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          Papere e papaveri 
            di Josef K. Byte | 
         
        
          
             
           | 
         
       
      
         
          | ESECUZIONE | 
         
         
           
             
           | 
         
         
          | Ci sono parole di ferro e parole di legno. 
            Le prime passano indenni attraverso l'uso comune, e il loro peso le 
            àncora sul fondo del proprio significato. Le altre, quelle 
            di legno, non c'è come trattenerle: vengono sempre e comunque 
            a galla. Il 20 settembre una delle pagine di cronaca del Mattino, 
            settore curato da Claudio Scamardella con i vice Giampaolo 
            Longo e Carlo Nicotera, si apre con questo titolo: "Investe 
            bambino di 6 anni / Linciato dai familiari". Che assurda doppia 
            tragedia, abbiamo pensato dopo aver consultato lo Zingarelli: "linciare. 
            Dal nome del capitano americano William Lynch (1742-1820) che 
            fece approvare una legge per l'esecuzione sommaria: uccidere per linciaggio". 
            E "linciaggio", parola di legno, è una  | 
         
         
           
            
               
                | "esecuzione sommaria 
                  non preceduta da regolare processo". Nel dubbio, abbiamo 
                  guardato anche sul Devoto-Oli: "uccidere a furor di popolo". 
                  Ma nell'articolo di Paola Perez si legge che l'investitore 
                  è stato "aggredito dai familiari 
                  della vittima
 sottratto al linciaggio grazie al  | 
                  
                  Gianni Ambrosino e Giampaolo Longo | 
               
             
           | 
         
         
          | tempestivo intervento della polizia
 
            nulla di grave, lievi ferite e contusioni al volto, guarirà 
            in una settimana". Insomma, si è beccato un paio di pugni, 
            ed è stato sottratto al linciaggio: altro che "ucciso", 
            altro che "esecuzione sommaria". Sentiamo già l'obiezione: 
            che pignoleria! Oggi "linciare" si usa anche per uno sputo 
            in faccia! Non è così: ormai lo Zingarelli riporta parole 
            come "chattare" e "veline" (nell'accezione degli 
            spettacoli tv), e avrebbe registrato questo smussamento del significato. 
            Ma ai redattori capo (il responsabile Antonello Velardi, il 
            vicario Sergio Troise, Gianni Ambrosino, Massimo 
            Baldari, Armando Borriello) il sangue di quel povero bambino 
            non dev'essere sembrato sufficiente a far notizia: e così, 
            il titolo in prima pagina è un asciutto "Travolge con 
            l'auto un bimbo: linciato". E talmente efferati devono essere 
            stati gli schiaffoni, che relegato nel catenaccio di quel titolo si 
            legge "Esecuzione di camorra a Caivano: spari tra la folla, pensionato 
            colpito per errore". Come a rimarcare la scala di valori tra 
            una zuffa e una sparatoria, un cazzotto e un omicidio, il Mattino 
            e un giornale. | 
         
         
          |   | 
         
         
          | LA NERA | 
         
         
           
             
           | 
         
         
          | A questo tipo di priorità è 
            attento anche il Corriere del Mezzogiorno, che quel 20 settembre si 
            occupa a malincuore dell'agguato di Caivano. A malincuore perché 
            il direttore Marco Demarco in proposito ha le idee chiare: 
            se su un fatto di cronaca non si può  | 
         
         
           
            
               
                |  
                     
                    Marco Demarco 
                 | 
                 sentire 
                  l'opinione di una esperta di fitness, di un gagà del 
                  sabato sera e del coiffeur delle mogli dei vip, non c'è 
                  sfizio. In prima pagina compare un boxino di difficile decifrazione: 
                  "Caivano / Agguato di camorra in centro, ferito". 
                  Per la verità, c'è anche un morto, ma trattandosi 
                  di un pregiudicato, estraneo alla movida, può anche passare 
                  in secondo piano. Come, all'interno, nel titolo dell'articolo 
                  di Titti Beneduce: "Raid al bar, anziano ferito 
                  per errore / Caivano, agguato  | 
               
             
           | 
         
         
          |  vicino alla chiesa: ucciso un pregiudicato, 
            un altro finisce in ospedale". L'unico dubbio, vista la filosofia 
            del giornale, è se a scandalizzarli sia stata la sorte del 
            pensionato o il fatto che l'agguato sia avvenuto in un bar. | 
         
         
          |   | 
         
         
          | GELIDO | 
         
         
           
             
           | 
         
         
          | Il dramma dello stadio Partenio di Avellino, 
            dove prima del derby col Napoli si sono scatenati incidenti di inaudita 
            violenza e il giovane Sergio Ercolano è morto cadendo 
            da una tettoia, ha gettato nel caos anche i giornalisti del Mattino. 
            Nella prima edizione del 22 settembre, a pagina 2, compare un titolo 
            che non ci saremmo aspettati neanche in un tema di terza elementare: 
            "Lo gelo di Zeman: 'Perché scavalcava? Io non ho 
            parole per quel ragazzo'". Come al solito,  | 
         
         
           
