Il Giornale e Libero
bastonano Il Mattino

SONO LE OTTO di sera del 25 maggio quando uno degli editorialisti del Mattino, Giovanni Orsina, manda al giornale il suo pezzo. E uno dei redattori capo (Orsina dice di avere concordato il fondo con il vice direttore Federico Monga), con arroganza, ci mette le mani in maniera maldestra aggiungendo tredici righe di testo sulle sessanta complessive e non informa del

rimaneggiamento radicale l’autore dell'editoriale.
Il giorno successivo Orsina invia una lettera indignata al direttore del Mattino Virman Cusenza (“la mia collaborazione con il Mattino finisce
qui
”), all’Ordine dei giornalisti e alle agenzie. Si apre subito la raffica dei


Virman Cusenza e Giovanni Orsina (*)

‘dichiaranti ’ del Pdl e il 27 maggio arriva sul Mattino il cannoneggiamento della corazzata (Il Giornale) e dell’incrociatore (Libero) della marina di Berlusconi. Sulla vicenda napoletana il direttore del Giornale Alessandro Sallusti apre la prima pagina: Ora c’è la prova / Taroccano i giornali per colpire Berlusconi; e nel sommario: Il Mattino di Napoli manipola un editoriale per scagliarsi contro il premier. All’interno c’è una mezza pagina con il testo della lettera scritta da Orsina e la sua foto. Su Libero Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro scelgono per la prima pagina un titolo di taglio medio (Il fango di Napoli / Per favorire De Magistris il Mattino trucca il fondo) e riservano al ‘taroccamento’ mezza pagina all’interno.
Ribadita la gravità della scelta professionale degli ufficiali del Mattino, rimane il fatto che se nell’ultimo giorno di campagna elettorale il quotidiano di casa Berlusconi è costretto ad aprire sulla manomissione di un fondo di Giovanni Orsina significa che Sallusti, la sua squadra e chi sta intorno al Giornale sono


Federico Monga e Alessandro Sallusti (**)

veramente messi malissimo.
A due giorni dal voto neanche un editoriale di Giovanni Sartori o Gustavo Zagrebelsky produrrebbe spostamenti significativi e Orsina non è Sartori, né Zagrebelsky.
Ma a via Chiatamone come giustificano un

intervento oggettivamente inaccettabile? Mancano risposte ufficiali; in via ufficiosa però si fa sapere che l’articolo era stato concordato in mattinata e dal giornale erano stati inviati all'editorialista i dati dello Svimezz sull’evasione fiscale del Veneto, dati centrali per un ragionamento sullo sbilanciamento nord-sud, che Orsina, storico e non economista, non aveva utilizzato.
Quando è arrivata la nota il giornale era già entrato nella fase caldissima della giornata, con il direttore impegnato a Roma da Bruno Vespa per la registrazione di Porta a porta con Silvio Berlusconi, e qualcuno ha pensato di ‘irrobustire’ l’editoriale di Orsina.
Ma chi è Orsina? Nasce a Roma nel ’67, a 24 anni si laurea in Scienze politiche alla Luiss e oggi, sempre alla Luiss, è professore associato di Storia comparata dei sistemi politici europei. Ha scritto diversi libri, uno dieci anni fa, La formazione della classe politica in Europa, 1945-1956, insieme al vice presidente vicario del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, insieme al quale ha pubblicato qualche anno più tardi un altro volume: La crisi del sistema politico italiano e il Sessantotto. Orsina non è nuovo a polemiche politiche: un anno fa prima sul Corriere della sera e poi in un’intervista editrice il Mulino a un suo libro su Giovanni Malagodi, dichiarò che le sue tesi scientifiche

“infastidivano la sinistra”.
Ma il 27 maggio a neutralizzare i titoloni strumentali dei bombardieri del centro destra è intervento il candidato sindaco di Napoli del Pdl Gianni Lettieri: “caro direttore, ho letto con stupore gli attacchi concentrici del


Gaetano Quagliariello e Bruno Vespa

Giornale e di Libero e le scrivo per testimoniare che, in una campagna elettorale dura e difficile, ancora una volta il nostro giornale cittadino ha mantenuto un atteggiamento corretto, di carattere istituzionale direi, come conviene a un quotidiano con la storia del Mattino”. E non è mancata la solidarietà di Luigi De Magistris e di Stefano Caldoro.   In particolare De Magistris ha dichiarato che “c’è un evidente tentativo di rubare il bel clima positivo che si sta creando a Napoli. Assistiamo ad attacchi beceri che si scagliano contro i simboli della città, come il Mattino che in questa campagna si è distinto per correttezza”.
Sarebbe stato interessante sentire Giovanni Orsina, ma il professore ha staccato il cellulare e allora chiudiamo con un po’ di sana dietrologia. Nei corridoi del Mattino si mettono in fila tre fatti: i rapporti con gli editorialisti, da Francesco Casavola a Raffaele Cantone, sono ottimi e anche quando c’è stata qualche discussione si è tutto risolto rapidamente e senza strascichi;


Luigi De Magistris e Gianni Lettieri

interventi sui testi inviati da Orsina ci sarebbero stati anche in passato, senza che nascessero polemiche; lo storico romano, forse stanco della collaborazione con il giornale napoletano, sarebbe alla ricerca di spazi più stimolanti e il maldestro intervento del

desk gli ha consentito di chiudere la collaborazione senza problemi.
C’è infine chi fa notare che il 25 maggio, nel corso della  trasmissione Porta a porta, il direttore del Mattino ha girato a Berlusconi una domanda che non è stata particolarmente apprezzata. Cusenza ha chiesto al presidente del consiglio se avrebbe varato la legge speciale per Napoli e il decreto contro le demolizioni anche in caso di vittoria di De Magistris. Berlusconi ha barcollato, tanto da costringere Vespa a un pronto soccorso con la richiesta della domanda di riserva, poi si è ripreso e ha risposto.


(*) Da www.historiadelpresente.blogspot.com
(**) Da www.freenewsonline.it