Giornalisti minacciati,
arriva il vice ministro

IL 5 FEBBRAIO verrà in Campania il vice ministro degli Interni Matteo Mauri. Sarà una visita in due tappe per incontrare i giornalisti vittime di minacce e di violenze e i vertici della Federazione nazionale della stampa (il presidente Giuseppe Giulietti) e del Sindacato regionale (il segretario Claudio Silvestri e il presidente Gerardo Ausiello): la prima a Caserta alle 10,30 alla redazione del Mattino cui prenderà parte anche il direttore Federico Monga; la seconda a Napoli alle 15,30 nella sede del Sindacato unitario a vico Cappella Vecchia.
L’incontro in Terra di lavoro è un passaggio obbligato perché in questa provincia, a parte il caso ‘storico’ di Roberto Saviano, lavorano e operano quattro cronisti sotto scorta armata per le minacce subite dal

clan dei Casalesi: Rosaria Capacchione, Mario De Michele, Sandro Ruotolo, Marilena Natale. E altri dieci sono seguiti dalla prefettura con forme diverse di ‘attenzione’.
Alla pattuglia dei giornalisti sotto vigilanza si è aggiunto il

Sacha Biazzo, Daniele Bonistalli, Barbara Ciarcia
Antonio Crispino, Francesca Mari e Pino Neri

22 gennaio, per decisione del prefetto di Salerno Francesco Russo, il giornalista di Camerota Vincenzo Rubano vittima di ripetute minacce.
Ma le aggressioni e le violenze contro gli operatori dell’informazione in Campania si vanno moltiplicando e sono decine i giornalisti 'minacciati' che vengono citati in un primo provvisorio report stilato dal Sugc, il sindacato unitario dei giornalisti campani sui fatti accaduti negli ultimi tredici mesi. Qualche nome, oltre i già citati: Nadia Verdile, Giancarlo Izzo, Francesca Piccolo, Pierpaolo Petino, Alessandro Jovane, Nicola Baldieri, Francesca Mari, Mimmo Rubio, Sonia Sodano, Daniele Bonistalli, Pino Neri, Raffaele De Lucia, Nello Trocchia, Giampiero De Luca, Barbara Carcia, Sasha Biazzo, Cristina Liguori, Antonio Crispino, Luciana Esposito.
In Campania il mondo dell’informazione – osservano i vertici del sindacato regionale dei giornalisti – vive momenti di grandissima difficoltà. Da sempre i clan hanno cercato di condizionare pesantemente i media, dall’omicidio di Giancarlo Siani alle minacce in aula a Saviano e Capacchione fino ai colpi di pistola sparati di recente. Accanto alle ‘attenzioni’ della malavita registriamo oggi anche un lavoro di costante delegittimazione e discredito nei confronti dei cronisti portato avanti da una parte delle forze politiche e da alcuni rappresentanti delle istituzioni. Basti ricordare gli attacchi ad alzo zero di due anni fa contro i media di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista con la lista di proscrizione dei giornalisti nemici. Così si crea un clima di ostilità e ti ritrovi (vedi report) con l’aggressione al cronista da parte del figlio del sindaco o con l’intimidazione del vigile urbano che ti identifica e ti invita ad allontanarti dal luogo dove stai lavorando”.