            
               
                | l'allenatore boemo riesce 
                  sempre a dire qualcosa fuori dal coro: che dev'essere sembrato 
                  così stonato (e forse non lo era) da trasformare la reazione 
                  di Zeman in qualcosa a metà tra "il gelo" emotivo 
                  e "lo zelo" anticonformista: lo gelo. Nelle edizioni 
                  successive, si accorgono del  | 
                  
                  Mario Orfeo e Zdenek Zeman | 
               
             
           | 
         
         
          |  paperone ma non sono così sicuri 
            che si dica "il gelo": e lo correggono mettendosi le spalle 
            al sicuro con "Gelido Zeman". Povero Mario Orfeo, 
            che in un prontuario distribuito poco dopo essere diventato direttore 
            dettava regole su maiuscole e minuscole, virgole e due punti: alla 
            prossima riunione di redazione assegnerà a tutti, caporedattori 
            in testa, un paio di pagine di aste. | 
         
         
          |   | 
         
         
          | CREATIVI | 
         
         
           
             
           | 
         
         
          | Più 
            frizzanti, e sempre il 22 settembre, al CorrierEconomia, il supplemento 
            del lunedì del Corriere del Mezzogiorno: in prima pagina, l'articolo 
            di fondo del responsabile Paolo Grassi è intitolato 
            "Finananza creativa": e creativa, a cominciare dalla parola 
            stessa, lo è senz'altro. | 
         
         
          |   | 
         
         
          | USCITA | 
         
         
           
             
           | 
         
         
          | Sui quotidiani 
            del 23 settembre si dà notizia dell'arresto di un imprenditore 
            napoletano, che per gelosia ha strangolato la moglie. A corredo del 
            pezzo di Irene De Arcangelis, Repubblica Napoli pubblica un'immagine 
            con questa didascalia: "L'arresto di Eduardo  | 
         
         
           
            
               
                |  
                     
                    Gimmo Cuomo e Irene De Arcangelis 
                 | 
                 Fernandes. 
                  Un agente gli copre il volto". Il punto non è che 
                  si tratta di un carabiniere e non di un agente, ma che dell'omicida 
                  non si vede praticamente nulla: mentre il militare è 
                  al centro della foto, e potrebbe persino essere scambiato, a 
                  una lettura distratta, per l'assassino. Equivoco in cui  | 
               
             
           | 
         
         
          |  cade in 
            pieno il Corriere del Mezzogiorno: nella foto che accompagna l'articolo 
            di Gimmo Cuomo c'è un primo piano del carabiniere, e 
            la didascalia racconta "L'uscita dell'uxoricida dalla caserma 
            Pastrengo di Napoli". Una fotografia vale più di mille 
            parole, ma a volte dice le parole sbagliate. | 
         
         
          |   | 
         
         
          | ASTENUTI | 
         
         
           
             
           | 
         
         
          | Il Consiglio 
            superiore della magistratura ha deciso: il procuratore capo di Napoli 
            Agostino Cordova va trasferito per "incompatibilità 
             | 
         
         
           
            
               
                | ambientale e funzionale". 
                  Netto il risultato del voto: 20 sì, un solo no, tre astenuti. 
                  Il 25 settembre Repubblica Napoli ne riferisce con grande rilievo; 
                  all'articolo di Giovanni Marino affianca una puntuale 
                  tabella con i nomi dei votanti e la loro appartenenza di corrente 
                  o partito, suddivisi tra favorevoli e contrari al trasferimento. 
                  Ci sono anche i tre astenuti, ma, forse per solidarietà, 
                  si astiene anche il desk: che impagina sì il colonnino, 
                  ma quando si accorge che è troppo lungo  | 
                  
                   Agostino Cordova | 
               
             
           | 
         
         
          |  non si fa 
            scrupolo di tagliarlo dove capita; si legge solo un nome e si intravede 
            la parte superiore del secondo. Un altro caso di incompatibilità 
            funzionale. | 
         
         
          |   | 
         
         
          | PROPOSTA | 
         
         
           
             
           | 
         
         
          | Ci rendiamo 
            conto che il Mattino si consideri un grande giornale, ma a volte esagera. 
            Il 24 settembre, nelle pagine interne, c'è un articolo di Fabio 
            Scandone intitolato "Malore per il Papa, oggi salta  | 
         
        
          
            
               
                |  
                     
                    Giovanni Paolo II 
                 | 
                 l'udienza", 
                  che inizia così: "L'annuncio a notte inoltrata". 
                  È tardi, dunque, ma il fatto che Giovanni Paolo II 
                  stia male merita un richiamo in prima: l'unico spazio disponibile, 
                  un boxino con la testatina "La proposta". Non sapremo 
                  mai qual era la proposta originaria, ma fatto sta che, col sonno 
                  che incombe, dimenticano di cambiare la scritta; e il titoletto 
                  "Per  | 
               
             
           | 
         
         
          |  il Papa 
            niente udienza" diventa di fatto una proposta del Mattino. Sarà 
            per tanta autorevolezza anche nelle più alte sfere ecclesiastiche, 
            ma abbiamo visto diversi lettori farsi le croci.  | 
         
         
            | 
         
       
     |