PER TANTI GIORNALISTI, o presunti tali, la velocità è diventato il primo requisito della comunicazione. Se poi la notizia che si intercetta ha anche un certo appeal allora bando a qualsiasi verifica, si copia e basta. E sono purtroppo tantissimi i casi di cronisti poco rigorosi che ritengono assolutamente secondari i controlli e gli approfondimenti.
Qualche settimana fa ci sono state a Napoli vicende diverse con giovani e giovanissimi uccisi da colpi di pistola sparati da coetanei o addirittura da ‘amici’. Si è aperta allora la caccia al mercato facile delle armi e a chi le fornisce persino agli adolescenti e si è diffusa la notizia che le armi giocattolo pagate sul web 70/80 euro fossero in maniera facile ed economica modificabili in pistole in grado di uccidere.
La pistola dal costo di poche decine di euro è diventata il tormentone di tutti i servizi preparati da piccole testate cartacee e televisive ma anche da testate nazionali. Qualche esempio? Gaia Bozza al tg di Sky dice che “le pistole a salve, legali, vengono acquistate per una manciata di euro |
Porto. Un boxino con titolo “80 euro” spiega che quello è “il costo dei modelli di pistole vendute sul web che con poche decine di euro si possono trasformare in armi letali”.
Nell’articolo la conferma arriva dalla sostituta della procura minori di Napoli Emilia Galante Sorrentino: “Con pochi soldi i ragazzi comprano armi dai social o su internet e si rivolgono a piccole fabbriche per far diventare una pistola a salve idonea allo sparo”.
Il giorno successivo è la volta di Paolo Popoli che in un servizio per Repubblica Tv intervista Gianfranco Wurzburger, presidente di Assogioca (associazione gioventù cattolica), che mostra una pistola acquistata per ottanta euro su internet senza che sia stato necessario mostrare un documento di identità: “è simile a quella delle forze dell’ordine ed è facile modificarla perché basta cambiare la canna”.
Ma è davvero facile modificare le pistole giocattolo? Elementi di chiarezza arrivano da due interviste dell’inviato della sede Rai di via Marconi Geo Nocchetti dalle quali emerge che trasformare le pistole giocattolo è operazione complessa, costosa e pericolosa. Nel servizio trasmesso nel tg delle 14 del 18 novembre il cronista interpella Dario Sangermano, armiere e perito di diverse procure, che spiega come sia estremamente difficile modificare armi giocattolo: “è un’operazione che richiede competenze specialistiche e ha costi alti, sicuramente superiori all’acquisto di una pistola vera, che si compra con poche centinaia di euro, senza contare i rischi che comporta l’uso di una arma giocattolo modificata che è costruita in una lega di alluminio e antimonio che potrebbe esplodere a differenza di una pistola vera che è in acciaio”.
All’edizione delle 19,35 dello stesso giorno va in onda l’intervista al tenente colonello dei carabinieri Antonio Bandelli che fa luce sul costo delle armi: “sul mercato clandestino con 400/500 euro si riesce ad acquistare una pistola vera ed è un mercato così accessibile che rende non conveniente la modifica di una pistola giocattolo, operazione peraltro anche molto rischiosa”.
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