Al Matì i posti si moltiplicano

Cara Iustitia cara,
cambia il tempo, le stagioni si smontano, danzano le temperature, si sciolgono i ghiacciai e non si capisce più con quale tailleur di fiori ci accompagnerà la primavera. In piena rivoluzione climatica, stravolte le politiche dell’atmosfera, se è vero che l’umore della Iervolino, dopo la conquista dei poteri speciali, è sereno variabile e l’acconciatura di Alessandrina Lonardo è poco mossa nonostante le apparizioni televisive di Mastella, è altrettanto vero che l’assessore provinciale Francesco Emilio Borrelli è stazionario. E stazionaria è anche l’attenzione con cui l’Ansa e i giornali seguono le precipitazioni dell’assessore che, ossessionato dalla siccità mediatica, quotidianamente schizzichea. Piovo, ergo sum: Borrelli è tutto qui. Il tema delle dichiarazioni conta poco o nulla come poco o nulla contano i media se finiscono per bagnarsi, senza l’accortezza di aprire anche un solo ombrello, con la pioggia di parole dell’assessore. Armati di bacinelle, ben cautelati con un impermeabile da battaglia e un ombrello dallo scatto automatico, abbiamo raccolto un po’ d’acqua d’assessore. Appuratone l’inesistente potere terapeutico e la discutibile potabilità informativa, assediati dalle pozzanghere che non riflettono certo un cielo clemente, ci siamo presi la briga di selezionare le bacinelle più piene.
Non c’è dubbio che la volubilità del cielo stimoli la strategia dei rovesci dell’assessore. Il 15 gennaio, Borrelli è talmente preoccupato per il caldo in inverno che, dall’Ansa all’Asca, tuona: “Il clima insolito di questi giorni con le temperature di gran lunga superiori alle medie stagionali e la mancanza di piogge chiedono una particolare attenzione sul rischio incendi. Il pericolo d’incendi è molto limitato, ma, come ha sottolineato anche la Protezione Civile nazionale, c’è il rischio reale che si possano verificare. Non possiamo farci trovare impreparati perché si tratta di incendi fuori stagione, e per questo motivo ho inviato una nota all’ufficio e alla Protezione Civile per chiedere la massima attenzione e vigilanza”. Il caldo c’era, ma non apparteneva di sicuro a quelli che bruciano foreste. La dichiarazione è da neuro: annuncia fuoco, anche se, si legge, il pericolo è “molto limitato”. Il 7 febbraio, invece, dopo gli invisibili roghi e i primi temporali, l’assessore Borrelli, più tempestivo dei paparazzi di Fabrizio Corona, scruta i cieli e affida all’Ansa (il cronista è Pirozzi) le sue profonde considerazioni: “I forti temporali e le piogge delle ultime ore non hanno provocato molti danni al di là di qualche allagamento. Nelle prossime ore la situazione dovrebbe migliorare stando alle indicazioni dei meteorologi, ma è comunque necessario fare attenzione perché c’è il rischio di temporali improvvisi e di forti piogge che potrebbero creare problemi alla circolazione”. Due giorni dopo, l’Ansa (questa volta firma Tortora) apre ancora i rubinetti dell’assessore e rimette in giro le stesse parole con una fondamentale aggiunta di Borrelli: “I volontari della Protezione Civile della Provincia di Napoli collaboreranno a ridurre gli eventuali disagi per i cittadini”. Avrebbero mai potuto collaborare per creare grane ai cittadini? Che ne dite? Sotto la pioggia insistente, avrebbero mai potuto organizzare uno spargimento di chiodi sulle strade o un lancio di scimmie dai cavalcavia?
Nel safari del banale, l’assessore provinciale è un campione: appena scorge, lontanissima, una giraffa, scalza tutti, riscalda l’ufficio stampa, spara il colpo e lancia la giornata mondiale dei colli lunghi. Comunicato, dichiarazione, presa di posizione: una vita più a misura d’uomo per i vatussi. Se questa giornata non esiste ancora, certamente, il metodo della giraffa è tra i più amati da Borrelli. Il 16 febbraio è stato il giorno del risparmio energetico. In occasione del compleanno del Protocollo di Kyoto, sono state spente in Italia le luci superflue di monumenti, piazze, ristoranti, scuole, ministeri e il blackout volontario ha coinvolto persino il Palazzo del Quirinale, grazie al sì del presidente Napolitano. Il 1 febbraio, però, alla Provincia di Napoli c’era già una mano calda sull’interruttore. Alle 17 e 53 si leggeva sull’Ansa il proclama fulminato di Borrelli: “Questa sera spegneremo per cinque minuti anche le luci delle stanze del mio assessorato aderendo all’appello lanciato in tutto il mondo dalle associazioni ambientaliste francesi. Iniziative simboliche come questa sono importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi derivanti dall’emergenza climatica”. Non c’hanno un ca(blackout)…o da fare alla Provincia? Domanda che s’accende automaticamente a chi s’alza la mattina e deve vedere come illuminare la tavola e arrivare a fine mese.
