Tgr, da Mariconda
'schiaffo' a Camilli
PER IL NUOVO comitato di redazione della Rai di Napoli si vota il 23, 24 e 25 febbraio. Lo ha deciso la commissione elettorale formata da Enzo Calise, Gianfranco Coppola e Gabriella Fancelli dopo le dimissioni annunciate dal cdr (Carlo De Cesare, Giuseppe Mariconda e Gianni Porcelli) nel corso di un'assemblea tenuta il 19 gennaio.
Per la verità la decisione di dimettersi l'hanno presa in due e Porcelli, secondo quanto prevede il contratto di lavoro, si è dovuto allineare.
Ma perché arrivano le dimissioni dopo neanche un anno di mandato? "Abbiamo chiuso una fase impegnativa e logorante; - è la risposta del
telecineoperatore Carlo De Cesare, napoletano, cinquantuno anni, da sedici professionista, nel '79 assunto in Rai come operatore di ripresa - e non dimentichiamo che Mariconda e io facevamo parte, con Spasiano, anche del precedente cdr. A luglio c'è stato il cambio
Annalisa Angelone, Carlo De Cesare e Maria Laura Massa
al vertice della redazione, con il passaggio del testimone da Blasi a Milone, e subito dopo la vicenda dell'assunzione di Gennaro Sangiuliano. Abbiamo mancato qualche appuntamento importante, ma portiamo a casa risultati significativi".
Vediamo allora nel dettaglio i 'risultati significativi', dall'assunzione ad agosto di Maria Laura Massa, la prima della lista dei precari di via Marconi, all'esordio ai primi di novembre di tre nuovi conduttori: con la Massa, Enzo Calise e Annalisa Angelone.
Un'assunzione 'inutile'
Va comunque detto che i 'risultati significativi' sono certo merito del lavoro del capo redattore Milone e del cdr, ma devono moltissimo alla 'querelle' Sangiuliano, l'ex direttore del Roma, poi responsabile della sede capitolina di Libero, assunto con la qualifica di capo servizio (e mansioni da inviato) con un blitz a fine luglio dal direttore della Tgr, la testata giornalistica regionale, Angela Buttiglione; un'assunzione in quota Polo, sottocasella Forza Italia, il partito che nel maggio 2001 aveva messo in pista Sangiuliano per Montecitorio, senza successo ma con un buon bottino di preferenze, nel collegio napoletano del Vomero in competizione con l'avvocato Vincenzo Siniscalchi.
Sulla vicenda si sono sprecate le prese di posizione a favore e contro, con decine di dichiarazioni, dal deputato ds Giuseppe Giulietti fino al presidente dell'associazione 'Valori collinari', dai vertici dell'Usigrai (il sindacato che rappresenta la gran parte dei giornalisti Rai) a membri o ex membri del cdr.
Nel centro sinistra si denunciava la lottizzazione selvaggia e lo scavalcamento dei precari, a destra si rivendicava l'alto profilo professionale del nuovo assunto, il tutto mixato con forzature corporative imbarazzanti come quando


Gianfranco Coppola, Gabriella Fancelli e Antonello Perillo

sulle pagine napoletane di Repubblica è apparsa un'intervista a Sangiuliano presentato come un nuovo Montanelli.
Per giorni è andata avanti la denuncia della lottizzazione, facendo finta di dimenticare che anche la storia di quasi tutti i precari parte da un

battesimo politico (vedi il caso dei due precari più vicini all'assunzione: Valeria Capezzuto e Massimo Calenda) e che l'unica differenza rispetto all'assunzione diretta è data dalla minore spinta messa in campo.
Veniva invece affrontato soltanto en passant il nodo della questione: da un punto di vista aziendale e editoriale l'assunzione di Sangiuliano è un'assunzione inutile; non risolve problemi nell'assetto della redazione di via Marconi, non azzera diritti acquisiti con anni da precario. Serve a Sangiuliano e al patron politico che lo piazza alla Tgr, scaricandone il costo sull'azienda pubblica.
I cinque mesi successivi hanno confermato, se mai ve ne fosse bisogno, l'inutilità editoriale dell'assunzione: Sangiuliano lavora a Roma e confeziona saltuariamente servizi per il Tgr Campania. In chiave lottizzatoria la sua presenza in Rai potrà invece tornare utile per manovre da avviare in vista delle elezioni europee o subito dopo.
Per essere più chiari, facciamo un esempio: se un profondo ricambio ai vertici della Rai spingerà ancora più sù la Buttiglione, si renderanno libere la direzione della Tgr per il vicario Pier Luigi Camilli, in quota Margherita, e una vice direzione per Milone, con la possibilità per il numero uno di Forza Italia in Campania, Antonio Martusciello, di piazzare un uomo di sua completa fiducia come Sangiuliano sulla poltrona di responsabile dei servizi giornalistici di via Marconi.

