Una storia edificante

La prima pagina del Corriere del Mezzogiorno del 14 settembre


Cara Iustitia cara,
non siamo strizzacervelli e l’espressione «sono in analisi» ci fa venire in mente una tiratina di sangue e un succo alla pera per riprendersi. Ma confessiamo che siamo in ansia per Francesco Emilio Borrelli, assessore provinciale all’Agricoltura che, da un po’ di tempo, ha un sogno ricorrente: è inseguito, per tutta la notte, da una cazzuola gigante, mostruosa e senza freni come la macrozizza che tallona Woody Allen nel film «Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere». Il risveglio dell’assessore è preoccupante: corre nel bagno a lavarsi le mani, perché ha la sensazione che siano sporche di calce. Ultimamente, chi gli sta vicino, ha notato che dal suo vocabolario biodegradabile ha tagliato frasi del tipo: «muro contro muro», «muro di gomma», «fare muro». Guai a parlargli di un piano di rilancio della politica: suda, trema e la calce dalle mani passa sulla faccia. Non sia mai, poi, tra una covata di tartarughe e un raduno di cipressi parlanti, se qualcuno, per complimentarsi, gli dica: «assessore, questa è proprio una storia edificante». Non sia mai: perde il filo, la cazzuola e s’impappina come Di Pietro. La verità sul tilt dell’assessore è che, in una di quelle mattine fresche come l’intonaco, si è ritrovato dentro casa un abuso edilizio. Antonio, il padre, ha architettato una lievitazione della casa delle vacanze a Ischia con una sopraelevazione di quasi 55 metri quadrati per una altezza di tre metri e venti. Insomma, un autentico ballo del mattone, pizzicato dal quotidiano «Il Golfo», diretto da Domenico Di Meglio, un clamoroso tuca-tuca del cemento se si pensa che l’assessore Borrelli, proclamatosi carpentiere della legalità, tuonò a più riprese contro gli abusi edilizi sull’isola verde, massacrando lo stilista Rocco Barocco.
Per fortuna che c’è il Corriere del Mezzogiorno a coprire con un po’ di pittura fresca l’abuso. La santificazione dell’assessore, infatti, sul giornale di Marco Demarco, parte giovedì 14 settembre dalla mansarda della prima pagina: finestra bene in vista con maxi foto e intervista a firma di Simona Brandolini. Titolo: «Borrelli: “L’avessi saputo, avrei denunciato mio padre per abusivismo a Ischia”». A pagina 10, a corredo di un pezzo di Gaetano Ferrandino che ricostruisce la vicenda, ancora una foto raggiante dell’assessore con un’impalcatura di libri alle spalle, che fa sempre chic, e il titolo virgolettato «Mio padre mi ha tradito, con lui ora c’è rottura».
Nell’intervista veniamo a sapere che «l’enfant prodige della politica verde campana» non sapeva niente del piano rialzato (difetti di comunicazione in famiglia); comunica con il padre via lettera (appunto, difetti di comunicazione); il padre avvierà le procedure di abbattimento, gesto che dedica al figlio e alle sue idee (comunicazione sentimentale); l’assessore è addolorato per la vicenda che non è una questione politica, ma c’è stata speculazione (comunicazione di partito); Borrelli tiene a precisare che ha altri familiari sull’isola e se uno di loro investisse un bambino con l’auto i titoli dei giornali sarebbero i Verdi ammazzano i bambini (comunicazione frullonesca); se il padre non abbatte l’abuso l’assessore lo butta giù in qualsiasi modo (comunicazione edificante).
In calce (e basta con ‘sta calce!) all’intervista la pennellata della Brandolini con schizzi di sbracamento romantico: «L’amarezza dell’assessore è tanta, ma se Hansel e Gretel hanno perdonato i genitori che li hanno abbandonati, in fondo tre metri in più che saranno mai». Saranno un film. Dalla Regione Campania, sensibile alla sopraelevazione del cinema, fanno sapere che è già pronto il soggetto cinematografico che s’ispira alla vicenda. Un’anticipazione della trama: un figlio rinnega il padre per un abuso edilizio. Con un gruppo di amici, dopo una scampagnata sul prato verde dell’amore, decide non solo di abbattere l’abuso, ma anche di rifare la cucina di casa. Tra lazzi e cazzuole, amori e tradimenti, mattonelle e spaghettate, ad aiutarlo c’è Marco, giornalista bravissimo a mettere il cotto. Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio non ha ancora deciso il nome del regista. Nessun dubbio, invece, sulle musiche che saranno curate da Claudio Mattone. Il titolo del film? Tre metri e venti sopra il cielo. Byte byte

Fausto Molosso

 
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