Eppure il neoilluminismo borrelliano è la corrente di non pensiero del momento. Non è un caso che l’acqua corrente dell’assessore verde sfoci nel mar morto della stampa senza alcuna difficoltà. In pieno cortocircuito dell’informazione, sia che Borrelli inauguri la Sagra della zeppola a San Giuseppe Vesuviano sia che comunichi al mondo, con un’Ansa firmata da Laura Masiello, di aver inviato una lettera a tutti i sindaci della provincia di Napoli “per chiedergli di vietare la vendita di uova, farina e bombolette di schiuma ai minorenni nel periodo di Carnevale”, ogni cosa rientra nel grande progetto del vuoto. Il comunicato passa facile: l’amico in redazione sa dove pescare. Apparire, con o senza luce: questa è la legge dell’assessore neoilluminista.
La politica del blackout, insomma, elettrizza i Borrelli’s boys. Il loro programma prevede, per oscurare definitivamente idee e ideali, il sacrificio delle lampadine e il trionfo delle candeline. La conferma è data, infatti, dall’ultimo party organizzato dall’assessore per il quarantottesimo compleanno di Alfonso Pecoraro Scanio. Il 14 marzo Il Mattino e il Corriere del Mezzogiorno hanno acceso un faretto sulla festa. Il primo, più informato, nelle pagine di Girocittà curate da Maria Chiara Aulisio, ha una foto (il ministro con la mamma Ileana e Claudia Cardinale) e un pezzo in grassetto (siglato fra.sco., Francesca Scognamiglio) dal titolo “La torta del ministro”, dal quale veniamo a sapere che, tra samba e jazz, il party è “da copertina”, l’evento è stato organizzato “nei dettagli” da Borrelli e Alessandro Nardi (capo staff dell’assessorato regionale all’urbanistica) e gli invitati erano “oltre cinquecento”; il secondo, nel Cartellone, quel giorno affidato a Luca Marconi, ha una foto (ministro che brinda senza mamma, ma solo con la Cardinale) e una breve intitolata “Compleanno ministeriale” in cui leggiamo che Borrelli è l’organizzatore del party, il ministro è arrivato al locale dopo un’ospitata da Bruno Vespa a Porta a Porta e ad aspettarlo ha trovato “circa cinquecento persone”. Entrambi i resoconti menzionano il locale, scelto dall’assessore pierre per l’amico del cuore: il Matì, in via San Pasquale, nuovo ritrovo nel cuore di Chiaia. Bene, ci chiediamo come siano entrate circa-oltre 500 persone al Matì che, sappiamo, per le norme di sicurezza, ne può contenere al massimo (ma proprio esagerando) 200. D’altro canto, a Chiaia, di recente, sono stati chiusi alcuni locali per sovraffollamenti di minore portata. Delle due l’una: o il numero degli invitati è stato pompato dagli organizzatori per quella sindrome incurabile dell’ adunanza oceanica o alle forze dell’ordine, ultimamente prontissime a imbavagliare la movida, è sfuggita, guarda un po’, la festa del ministro. Al party, tra gli invitati, il Corriere del Mezzogiorno ha segnalato anche la presenza di Ermanno Corsi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania. La vicenda di come l’assessore provinciale sia riuscito, con il prestigio del doppiolavoro, a conquistare il praticantato è carta conosciuta. Tutto è chiaro: dove c’è Borrelli c’è il blackout. Quel giorno all’Ordine dei giornalisti i consiglieri (tra gli altri, Lucarelli, Nardacchione, Zaccaria, Castellano, De Tilla, Santonastaso) rimasero al buio per meno di 5 minuti.
Intanto, nell’attesa della prossima iniziativa di Francesco Emilio Blackout Borrelli, avevamo anche noi pensato di aderire a una giornata molto speciale che, per la verità, non esiste ancora, ma ci impegneremo fortemente per far sì che trovi un buco nel ricco calendario delle giornate particolari. L’ispirazione c’è venuta dopo aver contato le numerose bacinelle riempite dall’acqua d’assessore. Non appena avremo definito il programma e l’ora esatta della nostra iniziativa simbolica per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi derivanti dallo spreco di dichiarazioni, chiederemo anche a Borrelli di partecipare alla giornata mondiale dello sciacquone.

Fausto Molosso

 
Rosa Russo Iervolino
Sandra Lonardo
Clemente Mastella
Francesco Borrelli
Fabrizio Corona
Alfonso Pirozzi
Franco Tortora
Giorgio Napolitano
Laura Masiello
Maria Chiara Aulisio
Scognamiglio
Luca Marconi
Bruno Vespa
Ottavio Lucarelli
Maurizio De Tilla