Tre giorni di sciopero
Torniamo ora all'estate 2003. Dopo vari incontri tra sindacato e azienda, viene annunciato per il 25 agosto l'arrivo a Fuorigrotta dell'ex direttore del Roma e il cdr proclama tre giorni di sciopero; il primo è fissato proprio il 25 agosto. Degli altri due giorni si perdono le tracce, anche perché partono le trattative con l'azienda con assicurazioni e promesse.
E Porcelli ricorda ai colleghi che alla redazione di Pescara per un'assunzione forzata dai vertici Rai sono arrivate sei promozioni; si punta quindi a monetizzare e l'operazione riesce.
Prima però Milone presenta il suo piano editoriale. Il 13 ottobre, con oltre un mese di ritardo sulle indicazioni del contratto (ritardo contenuto se paragonato ai dodici mesi impiegati per la stesura dal direttore del Mattino Mario Orfeo), il piano viene illustrato in pompa magna nel foyer dell'auditorium di via Marconi alla presenza del direttore della Tgr Angela Buttiglione, del vicario Camilli e del segretario dell'Usigrai Roberto Natale, e viene approvato dalla redazione con una larga maggioranza.
A novembre il comitato di redazione comunica la nomina di tre capi servizio: Enzo Calise, Gabriella Fancelli e Antonello Perillo e l'attribuzione a Anna Teresa Damiano di una lettera di intenti per la promozione a inviato; traduzione per i non addetti ai lavori: per avere la qualifica, la Damiano nel prossimo biennio dovrà accumulare novanta giorni di trasferta e trenta servizi per i tg nazionali per ciascun anno. La proposta utilizzata per i capi servizio è quella delle terne, con un vincitore annunciato e la speranza per i bocciati di farcela al giro successivo: la prima terna, per sostituire Luciano Scateni in pensione dal maggio 2002, è formata da Annalisa Angelone, Antonella Fracchiolla e Perillo; la seconda, per sostituire Domenico Gargano in pensione dall'agosto 2002, è composta da Pasquale De Angelis,
Francesca Ghidini e la Fancelli; della terza, per un capo servizio in più alla 'line' pomeriggio-notte, fanno parte Gianfranco Coppola, Corrado Fidora e Calise. Per la Fancelli, approdata in Rai in quota socialdemocratica (politico di riferimento
Giuseppe Giulietti, Gennaro Sangiuliano e Vincenzo Siniscalchi
Alberto Ciampaglia), lo scatto viene spiegato con la lunga attività sindacale, prima nel cdr e poi nel direttivo dell'Usigrai. Per Calise e Perillo la targa appiccicata è Alleanza nazionale, partito da risarcire dopo l'arrivo di Sangiuliano con la maglietta Forza Italia.
Sulle etichette che circolano a via Marconi Calise è categorico: "Escludo che nel mio caso sia intervenuta Alleanza nazionale perchè la mia targa si chiama Massimo Milone".
Anche Perillo, assunto in Rai poco più di dieci anni fa con la casacca liberale per volontà dell'allora ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, corregge il tiro sulla targa. "Politicamente mi sento vicino ad An - puntualizza - e alla svolta 'liberale' decisa da Gianfranco Fini, ma credo che la promozione scaturisca dalla mia storia professionale in azienda: sono stato capo servizio a termine durante la direzione di Piero Vigorelli; un anno fa Blasi mi inserì nella terna che portò alla promozione di Sandro Compagnone; penso di avere la stima di Massimo Milone".
Pur con tutte le puntualizzazioni, ancora una volta c'è però la conferma che anzianità professionale e aziendale e capacità non sono decisive senza sponsorizzazioni. Perché, ad esempio, resta a terra Lelia Meola, cinquasette anni ad aprile, da ventisette professionista, cronista alla fine degli anni settanta al Roma di Achille Lauro, in Rai dal 1987? Secca la risposta di un redattore a lungo sindacalista: "La Meola è stata una sciocca perché anche il responsabile della redazione le ha detto che se avesse rimesso la causa con la Rai, tutto sarebbe stato più semplice". Spiegazione che convince a metà, perché Calise, assunto per decisione della magistratura, ora viene promosso.
E perché rimane fuori dal giro promozioni Antonella Fracchiolla, conduttrice di Tgr Campania e Neapolis, molto stimata da Blasi ("Angelone, Damiano e Fracchiolla -dichiarò un anno fa - sono i migliori giornalisti di via Marconi")? Ancora più brutale la spiegazione. "La Fracchiolla non ha e non si è cercata un protettore o un partito".
I 'miracolati di SanGiuliano'
E riprendiamo l'elenco dei 'miracolati di SanGiuliano'. Il 15 dicembre, dopo un'assemblea con Camilli, il comitato di redazione con un comunicato fa il punto su tutte le questioni sul tappeto, dalla 'risoluzione del contratto' di Mastella alla promozione di Blasi alla vice direzione del centro, con la conseguente uscita dall'organico redazionale. Tra l'altro, vengono annunciati due congrui aumenti economici: Pasquale De Angelis, con l'articolo 11 del contratto, vede adeguare il suo stipendio a quello di un capo servizio; stesso aumento, ma con una gratifica e non con l'articolo 11, per il telecineoperatore Enrico Deuringer.
Infine da metà gennaio, ma non ha ancora avuto la lettera di incarico, Gianni Porcelli, irpino di Atripalda, cinquantasei anni a marzo, da nove professionista, ha preso servizio ad Avellino come 'redattore residenziale', un'iniziativa sperimentale per coprire il capoluogo, la provincia e i comprensori vicini.
Chi invece non ha ricevuto miracoli è il tco Giuseppe Castronuovo, che ha in tasca dal 1994 una lettera dell'allora direttore Barbara Scaramucci che lo nomina responsabile del coordinamento dei telecineoperatori, un incarico


