Caro direttore
mi sembra sia passato sotto silenzio l'ennesimo episodio che riguarda la redazione napoletana dell’Ansa.
All'insaputa di tutti, ma sotto gli occhi dell'Assostampa, che dovrebbe essere un sindacato, l’Ansa continua le sue assunzioni.
Dopo tre anni di collaborazione, anzi due, dal momento che nell'ultimo anno ha usufruito di un contratto a termine, Rosanna Pugliese è stata assunta a tempo indeterminato. Attualmente lavora con contratto a termine Patrizia Sessa, collaboratrice da Salerno, ed in pole position per un’assunzione a tempo indeterminato. Due poligrafici, pubblicisti, Pino Arbucci (storico tecnico dell'Ansa) e Nando Piantadosi, hanno avuto, il primo da circa un anno, il secondo da un mese, il contratto giornalistico e sono stati trasferiti in redazione. Poi dovrebbe toccare a Salvatore Falco, figlio di Mimmo, vice presidente dell’Ordine nazionale.
Credo che nessuno degli assunti o assumendi sia mai stato iscritto alle liste di disoccupazione. Se questo è vero, a che cosa servono le liste di disoccupazione? E chi le dovrebbe far rispettare (innanzitutto l'Assostampa di Ambrosino e Colimoro, ma anche la Fnsi, il fiduciario di redazione Pirozzi, il cdr dell’Ansa) che fanno?
È vero che le assunzioni in questa città non si sono mai fatte rispettando questa inutile lista, ma almeno non prendete per i fondelli chi da anni è disoccupato. Immagino la solita replica: "Forse chi da anni è disoccupato dovrebbe capire che non ha la stoffa per fare il giornalista”. Sarebbe vero, se non fosse che i disoccupati da anni sono collaboratori fondamentali, indispensabili portatori sani di notizie, ma non hanno quel quid, anzi quel qualcuno in grado di dargli la spinta decisiva per essere assunti.
Analizziamo bene la situazione dell'editoria campana e vediamo quante testate si reggono sull'attività di collaboratori e abusivi figli di nessuno. Ma allora sono indispensabili e capaci questi benedetti collaboratori o il giornalismo “non è cosa per loro”?
La verità è che o mangi questa minestra o salti dalla finestra. E pensare che si avvicinano le elezioni e verranno anche a chiedere il voto a quei disoccupati storici, sempre perché non è cosa per loro. Purtroppo, la vergogna non ha limiti.
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