Rondi: vi racconto
i miei Incontri

A Sorrento, nel '63, sono andato come critico. Invitato da Pier Paolo Pineschi che, dal presidente dell'Ept di Napoli, Enzo Fiore, aveva avuto l'incarico di organizzare una manifestazione cinematografica con film di vari Paesi.
Ci tornai nel '64 e nel '65, sempre come critico, ma anche perchè Pineschi, per un più ampio ventaglio di proposte di una manifestazione che era stata intitolata Incontri Internazionali del Cinema, aveva pensato di aggiungervi delle monografie di attori affidandomene prima una di Giulietta Masina e poi un'altra di Sophia Loren.
Nel '66 Pineschi, d'accordo con l'Agis, propose a Fiore di nominarmi direttore lasciando a me di scegliere la formula che più mi convinceva e anche la sede dove attuarla.
Non c'era allora nessuna manifestazione che si dedicasse ogni volta a una sola cinematografia, così ritenni che quella, invece, potesse essere la formula più giusta e più nuova. Quanto alla sede, anche se nei tre anni precedenti gli Incontri avevano privilegiato in modo itinerante molte città del Golfo, Ischia e Capri comprese, io, dopo un'attenta visita a Sorrento, optai per quella città certo che, per i suoi spazi e il suo retroterra, si sarebbe prestata meglio delle altre agli scopi degli Incontri.
Legato come sono al cinema francese, trovai giusto dedicare a quello la mia prima edizione. Io ero direttore ma pensai che sarebbe stato interessante avere, ad ogni nuova edizione, un "Presidente d'onore", così quell'anno affidai l'incarico a René Clair, da sempre mio amico carissimo, che venne con la moglie Bronia e che per anni, dopo, mi lodò le ceramiche con rose del pavimento della Villa Siracusa dov'era stato ospitato. A scegliere i film mi aiutò un altro mio amico carissimo, Maurice Bessy, che poi sarebbe diventato direttore del Festival di Cannes. Essendo tutti film di uno stesso Paese, non mi sembrò giusto farli competere tra loro, pensai così a dei Premi di Selezione che, con l'idea di Sorrento, Fiore decise di denominare "Sirene". Con l'occasione ritenni opportuno premiare, oltre ai film, anche alcune fra le personalità più significative della cinematografia prescelta. Per la francese, i premiati furono lo stesso René Clair, Michèle Morgan, Jean-Paul Belmondo. La cornice, da Sorrento, per quella sera, si spostò a Napoli, nel Teatro di Corte di Palazzo Reale sul cui palcoscenico chiesi a Charles Trenet di cantarci le sue canzoni e a Vittorio Gassman di recitarci un monologo di Peppino Patroni Griffi: Un aeroporto troppo distante.
L'anno dopo, per il cinema inglese, ebbi come Presidente d'onore sir Carol Reed, vi creai al fianco un Consiglio di Presidenza composto da autori italiani e dagli autori stranieri proposti dagli Incontri precedenti e tra i film, visto che la produzione era inglese, ebbi la soddisfazione di avere addisrittura Blow-up di Antonioni (oltre a Cul-de-sac di Polansky, A Man for All Seasons di Zinnemann, Accidenti di Losey). Per le Sirene potei avere presenti David Lean, Deborah Kerr e Trevor Howard.
Dopo un mio viaggio a Stoccolma e un lungo incontro con Ingmar Bergman, nel '68, pur temendo le contestazioni che intorbidivano le acque attorno a molti festival ma che alla fine risparmiarono Sorrento, optai per il cinema svedese dedicandolo ai suoi maggiori autori di quegli anni e premiando, oltre a Bergman, Ingrid Tulin e Max von Sydow. Una bella retrospettiva fu dedicata a Alf Sjöberg e a Napoli, al San Carlo, la grande Birgit Cullberg mise in scena un balletto, Signorina Giulia, dal dramma di Strindberg.
