Repubblica relega Galasso a pagina 33

Il 12 febbraio si spegne a 88 anni nella sua casa di Pozzuoli Giuseppe Galasso, storico, meridionalista, docente universitario, attivo in politica (deputato del Partito Repubblicano dal 1983 al 1994), più volte sottosegretario (ai Beni culturali nel 1985 firma la legge per la tutela dell’ambiente che porta il suo nome), da sempre impegnato sul fronte del dibattito culturale con varie riviste e con gli editoriali pubblicati dal Corriere della sera e dal Corriere del Mezzogiorno, dal 1969 giornalista pubblicista.
La notizia della sua scomparsa va in prima pagina sui principali quotidiani italiani. È nella fascia alta sul Corriere della sera, sulla Stampa, sul Messaggero; il quotidiano di via Solferino dedica alla  biografia di Galasso una pagina e mezza; Il Fatto Quotidiano ha in prima il titolo dell’articolo firmato da Paolo Isotta; Il Mattino riserva alla notizia la spalla di prima con una grande foto dello storico, articoli di Biagio De Giovanni, Paolo Macry, Luigi Mascilli Migliorini e quattro pagine all’interno.
Repubblica non ritiene la notizia degna della prima e le dedica una spalla a tre colonne a pagina 33. Perché? Difficile rispondere. Non pensiamo che la scelta dipenda dal fatto che forse gli uomini della direzione (Calabresi, il vicario Dario Cresto-Dina e gli altri quattro vice direttori) non hanno sostenuto esami di storia all’università ed escludiamo che la ‘sottovalutazione’ sia dettata dall’essere stato Galasso editorialista del Corriere della sera.    

Martin Beck

 
Giuseppe Galasso
Paolo Isotta
Mario Calabresi