Aggressioni a raffica
a foto e telereporter

NON È STATO facile il lavoro dei giornalisti in giro per Napoli durante il lockdown e la situazione è addirittura peggiorata con l’avvio della fase 2, soprattutto per fotografi e telereporter. C’è l’eccitazione di poter finalmente uscire e riprendere vecchie abitudini, ci sono quelli che vogliono girare senza mascherina o con la mascherina abbassata, ci sono altri che si riuniscono in gruppi senza rispettare il distanziamento e c’è chi non vuole essere fotografo perché sa che sta violando le regole stabilite per fronteggiare il contagio. Scattano perciò reazioni violente

nei confronti di chi gira per documentare come si stanno vivendo i tentativi di ritorno alla normalità. Reazioni che negli ultimi giorni hanno fatto registrare ripetute intimidazioni.   
La mattina del 20 maggio il fotoreporter del Mattino Alessandro

Marco Cesario e Emanuela Vernetti

Garofalo era al centro storico e gli è stato impedito di entrare in un paio di locali. Nel pomeriggio a piazzetta Nilo un altro fotografo del Mattino, Sergio Siano, mentre stava riprendendo alcuni gruppi è stato circondato da un gruppetto che lo ha costretto a cancellare le fotografie. E su questi episodi è intervenuto il comitato di redazione del Mattino per dare pieno sostegno a Garofalo e Siano.
Cambiamo giorno e data ma non cambia la violenza. È il 24 maggio e il fotografo dell’Ansa Cesare Abbate sta documentando la movida davanti agli chalet di Mergellina. All’improvviso viene bloccato da alcune persone che lo costringono a consegnare la scheda con le foto scattate.
Due giorni dopo ritorniamo al centro storico. La giornalista Emanuela Vernetti sta girando a via San Sebastiano un servizio con la troupe per la trasmissione ‘L’aria che tira’ in onda su La7. A un certo punto viene individuata e minacciata da un gruppetto ed è costretta a scappare fino a piazza Bellini dove c’è una camionetta delle forze dell’ordine. 
La conferma che la tutela dei giornalisti impegnati a fare il loro lavoro non vive un buon momento in Italia ma neanche all’estero arriva da Parigi dove il 21 maggio il cronista napoletano Marco Cesario è stato

Claudio Silvestri e Marco Valentini

bloccato per un’ora dalla polizia. Insieme a due giornalisti di Rtl e di una radio francese, Cesario stava riprendendo con il telefonino una manifestazione di protesta ed è stato fermato nonostante avesse mostrato il suo tesserino stampa.

Siamo di fronte a un’escalation molto preoccupante – commenta Claudio Silvestri, segretario del sindacato dei giornalisti campani – che va assolutamente fermata, anche perché con la certezza dell’impunità il livello della violenza può addirittura aumentare. Se i giornalisti vorranno sporgere denuncia saremo al loro fianco garantendo l’assistenza legale. Intanto chiederemo a breve un incontro al prefetto di Napoli Marco Valentini per individuare risposte efficaci”.