Ordine, unanimità
(sei voti) sui bilanci

IL 26 OTTOBRE sono stati approvati all’unanimità (sei voti) i bilanci consuntivo 2019 e preventivo 2020 dell’Ordine dei giornalisti della Campania. I presenti nella sala Italia del teatro Mediterraneo alla Mostra d’Oltremare erano in tutto nove se consideriamo anche il tavolo dei relatori dove erano seduti il presidente Ottavio Lucarelli, il tesoriere Paolo Mainiero e il revisore dei conti Francesco Marolda. La sede scomoda e soprattutto la crescita impetuosa del Covid 19 hanno spinto a restare a casa i pochi interessati a partecipare. E nel giro di un’ora, con la lettura della nota del tesoriere, della relazione del presidente del collegio

dei revisori, poche parole di Lucarelli e due interventi telegrafici, l’assemblea si è sciolta.
Nei bilanci presentati ci sono una serie di voci che

L'assemblea dell'Ordine campano alla sala Italia della Mostra d'Oltremare

meriterebbero chiarimenti e approfondimenti ma il gruppo che guida l’Ordine non è un sostenitore della trasparenza: le norme prevedono che i numeri del consuntivo e del preventivo vengano messi a disposizione di tutti gli iscritti almeno dieci giorni prima della data dell’assemblea ma chi prova a consultarli incontra una resistenza tenace. Tenendo conto che la legge istitutiva dell’Ordine ha cinquantasette anni con un piccolo sforzo si potrebbe anche arrivare alla ‘rivoluzione’ di mettere on line i bilanci un mese prima dell’assemblea. Se si tiene però conto che il sito dell’Ordine della Campania si apre con un titolo su “Mattarella Garante dell’informazione” con data 4 febbraio 2015, non c’è da essere ottimisti. E perché mettere in piazza i numeri del grasso bilancio dell’Ordine?
Ci sono infine da segnalare le due pagine del revisore Marolda che legge un intervento ‘politico’ con alcuni punti interessanti. “Per il terzo anno consecutivo – esordisce - chiudiamo il bilancio in attivo: siamo passati dai 21.133 euro del 2017 ai 271.667 del 2018 e ai 204.337 del 31 dicembre 2019. Un risultato raggiunto riducendo le morosità grazie soprattutto all’introduzione del Mav, il pagamento delle quote annuali attraverso un bollettino”.
Non glissa su un autentico bubbone del bilancio: un credito nel 2019 di 2.751.106 euro per morosità che risalgono agli anni precedenti, in gran parte inesigibili. Un bubbone sul quale propone di intervenire con l'incasso di quote arretrate, cancellando i morosi cronici ma soprattutto

Francesco Marolda, Paolo Mainiero e Ottavio Lucarelli

portando all’assemblea degli iscritti la proposta di “rinunciare al recupero” azzerando il credito.
Siamo un Ordine ricco – dice – con una cospicua liquidità:728.059,80

euro (depositati in tre istituti di credito: Banca nazionale del lavoro, Banca prossima, Banco posta, ndr). Liquidità che abbiamo il dovere di investire per migliorare già nel breve i servizi a vantaggio degli iscritti”. Avanza infine tre proposte: modernizzare gli uffici in sofferenza attraverso l’attuazione un nuovo programma di gestione dei dati; “accelerare le procedure per l’allargamento della pianta organica con l’assunzione di almeno un’altra unità”; “dotare l’Ordine regionale di una sede più prestigiosa e più rappresentativa del proprio ruolo”.