Il questore Giuliano
fermo a Gutenberg

CI SONO INDAGINI in corso”. Così sempre più spesso i cronisti si sentono rispondere dagli addetti all’ufficio stampa della Questura di Napoli, guidato da Magdala D’Istria, diventato ormai evanescente dall’arrivo dell’attuale numero uno di via Medina, Alessandro Giuliano. È stato così anche per la morte del diciottenne di Pianura Francesco Pio Maimone, ucciso nella notte tra il 18 ed il 19 marzo. Informazioni con il

contagocce, risposte burocratiche, collaborazione zero. Ai giornalisti vengono negate anche informazioni essenziali, che non interferiscono con le indagini, e che il pubblico, per il quale la stampa lavora, ha il diritto di conoscere. Ma il black-out informativo sull’omicidio di Mergellina è solo l’ultimo episodio di una comunicazione reticente e male organizzata.
La Questura non utilizza ancora

Alessandro Giuliano

Whatsapp, o altri sistemi di messaggistica istantanea, per diramare i comunicati e le informazioni di servizio ai cronisti. Le conferenze stampa in Questura sono rare e quasi sempre a scopo autocelebrativo. Come quella prima della partita Italia-Inghilterra, giocata a Fuorigrotta, nella quale è stato assicurato ai giornalisti che tutto era “sotto controllo”quanto ai supporters britannici in arrivo a Napoli. Molto diversa è stata la comunicazione in occasione dei disordini provocati dai tifosi dell’Eintracht prima dell’ultima gara del Napoli in Champions League. In quel caso sotto controllo non c’è stato quasi niente.
Se la Polizia comunica poco e male, il comando provinciale della Guardia di finanza di Napoli, affidato a Paolo Borrelli, marcia all’indietro come il gambero. Le Fiamme gialle Whatsapp avevano cominciato a usarlo. Certo, con foto e video rituali di auto del 117 a lampeggianti accesi, sempre uguali, e di finanzieri con paletta in pugno. Ma sempre meglio di niente. Da luglio, però, il Gruppo Whatsapp dei cronisti è stato abbandonato. “Non abbiamo una nostra chat”, ha risposto laconicamente un finanziere alla richiesta di una giornalista.
Restano i carabinieri, il cui comandante provinciale è Enrico Scandone.

Paolo Borrelli e Enrico Scandone

A parte l’incipit francamente insopportabile delle veline:“per delega del Procuratore Distrettuale ff”, o di qualche altro procuratore, che richiama le costituzioni octroyées calate

dall’alto, dopo un periodo di rodaggio – anche qui a base di auto a lampeggianti accesi – i militari assicurano, anche con la messaggistica istantanea, un flusso costante di notizie, compresi festivi e notti, che li rende interlocutori affidabili e collaborativi. L’era della comunicazione digitale per loro è cominciata. La Guardia di Finanza ancora si interroga se è vero. Quanto alla Polizia, è ferma all’invenzione della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg. Era l’anno di Grazia 1455.
Jean de Joinville