Accordo al Mattino: 19
giorni di cig in due anni

A VENTIQUATTRO ore dalla scadenza dell’accordo biennale sulla ‘solidarietà’ i dirigenti del Mattino e i giornalisti di via Chiatamone hanno raggiunto un’intesa sullo stato di crisi per il prossimo biennio: i redattori faranno 19 giorni di cassa integrazione, di cui otto nel 2017, dieci nel 2018 e uno nel primo trimestre del 2019. L’obiettivo è continuare a tagliare i costi dal lavoro dal momento che l’azienda di Caltagirone prevede “una perdita per il 2016 di 4,1 milioni di euro che porta la perdita complessiva nel solo triennio 2015-2017 a oltre 10 milioni di euro”.
Secondo l’accordo stipulato due anni fa dal primo aprile sarebbero dovuti

scattare diciannove prepensionamenti, ma non ci sono fondi disponibili ed è stato necessario ripiegare sulla cassa integrazione.
Il 30 marzo a Roma, nella sede della Federazione della stampa, l’azienda si è

Gerardo Ausiello e Luigi Roano

presentata con la richiesta di due giorni di cig al mese per ogni redattore ma dopo cinque ore di limature si è trovato un accordo per meno di un giorno al mese (per la precisione, la media mensile è l' 80 per cento di una giornata). Per il confronto sono scese in campo due formazioni numericamente molto sbilanciate. Affollata la squadra dei giornalisti che schieravano il comitato di redazione (Gerardo Ausiello, Marisa la Penna, Luigi Roano e, per le sedi distaccate, Petronilla Carillo), il segretario del sindacato campano Claudio Silvestri e per la Fnsi il segretario Raffaele Lorusso (convocato in extremis per un piccolo infortunio ‘ferroviario’ del responsabile del dipartimento sindacale Guido Besana), l’avvocato Giuseppe Catelli e il dirigente Giampaolo Gozzi. Per il Mattino, che con l’intera Caltagirone Editore da un anno ha lasciato la Federazione editori, un tandem anomalo: il settantaduenne Massimo Garzilli, da nove anni in pensione, e il capo del personale Giovanni Santorelli, che dalla primavera 2016 non è più dipendente del Mattino spa, ma di una controllata del gruppo, la Servizi Italia 15.
La perdita della giornata di lavoro sarà in parte compensata dai 47 euro che verranno versati dall’Inpgi, senza contare che i giorni di cig potrebbero ridursi se ci saranno redattori che andranno via durante il prossimo biennio, anche se il taglio della cassa comincerà dalla terza uscita in avanti.
Va anche evidenziato che nelle due pagine dell’allegato aziendale vengono

Federico Monga

piantati due paletti. Il primo riguarda la foliazione che, se necessario, “potrà essere ridotta a 44 pagine invernali e 40 estive” a partire dal prossimo primo luglio. Il secondo è centrato sulla dichiarazione dell’azienda che ribadisce la “centralità della redazione” di cui “riconosce le competenze professionali”, una dichiarazione finalizzata a ricordare di non abusare, come sta facendo ormai da tempo il direttore Barbano, nell’utilizzo dei

collaboratori. E a proposito di Barbano c’è un passaggio del testo firmato in Federazione che ha particolarmente infastidito alcuni dei giornalisti: “la cigs sarà attuata a rotazione ex articolo 1 del contratto nazionale di lavoro con l’esclusione della Direzione”. Durissimo il commento di uno dei senatori del giornale: “hanno fatto insieme a noi la ‘solidarietà’ ma ora Barbano e il vice direttore Monga si tirano fuori dalla cassa integrazione, una scelta che trovo meschina da un punto di vista economico e politico”.