Cormezz, box con foto su una neo notaia

Caro Nello Cozzolino,
ti vorrei segnalare questa "notizia" pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno di sabato 23 giugno. Spero vorrai darne notizia sul tuo sito che resta l'unica voce libera per capire l'universo della stampa campana. Io l'ho inviata anche al direttore del Cormezz Demarco, spero mi risponda. Ti ringrazio e ti saluto
Una lettrice attenta


Questa la lettera inviata al Corriere del Mezzogiorno
 

"E chi se ne frega!" Questa è la prima reazione che, da lettore, ho avuto davanti a una 'notizia' riportata dal Corriere del Mezzogiorno di sabato 23 giugno a pagina 21, nella sezione dedicata al Cartellone degli appuntamenti (quel giorno curato da Vanni Fondi, ndr). La riporto.
Titolo: Tre generazioni di notai. Testo: Buon sangue non mente. Fulvia Mustilli è diventata notaio, viene così rispettata una tradizione di famiglia che va avanti da oltre 70 anni. La famiglia Mustilli è nel settore notarile dal 1939 quando Francesco Mustilli, nonno paterno di Fulvia, divenne notaio a Genzano di Bari, e poi proseguì la professione a Napoli dal 1946. E, così, dopo il papà Ludovico, si fa avanti anche la terza generazione. Il neo notaio ha superato la prova scritta e, l'altro ieri, ha sostenuto la prova orale del concorso notarile con ottimi voti.
La notizia era accompagnata da una foto della giovane notaio a cui vanno i miei migliori auguri e il mio più sincero "chi se ne frega!". E credo che il mio sentimento interpreti un malcontento diffuso in tanti lettori stanchi di leggere articoli dedicati agli amici degli amici. Chiedo, perciò, al direttore Marco Demarco di spiegare quali sono i criteri di notiziabilità che lo hanno spinto a pubblicare una tale ‘notizia’. Mi piacerebbe conoscerli.
A mio modesto parere, Direttore, è venuto meno l'abc del giornalismo.
In primis la notiziabilità: non credo sia un fatto nuovo che i figli di notai diventino a loro volta notai, stante l'imperante nepotismo della nostra società che pure Lei ha attaccato più volte sul suo quotidiano (devo credere, allora, che era solo una polemica pretestuosa, ahimé!). Al contrario, se fosse diventata notaio la figlia di un contadino o di un operaio o, addirittura, la figlia di un immigrato, capace sì in quel caso di spezzare le catene del nepotismo, Le chiedo Direttore: ne avrebbe dato notizia?
Seconda considerazione: leggo che il neo notaio ha superato gli esami "l'altro ieri". Pur volendola considerare "notizia", dovrà concordare con me che il fatto è vecchio.
Terza considerazione: a chi interessa? E qui ritorno al mio "chi se ne frega iniziale". Non trovo nessun interesse pubblico a far conoscere una vicenda che dovrebbe restare relegata alla sfera privata di una famiglia benestante che non riveste nessun ruolo pubblico. Si tratta forse di un annuncio a pagamento? Ma in questo caso non doveva essere impaginato lì e con quelle modalità.
Quarta e ultima considerazione: e gli altri giovani notai che hanno superato l'esame insieme alla bella Mustilli devono sentirsi cittadini di serie B?
Le chiedo, perciò, caro Direttore, di rispondere a queste modeste considerazioni. Sono certa che saprà dare una spiegazione a una lettrice del Corriere del Mezzogiorno che apprezza tante battaglie coraggiose portate avanti dal suo giornale che da poco ha compiuto 10 anni, specie sulla vicenda rifiuti, dalla coraggiosa copertina "Basta" al suo editoriale di domenica 24. Ma un giornale per conservare la sua autorevolezza non deve cadere in questi strafalcioni. Ricordo la sua battaglia per i giovani 30enni e mi chiedo: solo quelli che hanno le spalle coperte da padri e nonni? Che delusione! Mi sono cadute le braccia a leggere quella notizia a pag. 21, non me l'aspettavo dal Corriere o, forse, pensava che pubblicandola di sabato era meno visibile? I lettori sono attenti 7 giorni su 7. In attesa di una sua risposta, la saluto cordialmente.

Una lettrice

 
Marco Demarco
Vanni Fondi