniti dall’annuario dei giornalisti (natali nel Modenese, a Carpi, e residenza a Bologna) sono fuorvianti; la Zagaria ha salde radici pugliesi: i

genitori sono di Taranto e a Bari si è laureata in Lettere; per la specializzazione ha scelto la scuola di giornalismo di Bologna, diretta allora, siamo nel 1999, da Angelo Agostini e il primo stage lo fa alla redazione emiliana di Repubblica: dal giornale


Ettore Boffano e Stefano Costantini

fondato da EugenioScalfari non è più uscita. L’assunzione da praticante arriva nel novembre del 2000, quando Ettore Boffano tiene a battesimo l’edizione pugliese, e a Bari rimane fino al luglio 2006.
Insieme agli altri redattori, la Zagaria, professionista dal febbraio 2001, viene utilizzata da Boffano e da Stefano Costantini, che tre anni più tardi ne raccoglie l’eredità, come inviata nella regione, ma anche in Molise, Abruzzo, Basilicata e Calabria. Segue la scomparsa dei fratellini di Gravina e a Potenza le imprese giudiziarie del pm Woodcock: l’inchiesta con protagonista Vittorio Emanuele di Savoia, poi Vallettopoli parte prima; lo scoop che le dà le luci della cronaca nazionale è del settembre 2002: una studentessa denuncia che, in cambio delle risposte ai test per l’ammissione al corso di Scienze della comunicazione dell’università di Bari, le hanno chiesto prestazioni sessuali. D’accordo con i carabinieri, la Zagaria si presenta da studentessa all’università e trova conferma diretta delle accuse: nella trappola rimangono incastrati il capo dell’ufficio relazioni con il pubblico e il segretario della facoltà. Ne è


Ezio Mauro e Eugenio Scalfari

scaturita una ricognizione capillare sull’università di Bari curata dall’intera redazione di Repubblica. E il lavoro d’inchiesta sulle molestie a Scienze della comunicazione è stato per la Zagaria il punto di avvio del libro ‘Processo all’università’, pubblicato nel gennaio 2007 da

Dedalo. L’iniziativa della ‘trappola’ ha anche un risvolto disciplinare perché l’Ordine pugliese, presieduto da Michele Partipilo, deferisce la giornalista di Repubblica per presunte violazioni deontologiche all’Ordine dell’Emilia Romagna, al quale la Zagaria è iscritta. Il 7 gennaio 2004, con una lettera firmata dal presidente Claudio Santini e dal consigliere relatore Giorgio Gazzotti, l’Ordine emiliano comunica alla giornalista la decisione di 'assolverla' perché il suo comportamento non viene ritenuto censurabile.
Nel luglio 2006 la Zagaria si trasferisce alla sede di Milano: con Carlo Bonini si occupa del sequestro di Abu Omar, entra nel raggio di attenzione del Sismi, allora guidato da Nicolò Pollari, e il 10 agosto agenti della Guardia di finanza perquisiscono le redazioni di Repubblica a Milano e a Roma, quella del Piccolo di Trieste e le abitazioni della Zagaria e di Claudio Ernè del Piccolo, ‘colpevoli’ di avere pubblicato le dichiarazioni rese ai giudici milanesi che

indagano sul sequestro di Abu Omar da Lorenzo Pillini, capo centro Sismi di Trieste.
Durissima la reazione della direzione di Repubblica: con il direttore Ezio Mauro, i vice Mauro Bene, Gregorio Botta, Dario Cresto-Dina, Massimo Giannini,


Giustino Fabrizio e Vittorio Emanuele
Angelo Rinaldi. "Per tutta la giornata – è scritto nel comunicato della direzione - è stata scomodata una squadra di una decina di finanzieri che ha perquisito la sede di Repubblica a Milano, le abitazioni della collega Cristina Zagaria, sequestrando i suoi fascicoli, le sue mail e i suoi appunti elettronici. È difficile non insospettirsi davanti a tanto accanimento e a un tale dispiegamento di uomini: non si può non leggere la perquisizione di ieri come un tentativo di intimidire la libertà di stampa, bene essenziale della democrazia”.
Dopo la bufera delle perquisizioni la Zagaria viene indagata per ricettazione dalla procura di Brescia, indagine ancora in corso.
A dicembre nuovo caso, questa volta interno alla redazione di Repubblica. Dalla sede pugliese vengono segnalate fughe di notizie in direzione dei quotidiani concorrenti. Si prepara una trappola con l’inserimento di una notizia fasulla inserita nella prima pagina in costruzione dell’edizione di Bari, consultabile dai redattori di tutte le sedi attraverso il sistema interno. Il giorno successivo la notizia viene pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno, dorsale adriatica. Per l’azienda è la prova che la Zagaria gira le notizie di Repubblica a un’amica del Cormezz, anche se c’è chi dice che quello stesso giorno la notizia era anche sulla Gazzetta del Mezzogiorno e nei tg di Telenorba. Della vicenda il comitato di redazione di Repubblica (Marina Garbesi, Claudio Gerino, Raffaele Lorusso, Andrea Montanari, Paolo Samarelli) non si occupa, forse perché Lorusso lavora alla sede di Bari. Tutto viene affidato al direttore Ezio Mauro che chiude rapidamente il ‘processo’ infliggendo alla


Daniela D'Antonio e Antonio Tricomi

Zagaria una sospensione di due mesi (dal 23 gennaio al 23 marzo) dal lavoro e dallo stipendio. Una condanna che era forse l’unica mediazione possibile, ma che in astratto rimane largamente discutibile: si tratta infatti di una sanzione durissima se non ci sono prove certe

dello spionaggio, diventa invece una punizione del tutto insufficiente se è dimostrato che la cronista ha passato regolarmente notizie alla concorrenza.
La Zagaria comunque dimostra di avere la pelle dura e tra dicembre e gennaio dà alle stampe due libri: ‘Miserere’, edito da Flaccovio, dedicato a Armida Miserere, direttrice del carcere di Sulmona, morta suicida nell’aprile del 2003 nel suo penitenziario, e il già citato ‘Processo all’università’.
La giornalista pugliese a Bari si occupava di cronaca nera, a Milano ha seguito la giudiziaria, a Napoli le è stata assegnata la cronaca bianca.
L’arrivo della Zagaria ha fatto saltare i piani del capo della sede partenopea Giustino Fabrizio, convinto di riuscire finalmente a regolarizzare due precari da tempo in lista d’attesa: Antonio Tricomi e Angelo Carotenuto. La quadratura era prevista per metà giugno con il trasferimento di Daniela D’Antonio a Roma, al Venerdì. Ridotte da due a una le caselle libere, sarà Tricomi a ricevere, entro dicembre 2007, la lettera d’assunzione; per Carotenuto è tutto fermo, se ne riparlerà nel 2008.