Massimo Calenda, Valeria Capezzuto e Enrico Deuringer

puntualmente onorato anche se la Rai non gli ha mai riconosciuto la qualifica. Per ottenerla Castronuovo si è rivolto alla magistratura, documentando anche i danni biologici subiti. Ora è in attesa della decisione della Corte di cassazione. Intanto la Buttiglione,

Camilli e Milone, sostanzialmente poco attenti all'aspetto umano della vicenda, sembrano avere trovato la soluzione: traccheggiare (vedi il punto E del comunicato firmato dal cdr il 15 dicembre) fino al 3 maggio quando Castronuovo compirà sessantacinque anni e andrà in pensione.
E arriviamo alle dimissioni del cdr che Mariconda ha voluto firmare a modo suo, affiggendo il 23 gennaio nella bacheca della redazione una durissima lettera indirizzata a Pier Luigi Camilli, il vice direttore vicario della Tgr (testata giornalistica regionale), inviata per conoscenza anche al segretario dell'Usigrai Roberto Natale. Alla lettera viene allegato l'elenco dei dipendenti Rai a carico del centro di Napoli e al quart'ultimo rigo di pagina venti, tra Raffaele Sanges e Gabriella Sansone, c'è il nome di Gennaro Sangiuliano.
Nella lettera Mariconda scrive: "Alla mia domanda: 'Il collega Sangiuliano è sul budget di Napoli?' hai risposto che ripetevi per l'ennesima e ultima volta che 'Sangiuliano non grava per nulla su Napoli, né sull'organico né sul budget. Chiaro?'"
E va poi a una chiusa al vetriolo: "Che dire? Dispiace dover constatare ancora una volta che in tutto questo periodo serietà e correttezza, nei nostri incontri, sono stati soltanto da una parte".

"Serietà e correttezza"
Iustitia ha chiesto a Camilli, grossetano di Pitigliano, cinquantaquattro anni a marzo, da ventiquattro giornalista professionista, di chiarire se "serietà e correttezza in tutto questo periodo" sono stati soltanto dalla parte sua e del direttore Buttiglione o dalla parte di Mariconda.
La risposta è un 'no comment' motivato. "C'è una circolare dell'azienda - dice il vicario della Tgr - che vieta a tutti i dipendenti Rai di rilasciare dichiarazioni, senza essere autorizzati, nel mio caso dal direttore. Mi attengo perciò alla circolare e non commento".
Chi invece commenta è il vice redattore capo Mariconda, irpino di Santa Lucia di Serino, sessant'anni ad aprile, da ventiquattro professionista, nel 1968 praticante alla redazione napoletana dell'Unità, nel '76 capo servizio a Paese
sera, dal 1979 alla redazione di Fuorigrotta.
"Mi sono limitato a informare Camilli, Natale e i colleghi - chiarisce Mariconda - e a documentare che, contrariamente a quanto ci era stato assicurato dalla Buttiglione e dal suo vicario, Sangiuliano

