Mattino, quarto stato
di crisi e otto uscite

ENTRO LA PRIMA decade di maggio dovrebbe partire il quarto stato di crisi per il Mattino che taglierà l’organico del giornale di otto redattori, sette in uscita anticipata e uno, Gigi Di Fiore, che ha raggiunto i contributi per la pensione. Scriviamo con il condizionale perché ci sono due incognite: il cdr (Aldo Balestra, Paolo Mainiero e Adolfo Pappalardo per la redazione centrale, in rappresentanza delle sedi distaccate Petronilla Carillo e Marcello Colella per i collaboratori contrattualizzati) deve trovare un accordo con l’azienda soprattutto sulla richiesta di due giorni di cassa integrazione al mese, che sull’anno significano 24 giorni ossia poco meno di uno stipendio; al momento per

i prepensionamenti non c’è la copertura economica che potrebbe arrivare a giugno quando il Corriere della Sera libererà trenta caselle di uscite anticipate non utilizzate.
Il 14 aprile il

Aldo Balestra, Alessandra Pacelli e Marilicia Salvia

presidente del Mattino spa Massimiliano Capece Minutolo del Sasso, attraverso il capo del personale Giovanni Santorelli, e il direttore Federico Monga hanno consegnato al cdr il piano di crisi e la riorganizzazione della redazione.
Partiamo da Monga che in dieci pagine evanescenti sostanzialmente non dice niente su come intende ridistribuire le forze di un organico che passa da 49 unità a 44 ma propone di andare avanti lungo la strada percorsa fino a oggi, senza un progetto e senza un’idea nuova. Addirittura si mostra ottimista, nonostante la crisi fortissima delle vendite che riguarda tutti i giornali, perché ci tiene a sottolineare che “il Mattino negli ultimi sette anni all’interno del mercato di riferimento campano ha fatto meglio della concorrenza aumentando la quota di vendite sul totale passando dal 48,1 al 56,73 per cento”.
Il presidente del Mattino spa dedica le prime otto pagine alla crisi dell’economia mondiale e al crollo registrato nel mondo dell’editoria all’estero e in Italia, ricordando che nel nostro Paese “tra il 2010 e il 2020 i ricavi del settore si sono più che dimezzati passando da 6,18 miliardi di euro del 2010 a meno di tre miliardi nel 2020”.
Stringe poi l’obiettivo sul Mattino dicendo che nel 2018 il quotidiano ha registrato una perdita ante imposte di 3,1 milioni di euro, nel 2019 di 3,088 milioni, nel 2020 di 1,056 milioni, un livello di perdite che verrà confermato nel 2021, con una flessione delle copie vendute nel triennio 2018-2020 del 35 per cento. Un quadro, sostiene Capece, che rende “evidente la necessità di ulteriori interventi di riduzione dei costi che siano sostanziali, strutturali e permanenti”.
Gli unici dati positivi arrivano dall’on line, anche se con dati che coprono soltanto parzialmente le perdite del cartaceo. “Per questo motivo il potenziamento dell’edizione digitale diventa fondamentale per il riequilibrio economico e presupposto imprescindibile per proseguire nel percorso evolutivo del Mattino”.
Per il rilancio individua tre aree di intervento: la formazione di tutto

Gino Giaculli, Rosa Palomba e Adolfo Pappalardo

l’organico, la riorganizzazione della redazione, l’intervento sui costi. E annuncia che per il rilancio tecnologico, commerciale e professionale della testata sono previsti investimenti che

ammontano a 450mila euro nel prossimo biennio, mentre per il taglio dei costi prevede la cassa integrazione a rotazione per tutti i giornalisti per “almeno due giornate medie per mese”.
Vediamo infine chi sono gli otto uscenti. Di Fiore, come detto, è un caso a parte e ha compiuto i sessantadue anni a gennaio; seguono in ordine anagrafico Nicola Battista, capo della redazione di Avellino, nato nel maggio 1960; Gino Giaculli, Spettacoli e cultura, è del novembre 1960; Chiara Graziani, formalmente assegnata alla Grande Napoli, in realtà in aspettativa dal gennaio 2021, è nata nel marzo 1961; Rosa Palomba della sede di Salerno che tocca i sessantadue anni a luglio 2023; Alessandra Pacelli, di Spettacoli e cultura è nata nell’ottobre 1961; Paola Perez, redattrice a Internet che è del dicembre 1961; Marilicia Salvia, responsabile della Grande Napoli, nata nel febbraio 1962.
Per ogni due prepensionamenti è previsto un nuovo redattore. Con sette uscite gli arrivi sono tre ma due assunzioni a tempo indeterminato potrebbero essere assegnate ai giornalisti che già lavorano con contratto a termine: Valentino Di Giacomo in Cronaca e Eugenio Marotta alla redazione di Salerno.