Ha ragione Michele Serra, che in una recente Amaca (la rubrica che cura per Repubblica) ha criticato l’uso troppo disinvolto del termine passionale quando si riferiscono fatti di sangue che accadono all’interno di una coppia: la passione è un sentimento nobile, positivo, esaltante.
Non c’è nessuna di queste componenti quando viene commesso un uxoricidio, come è successo il 2 marzo scorso a Napoli sulla Tangenziale, dove un vigile ha ucciso la moglie e ha poi tentato di ammazzarsi. La passione, il coinvolgimento totale, non mancano invece quando si devono raccontare questi brutti fatti di cronaca, come hanno fatto i redattori del Mattino. In prima pagina c’è il richiamo del servizio Vigile uccide la moglie e si spara in Tangenziale, che rimanda alla cronaca di Giuseppe Crimaldi. Per il redattore suggestionabile, passionale e ignoto in prima pagina la donna “è stata ferita mortalmente con un colpo di pistola al ventre”.
A pagina 46 probabilmente Crimaldi esegue con minore passione ma maggiore scrupolo il proprio compito di cronista e senza aspettare gli esiti dell’autopsia si informa e comunica che l’uomo “ha estratto la pistola di ordinanza, l’ha puntata al volto della donna e ha premuto il grilletto”. Un piccolo scoop per la cronaca di Paolo Russo, mentre il folto ufficio dei redattori capo (con Antonello Velardi responsabile e Francesco De Core vicario) è ancora alla ricerca, appassionata, di un responsabile per il controllo della prima pagina. |