Angela Buttiglione, Massimo Milone e Mario Orfeo
risulta tra i dipendenti del centro Rai di Napoli. Mi è sembrato doveroso farlo nel momento in cui, con le nostre dimissioni, si chiudeva una fase durante la quale abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo dati, tranne la regolarizzazione dei precari, sulla quale c'è comunque un impegno della direzione. E le assunzioni, secondo me, dovranno essere numerose per consentirci di ritornare all'organico di trentotto unità".
Circa l'informazione "errata" fornita dai vertici aziendali c'è da dire che alla Rai non rappresenta una novità. Nell'estate del 1988 il responsabile dei servizi giornalistici di via Marconi Ernesto Mazzetti comunicò al comitato di redazione che al pubblicista Edoardo Sant'Elia, figlio dell'allora procuratore della Repubblica di Napoli Alfredo Sant'Elia, era stato fatto uno dei 'soliti contrattini a termine'. Soltanto qualche settimana più tardi il cdr (ne facevano parte Salvatore Biazzo, Carlo Verna e, guarda un po', Giuseppe Mariconda) scoprì che il 'contrattino' era senza limiti di tempo, in pratica l'anticamera dell'assunzione a tempo pieno, che puntuale arriverà due anni dopo.
Chiusa la parentesi 'storica', torniamo alla lettera del 23 gennaio sulla posizione dell'ex direttore del Roma alla quale il vicario della Tgr ha dato una risposta orale a Milone, confermando che Sangiuliano non grava su Napoli. "Non ho notizie di risposte, né orali, né scritte; - è il commento di Mariconda - attendo da Camilli una risposta scritta".
Resta da chiedersi come mai Mariconda che un anno fa difendeva, in minoranza all'interno del cdr, i risultati del proficuo dialogo con la Buttiglione


Giuseppe Castronuovo, Antonella Fracchiolla e Lelia Meola

e il suo vicario, ora carichi a testa bassa la direzione.
"Forse ha il dente avvelenato - ipotizza un collega - perché gli è andata male la causa che aveva avviato per vedersi riconosciuto il grado di redattore capo". L'otto gennaio infatti il giudice del lavoro Maria Casola ha
rigettato la richiesta del vice redattore capo e lo ha condannato a pagare alla Rai tremila euro di spese processuali.
Una lettura che Mariconda smentisce: "Innanzitutto io penso che le sentenze dei giudici vanno rispettate. E comunque chi mette insieme la sentenza e la lettera si sbaglia. I tempi non coincidono; l'incontro con Camilli c'è stato a metà dicembre".
E Mariconda nega anche che vi siano attriti con il capo della redazione: "I miei rapporti con Milone sono ottimi, naturalmente dialettici, professionalmente conflittuali. Tutte le volte che sul lavoro abbiamo idee diverse, mi sento in dovere di dirlo".
Le candidature per il cdr
Al momento non ci sono candidature per il cdr, perché il voto è lontano, ma in lizza potrebbero esserci anche gli uscenti.
Porcelli era deciso a non dimettersi ed è stato costretto a farlo. "Certe contrapposizioni frontali con la direzione - spiega - mi sono sembrate spesso eccessive, tanto più che nel precedente cdr proprio Mariconda era l'alfiere del dialogo costruttivo con la Buttiglione". Porcelli è comunque convinto che il cdr ha fatto un buon lavoro.
"Siamo stati favoriti dalle contingenze; - ammette - ma tra promozioni, aumenti
di stipendio e assunzioni abbiamo portato a casa un pacchetto che non ha precedenti negli ultimi venti anni; e le promozioni non sono andate a colleghi che da anni scalano i gradi della redazione e accumulano incarichi, ma a facce nuove. Quanto al prossimo cdr non ho
Ernesto Mazzetti, Alfredo e Edoardo Sant'Elia
ancora deciso se scendere in lizza; dipenderà dagli orientamenti della redazione e da chi deciderà di candidarsi".
"Io non vorrei ripresentarmi; - assicura Carlo De Cesare, in pole position per raccogliere l'eredità di Castronuovo, come coordinatore dei tco - lo farò soltanto se nessun collega vorrà presentarsi".
E Mariconda? "Due anni fa - dice - mi sono candidato per 'ridare dignità alla redazione'. Obiettivo, credo, raggiunto. Ora non so se mi ripresento. Più che andreottiano, sono mastelliano: mai dire mai. Dipende dalle condizioni, dalle situazioni, dalla redazione".