L'Espresso: è un flop
l'inchiesta sull'acqua?

ALLA PRESENTAZIONE dell’ultimo libro del sociologo Mauro Calise alla libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri il direttore del Mattino Alessandro Barbano ha dedicato un passaggio molto critico alla copertina dell’Espresso dal titolo “Bevi Napoli e poi muori”, dicendo: ci sono settimanali che fanno le inchieste recuperando dossier di cinque anni fa. Il riferimento è a un’indagine

realizzata dal comando dell’Us Navy di Napoli.
Con Barbano riserve e attacchi all’inchiesta realizzata da Gianluca Di Feo e Claudio Pappaianni, per il settimanale diretto da Bruno Manfellotto, sono arrivate da gruppi di cittadini e rappresentanti delle istituzioni.
In prima fila l’associazione Marco Mascagna, dal nome di un giovane pediatra e ambientalista nonviolento scomparso nel 1991, che ha radiografato le sei pagine del settimanale romano con un’analisi (www.giardinodimarco.it)


Pio Russo Krauss

dal titolo netto, “Le panzane dell’Espresso”, cominciando da una prima, forte perplessità: “abbiamo letto il servizio dell'Espresso e ci siamo chiesti come abbia potuto avere tanto successo e spaventare tante persone”. 
Iustitia ha parlato con Pio Russo Krauss, responsabile dell’Educazione sanitaria della Asl Napoli 1 Centro e vice presidente dell’associazione Mascagna, che ha smontato il servizio dell’Espresso esaminando nel dettaglio i vari passaggi. “Mi sono concentrato – dice Russo Krauss – su alcuni brani che mi sembrano più comici, senza troppo soffermarmi su inesattezze come il “consolato americano di Piazza Garibaldi”, che, tutti sanno, è invece dall'altra parte della città”. Allora elenchiamo le osservazioni dettagliate di Russo Krauss, prendendo in esame prima di tutto il ‘metodo’.
La campagna di test realizzata in Campania è senza precedenti nella storia. Si è dovuto inventare un metodo scientifico su misura per le condizioni del nostro Paese. Peccato che l'Espresso non spieghi quale è questo nuovo metodo scientifico inventato ad hoc dai militari americani. In realtà esistono procedure di campionamento, tecniche di prelievo e metodi di


Claudio Pappaianni

analisi condivisi scientificamente a livello internazionale e normative comunitarie che stabiliscono puntualmente quali metodi devono essere utilizzati per la ricerca degli inquinanti.
Il dibromo, l’acroleina e l’uranio. Il “Dibromo-cloro-propano (a cui sono ricondotti l'80% dei rischi di tumore)”. Il linguaggio non è molto scientifico. Forse si vuole affermare che l'80% dei tumori è causato dal dibromocloropropano? Se è così, sono rivoluzionate tutte le attuali conoscenze sul cancro. Sarebbe troppo bello

che l'80% dei tumori dipendesse da una sola singola sostanza: basterebbe eliminarla e avremmo l'80% dei tumori in meno.
Acroleina (a cui sono ricondotti il 90% dei rischi non tumorali). Si, c'è scritto proprio così! Ora sapete che se avete l'artrosi, l'asma, il reflusso esofageo, se fate un incidente automobilistico o cadete per le scale la colpa nel 90% dei casi è dell'acroleina.
Tra tanti dati inquietanti, spunta un incubo che finora non si era mai materializzato: l'uranio. Gli esami lo individuano in quantità alte ma sotto la soglia di pericolo”. Mai materializzato? Ma se è noto che nelle zone vulcaniche si trovano tracce di uranio.
I valori dell’acqua. I valori sono alti ma nei limiti di legge”. I limiti di legge europei per l'acqua potabile sono stabiliti sulla base di raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità e con fattore di protezione solitamente 100 (ovvero le concentrazioni delle sostanze pericolose sono stabilite in modo che, bevendo 2-3 litri di acqua al giorno, la dose assorbita

sia almeno 100 volte inferiore a quella tossica).
Acqua non idonea all'irrigazione perché contenente nitrati e nitriti. Nitrati e nitriti (insieme a fosforo e potassio) sono i principali elementi necessari alle piante per crescere e fruttificare, quindi se l'acqua per irrigare i campi li contiene è una vera fortuna, perché così si può fare a meno di concimi e fertilizzanti.
Il 92 per cento dei pozzi privati che riforniscono le case costituiscono un rischio inaccettabile per la salute”. Se poi si legge


Bruno Manfellotto (*)

meglio si capisce che si tratta di analisi fatte su 65 case che hanno il rubinetto d'acqua connesso ad un pozzo scavato sulla loro proprietà. Non si dice se il pozzo pesca nella falda superficiale o in quella profonda, sulla base di quali parametri il rischio è inaccettabile e se quest'acqua è l'unica presente a casa (potrebbe anche servire solo per lavare per terra o innaffiare le piante).
Esce acqua pericolosa dal 57 per cento dei rubinetti esaminati nel centro di Napoli e dal 16 per cento a Bagnoli. Come è possibile che pure la rete idrica pubblica sia inquinata? Gli americani esaminano le 14 sorgenti che alimentano le città, tutte in ottime condizioni. Le tubature però sono vecchie, con manutenzione e controlli carenti. E scoprono che l'acqua dei pozzi clandestini riesce a entrare nelle condotte urbane, soprattutto in provincia”. Cosa si intende per acqua pericolosa? Con "i valori alti ma nei limiti di legge"? Boh! Comunque l'acquedotto è a pressione positiva proprio per impedire che qualcosa vi possa entrare dentro (se non ci credete provate a fare un foro in una tubatura e vedete che bel zampillo ne viene fuori). Certo in alcune situazioni, soprattutto quando bisogna riparare qualche tubo e interrompere momentaneamente il flusso d'acqua, si possono avere dei momenti di bassa pressione tale da determinare la possibilità di un


Alessandro Barbano

reflusso (solitamente momentaneo ed è per questo che si consiglia di far scorrere per alcuni minuti l'acqua quando si verifica un'interruzione dell'erogazione), ma sembra molto improbabile che l'acqua di pochi pozzi privati situati a Marcianise o a Gricignano riesca a determinare un inquinamento nell'acqua che esce dai rubinetti del centro di Napoli e di Bagnoli.
Per questi motivi i militari americani e i giornalisti dell'Espresso consigliano: “per bere, cucinare, fare il ghiaccio e anche lavarsi i denti

bisogna usare soltanto acqua minerale”. Cioè un'acqua che è meno controllata dell'acqua di rubinetto (controllata tutti i giorni in più punti anche dalla Asl), che può avere valori di alcune sostanze superiori a quelle dell'acqua di rubinetto (perché il legislatore pensava che la prescrivesse il medico e non la si bevesse tutti i giorni) e che è contenuta in bottiglie di plastica. I 6 miliardi di bottiglie di plastica in cui è contenuta l'acqua minerale bevuta dagli italiani che fine fanno? Buona parte finisce negli inceneritori e si trasformano in diossina, composti organici volatili, polveri fini. Non ci sembra un buon consiglio. Meglio bere acqua di rubinetto.
Chiudiamo con la mozzarella. “La mozzarella è pericolosa perché è fatta con latte non pastorizzato. Gli americani forse non sanno che le bufale sono tutte vaccinate e la mozzarella si lavora a caldo (60° C) e poi viene messa in acqua salata a 90° C. Altro che pastorizzazione.


(*) Da www.primaonline.it