Papere e papaveri
di Josef K. Byte

LA FUMATA

Avere l'aggancio giusto, per un giornalista, è fondamentale: è difficile che si faccia uno scoop senza che qualcuno ti dia la dritta giusta, o confermi i risultati delle tue ricerche. Chi non ricorda il misterioso "Gola profonda", che aiutò Carl Bernstein e Bob Woodward a
venire a capo del Watergate? È passato sotto silenzio - ma c'è tanta invidia in questo mestiere - un colpo da maestri del Mattino. Accade il 20 ottobre, il giorno prima che papa Giovanni Paolo II nomini trenta nuovi cardinali. Ricordate quando Mario Orfeo divenne direttore del quotidiano di
Giovanni Paolo II
via Chiatamone, e qualche giornale si interrogò su come fosse arrivato a quella prestigiosa poltrona? Bene, ora è chiaro: lo volle dio in persona.
Nel settore Primo piano, infatti, compare un titolo a metà fra scoop e profezia: "Tra i neo-cardinali il prossimo pontefice". Una notizia del genere getta nello sconforto, in un colpo solo, gli altri porporati, oltre cento, e i vaticanisti delle altre testate, con gran giubilo di quello del Mattino, Fabio Scandone: con un direttore che ha un filo diretto col padreterno ha vita facile. Immaginiamo il responsabile dei redattori capo, Antonello Velardi, uscire dalla stanza di Orfeo e annunciare ai colleghi il gaudium magnum, mentre dalle finestre esce una fumata bianca. Ma c'è di più: un sommario ci dice che "l'alto prelato 'misterioso' potrebbe essere cinese", ed è chiaro che, poiché in nessun


Giorgio Armani e Antonello Velardi

altro elemento del titolo si parla del cardinale "in pectore", si sta parlando del prossimo papa. Né l'occhiello free-jazz in un box sui sarti che dovranno preparare gli abiti ai nuovi porporati ("Gli Armani ecclesiali") toglie solennità al momento.
Ultim'ora. Il giorno dopo, il 21 ottobre, in apertura del
settore Attualità c'è un titolo diverso e riparatorio: "Da questo Concistoro il futuro Papa". Ah, ecco: da tutto il Concistoro, non solo dai trenta nuovi cardinali. La fumata è nera. L'umore al Mattino, nerissimo.
 
MOLLEGGIATI

Scusateci, ma dobbiamo parlare ancora di Orfeo: non il direttore del Mattino, bensì il personaggio mitologico che perse l'amata Euridice per essersi voltato a guardarla mentre la portava via dall'aldilà. Dalla loro storia Christoph Willibald Gluck trasse una famosa
opera, che il San Carlo mette in scena quest'anno. Il 25 ottobre se ne occupa Repubblica Napoli, con un articolo di Giulio Baffi: che per due volte ribattezza il compositore Gluk, e il desk obbediente (Francesco Rasulo, Marco Sarno, Edoardo Scotti) toglie la "c" anche nel sommario.
Giulio Baffi e Edoardo Scotti
Possiamo capire che non siano ferrati in musica del Settecento, ma almeno Adriano Celentano dovrebbero ricordarlo: e per noi, comunque, da oggi sono i ragazzi della via Gluk.

 
NOSTALGIA

Ricordate la famosa madeleine proustiana? A volte basta un sapore, un profumo, ad aprire la via ai ricordi e al rimpianto. Dobbiamo confessarvi un po' di nostalgia per l'ex responsabile del Tgr Campania Giuseppe Blasi: a pagare il canone, guardando quei tg, ci sentivamo quasi dei mecenati. Ma il nuovo caporedattore centrale, Massimo Milone, sta cominciando a mettercela tutta per lenire il


Massimo Milone

magone. Il 17 ottobre, l'Ansa Napoli dà in mattinata la notizia che il Tar ha sospeso la prova di selezione alla facoltà di medicina della seconda università di Napoli: per trecento studenti ammessi su 1800 è forse tutto da rifare, dopo il ricorso degli esclusi per una serie di presunte irregolarità. Ma il fatto viene ignorato. E non serve a nulla il fatto che il giorno dopo la notizia sia in prima pagina sul Mattino ("Medicina, il Tar sospende il concorso / Caos alla seconda
università di Napoli e Caserta") e in apertura dell'edizione napoletana di Repubblica ("Medicina, salta il concorsone / Facoltà nel caos"): silenzio. Non è successo niente. A gennaio, quando pagheremo il canone, ci sentiremo di nuovo più buoni.

 
TRIUMVIRI

Indovinello. Se si tratta di suonare il violino tzigano per il deputato di An Italo Bocchino, chi si esibirà nell'assolo migliore? Il Roma diretto
da Antonio Sasso, di cui Bocchino è editore? Il Corriere del Mezzogiorno, guidato da Marco Demarco, che si è guadagnato sul campo il soprannome di Marco Polo? Il Mattino, al cui vertice Mario Orfeo è arrivato dopo essere stato caporedattore centrale a Repubblica, noto quotidiano
Italo Bocchino e Ignazio La Russa
di destra? Be', molto probabilmente non avete indovinato.
Il 17 ottobre il Roma ha questo titolo: "Bocchino tra i vicecoordinatori di An / Gli altri due sono Collino e Briguglio". L'articolo, non firmato, attacca così: "Italo Bocchino, Giovanni Collino e Carmelo Briguglio sono i tre nuovi vicecoordinatori di Alleanza Nazionale". Anche il Cormezz dà la notizia: "Bocchino vicecoordinatore nazionale di An: 'Porto nel partito le istanze del Mezzogiorno' / Ieri l'annuncio di La Russa: il parlamentare napoletano nel triumvirato". Nel suo pezzo, Luca Marconi dice che


Luca Marconi e Luigi Roano

Bocchino "è stato scelto tra i tre 'consigliori'". Il Mattino si esalta: il titolo è "Bocchino diventa vice coordinatore nazionale di An: 'Puntiamo sul Sud' / Il deputato napoletano ai vertici del partito di Fini", e nelle 56 righe tipografiche dedicate al fatto, Luigi Roano riesce a non citare mai Collino e
Briguglio e a non specificare che si tratta di un triumvirato. Lecchinaggio o distrazione? A quest'altro indovinello, trovate da soli la risposta.
 