Nel '69 avevo pensato al cinema cecoslovacco, essendo amico di molti suoi autori. Ma in agosto i carri armati sovietici occuparono Praga, soffocando quella che era stata definita "primavera" e io faticai non poco ad avere i film che avevo scelto. Li ottenni (anche per intervento del Ministero degli Esteri) ma a molti loro autori non venne concesso il visto e altri, per solidarietà con quelli restarono a Praga. Si videro, per fortuna, i loro film, e fu l'ultima fioritura della loro primavera, con autori come Forman, Herz, Vavra, Havetta, Jakubisko. Riuscii comunque a premiare Jiry Trnka, per i suoi celebri disegni animati con pupazzi, e l'attrice Jana Brejchova, mentre, come Presidente d'onore, mi fu concesso di mantenere Karel Zeman, con cui ero stato in corrispondenza da luglio.
Il '70 mi pagò di tutto. Con il cinema americano presente in modo tale che, in occasione di un pranzo da "Franceschiello", potei presentare l'uno all'altro, King Vidor, Presidente d'onore, a William Wyler, George Stevens a Elia Kazan, John Huston a Martin Scorsese e a Francis Ford Coppola. Pronti molti di loro a dichiarare di dovere a Sorrento se si erano incontrati per la prima volta.
Il resto è cronaca. Cinema ungherese nel '71, sovietico nel '72 (con la possibilità di imporre a quelle autorità sempre ostiche la proiezione dell'Andrej Rublëv di Tarkovskij presente il suo autore); tedesco nel '73 (la prima scoperta in Italia di quelli che sarebbero diventati i Grandi di quel cinema, da Kluge, a Schlöndorff, a Wenders, a Fassbinder, a Herzog); canadese nel '74, iugoslavo nel '75. Qui ci fu una novità. L'anno prima era morto De Sica ed io pensai di ricordarlo istituendo dei premi con il suo nome, sostituendo con quelli le tradizionali Sirene. E li assegnai fino al '90, quando, lasciata Sorrento per altri lidi, ho continuato ad attribuirli in altre sedi.
Fino al '90, però, l'Incontro con il Cinema Polacco, proseguii con i miei impegni a Sorrento anche se, nel frattempo, prima nel '71 e nel '72, poi dall'83 all'86, diressi a Venezia la Mostra del Cinema. Le cinematografie si susseguirono, secondo la formula sempre da me rispettata di sceglierne una sola ogni anno, nel '76, per il Decimo Anniversario, toccò al cinema europeo, optando in quel caso, ma solo in quel caso, per la competizione, nel '79 volli trovare spazi di rilievo per il cinema italiano, con la soddisfazione di poter allineare sia a Sorrento sia a Napoli tutti i suoi più celebrati esponenti (un'occasione unica e anche l'ultima in cui si ritrovarono tutti insieme registi, sceneggiatori, interpreti, produttori, tecnici), sotto la presidenza d'onore del caro Alessandro Blasetti.
Nell'80 si potè "scoprire" quel cinema australiano di cui il compianto Guglielmo Biraghi a Taormina ci aveva lanciato i primi segnali, l'81 vide il cinema egiziano ma anche la retrospettiva completa, per la prima volta in Italia, dei film di Akira Kurosawa, cui toccò - quell'anno solo a lui - il Premio De Sica per la carriera, festeggiato da tutta la città, Sindaco in testa.
Non continuo, tutti ormai sanno tutto. Ringrazio Pier Paolo Pineschi che ha continuato a starmi vicino fino al '90, ricordo con mestizia due Presidenti dell'EPT di Napoli che non ci sono più, Enzo Fiore, appunto, e Luigi Torino, sono sempre grato al loro successore, Vittorio Pellegrino, che sostenne convinto gli Incontri fino al momento in cui non si sciolsero gli EPT, ed esprimo ancora una volta tutta la mia più sincera gratitudine ai vari responsabili del Comune di Sorrento, per la cittadinanza e la medaglia d'oro che mi hanno dato, per la continua amichevole collaborazione con cui hanno sempre voluto dimostrarsi vicini agli Incontri. Certo che, adesso, non lo faranno mancare alla mia carissima Laura Delli Colli cui affido, convinto, il testimone. Con lei gli Incontri riprenderanno il cammino tanto felicemente iniziato quarant'anni fa.
Gian Luigi Rondi