Casa per Saviano a Palazzo reale

Procede, con encomiabile caparbietà, il progetto di riforma della lingua italiana avviato dal Corriere del Mezzogiorno, testata che da anni si è candidata autorevolmente ad essere lo specchio dell’intelighentia più illuminata del Mezzogiorno (da cui la testata).
Dal direttore Demarco al centralinista, di cui ci duole ignorare il nome, il chiodo fisso è uno solo: mandare definitivamente alla demolizione  Fernando Palazzi e i suoi compari. Il Cormezz, dunque, porta avanti la missione. E si affida alle sue firme di punta per convincere i lettori più recalcitranti.
Lo fa anche il 15 ottobre con un articolo in prima pagina che affronta il tema del giorno: un’abitazione per Roberto Saviano. Lo scrittore di Gomorra cerca casa, ed il suo è un caso. Il titolo dell’editoriale è un pregevole, e riuscitissimo, tentativo di sintesi: Un casa per Saviano. Eccellente sintesi di due titoli in uno. Non stiamo a pettinare le bambole. Salvatore Quasimodo non avrebbe saputo fare di meglio, lui che per dire che l’uomo è solo ha avuto bisogno di fare un titolo a tre righe. L’editoriale porta la firma di Francesco Durante, capo redattore del Cormezz e, presumiamo, responsabile del controllo qualità della prima pagina, ma impegnato comprensibilmente in altre faccende al momento del controllo: c’è il problema Saviano da risolvere in fretta. Molte le proposte elaborate dall’intellettuale anacaprese doc. Fra tutte quella di concedere a Saviano, in comodato d’uso, Palazzo San Giacomo (300 camere e servizi) oppure il più funzionale Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, che potrebbe finalmente abbandonare un nome obsoleto, che ormai più nessuno ricorda per quale motivo gli sia stato dato, a vantaggio di un più attuale Piazza del Martire. Per gli oneri accessori (guardiania, giardinaggio) ci si può agevolmente accordare con una sorta di gentlemen’s agreement.
Lanciata la stimolante provocazione, Durante e gli altri si sono messi alla finestra, pronti a registrare le monumentali opinioni della Napoli più illuminata. E il sequel non si è fatto attendere: l’indomani  /”Caro Saviano, resta qui/ Napoli saprà amarti) prendono posizione gli uomini da terza pagina, da Nicola Spinosa a Eduardo Cicelyn e a Peppe Morra. Una cosa follemente sensata la dice l'avvocato Gerardo Marotta: “Potrebbe andare a dormire nella caserma San Potito”.
Già: a pensarci, anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino salutarono parenti e amici e scelsero, per pensare alla mafia, la serena tranquillità di una clausura totale fatta di caserme, penitenziari dismessi e partite a scopa con i carabinieri (il burraco non era ancora diventato di moda).
Intanto Antonio Bassolino (chissà che emozione quando ha letto nell’editoriale: “Anche il presidente Bassolino appena minacciato di morte”, e ha detto alla moglie: “Annamaria, tu non ci credevi,ma sono ancora io il presidente, lo dice Durante”) è stato notato a Caserta, tra i viali del parco della reggia, munito di metro flessibile e in compagnia di un paio di geometri. Sono mille e duecento stanze, e ci sta facendo un pensierino.

Masino Pavese


Post scriptum. Qui nel condomino si litiga ogni giorno per il posto auto. Noi abbiamo trovato due gomme bucate: e il messaggio ci sembra inequivocabile. Sapete cosa ha deciso di farsene di Villa Rosbery Giorgio Napolitano?


(*) Da www.nonsolobiografie.it
 
Francesco Durante
Nicola Spinosa
Eduardo Cicelyn
Gerardo Marotta
Giovanni Falcone (*)
Annamaria Carloni
Giorgio Napolitano