CANESTRI

Abbiamo finalmente capito come funziona: quando si tratta di risultati sportivi, l'Ansa va in pagina da sola, compare magicamente, per forza propria. Parliamo di basket. L'Air Avellino conquista una bella vittoria, 74-71, sul campo della Lottomatica Roma. Il 20 ottobre ce lo dice, sul Mattino, Franco Marra ("dopo la sconfitta casalinga nell'anticipo di sabato con l'Air al Palaeur, 71 a 74 il punteggio, la Lottomatica affronterà la Pompea"), e nelle pagine nazionali di Repubblica Walter Fuochi ("Roma non ingrana, la sconfitta interna con Avellino è pesante"). Ma nei tabellini di entrambi i giornali
compare un altro risultato: Lottomatica Roma-Air Avellino 74-71. L'errore è dell'Ansa, nel lancio messo in rete da Bologna alle 21 del giorno prima, e travolge anche i quotidiani on line Qn e TiscaliNotizie. Corriere della Sera, Stampa, Messaggero, Corriere dello sport e Gazzetta hanno il
Michele De Simone e Toni Iavarone
punteggio giusto: sono all'antica, e preferiscono compilare il giornale di proprio pugno. Sarà per evitare altri rischi del genere che tre giorni dopo il Mattino, nella pagina dedicata alla Champions League di calcio, nei tabellini pubblica i risultati ma non le classifiche dei gironi (senza le quali, per il lettore, vittorie, pareggi e sconfitte lasciano il tempo che trovano): decoubertiniani per pigrizia, il responsabile dello sport Toni Iavarone e il suo vice Michele De Simone pensano che l'importante sia partecipare.
 
TEMPISMO

Era, per definizione, il giornale dei padroni: la Stampa, il feudo degli Agnelli, il foglio di lorsignori, come avrebbe detto Fortebraccio. Forse sono cambiati i giornali, o forse sono cambiati i padroni,

La Stampa del 25 ottobre
chissà: però il 25 ottobre sul quotidiano di Torino, diretto da Marcello Sorgi, abbiamo letto delle parole resoldor, ah come respiro. Il giorno prima, contro la riforma delle pensioni decisa dal governo, scioperano
dieci milioni di lavoratori. Ma vengono anche arrestati sette presunti esponenti delle Brigate rosse, accusati dell'assassinio di Massimo D'Antona e sospettati di avere avuto responsabilità anche nell'omicidio di Marco Biagi: inutile dire che nei telegiornali i primi dieci-quindici minuti sono occupati da questa notizia. Nella pagina dei commenti della Stampa, in un articolo di Michele Ainis, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico, si legge: "Quel poco d'attenzione che
allo sciopero avevano riservato le tv pubbliche e private è stato subito oscurato dagli arresti dei presunti sicari di Biagi e D'Antona. Davvero la polizia ha potuto tirare a galla le sue reti solo ieri, e non ieri l'altro, o ieri l'altro ancora? Davvero questa scelta temporale non nasconde
Gianni Agnelli e Marcello Sorgi
l'intenzione di rendere un servizio a Palazzo Chigi?". Ecco un altro giornale comunista da aggiungere alla lista nera.
 
FRANE

Guardate un po' cosa siamo andati a pescare. Era il 25 agosto di tre anni fa, e in costiera amalfitana imperversavano gli incendi: Antonino Pane, responsabile del settore Campania del Mattino, attaccò un corsivo con parole ferme. "Ora basta. Qualcuno deve agire". Dietro le fiamme, "c'è il dolo. Ci sono speculatori, affaristi, costruttori". Dare fuoco ai costoni "vuol dire attivare tutti quei meccanismi dell'emergenza assoluta che poi portano agli appalti dati a privati, agli interventi di ditte, sempre le stesse… E il tutto avviene secondo un rituale preciso ormai scritto sulle pietre". Sulle pietre, ma


Antonino Pane

non sui giornali, chiosammo noi, aspettandoci dal primo quotidiano del sud un'inchiesta che facesse nomi, documentasse, denunciasse con più precisione di come si fa chiacchierando al bar. Ci è venuto in mente tutto questo il 20 ottobre: nella stessa zona, dopo l'emergenza incendi, siamo all'emergenza frane. E tocca ancora a Pane metterla giù dura e chiara: forse quei massi non cadono da soli. "Lavori affidati sempre alle stesse ditte, bonifiche che costano
milioni e milioni… programmando nei tempi giusti, qualche appalto si sarebbe potuto fare senza la somma urgenza". Tornano ancora "le stesse ditte", torna la denuncia senza un nome, una cifra, un fatto. E il pezzo si chiude così: "qualcuno riuscirà a mettere la parola fine a questo capitolo che è costato miliardi e miliardi ai contribuenti?". Ce lo auguriamo, avendo perso la speranza che il Mattino scriva la parola iniziale.