Ansa, la lettera
di Dente al cdr

Al Comitato di Redazione dell’ Ansa
cdr@ansa.it

da: Maurizio Dente
mauriziodente@libero.it

1- PREMESSA

Lavoro ad Ansa - Napoli dal 1986. Per 15 anni circa, fino al 2000 la mia carriera è stata soddisfacente e ricca di riconoscimenti. A titolo di esempio: ho lavorato alla sede di Parigi, sono stati inviato piu’ volte all’estero, ho coperto il G7 del 1994, le attività del Comando Nato Afsouth durante la guerra del Kosovo, l’Authority TLC per oltre tre anni.
Nel novembre 2000 fui eletto a larga maggioranza fiduciario di redazione. In questa veste sono stato costretto a sollevare più volte obiezioni e critiche ad una serie di situazioni irregolari presenti nella redazione di Napoli, scontrandomi con l’allora caposervizio aggiunto Carlo Gambalonga, attualmente vicedirettore.
Le critiche riguardavano essenzialmente la commistione di interessi personali con il lavoro giornalistico, la costituzione di società finalizzate alla realizzazione di uffici stampa, l’uso del notiziario Ansa per motivi privati e lo svolgimento di uffici stampa per conto terzi.
Tali situazioni hanno avuto rilievo sui mediae sono state oggetto di commenti negativi per l’immagine dell’Ansa. Esse continuano a protrarsi.
Di recente è stato pubblicato da più organi di informazione che due giornalisti di Ansa-Napoli hanno percepito oltre 28 mila euro per ‘’consulenze’’ dal Commissariato straordinario rifiuti della Regione Campania.
Sono stato più volte avvertito che le critiche da me rivolte mi avrebbero provocato problemi. Poi, dal 2002, ho cominciato a subire una serie di ritorsioni, mortificazioni professionali ed intimidazioni, tutte documentabili.
Dal maggio 2002 sono stato bersagliato a ripetizione da una serie di procedimenti disciplinari, lettere di contestazione, ed avvertimenti in un clima di crescente ostilità animato principalmente da Gambalonga.


2- SVILUPPI

Sono stato sanzionato due volte con l’ammonizione scritta, nonostante tutti gli elementi di fatto addotti a dimostrazione della correttezza dei miei comportamenti e dell’assenza di danno procurato all’Azienda.
La seconda ammonizione (giugno 2005) mi è stata inflitta per aver ‘’gettato con stizza un foglio’’ e per non aver ‘’prodotto notizie’’ nell’arco di 45’ circa, dopo che mi era stato comunicato di dover seguire un’importante manifestazione sul referendum per la procreazione assistita e mentre mi documentavo quindi con il Dea e la lettura dei giornali sull’argomento.
Dal maggio 2002 ad oggi sono stato bersagliato con sei procedimenti disciplinari, due dei quali ancora aperti.
In seguito all’ultima ammonizione, del tutto ingiusta, sono stato costretto ad avviare la procedura di conciliazione per mobbing (novembre 2005).
In risposta, a procedura per mobbing aperta, ho subito tra il 27.12.2005 ed il 3.1.2006 (mentre mi trovavo in ferie) altre due contestazioni disciplinari infondate e strumentali, che possono spiegarsi solo come una ritorsione.
Nella prima mi si accusa, a tre mesi di distanza dai fatti, di non aver trasmesso una‘’intervista’’ ad un assessore regionale. Tale intervista non è mai esistita.Il testo in questione era solo un comunicato, scartato dal sottoscritto sulla base di una valutazione professionale della quale confermo la validità, perché contenente errori e non verificabile nei contenuti.
Nella seconda contestazione, basata addirittura su elementi di fatto errati, come la data degli episodi contestati e l’orario di svolgimento degli stessi,mi si accusa di non aver trasmesso tabellino e cronaca della partita Avellino-Ternana. Tale pezzo è stato inviato dal corrispondente di zona non con il software interno come da prassi, ma via e-mail e solo 8’ prima della fine del mio turno di lavoro e della chiusura della redazione. La procedura anomala avrebbe richiesto almeno una telefonata ed il sottoscritto, che aveva lavorato in esterno prima di finire il turno in redazione, non ha ricevuto stranamente alcun avviso sull’arrivo del pezzo dai capiservizio. La partita è andata comunque in rete, anche se con un leggero ritardo.


3 - CONCLUSIONE

L’inconsistenza delle nuove accuse che mi sono rivolte e la documentazione della quale sono in possesso porterebbero al riconoscimento della correttezza del mio comportamento davanti a giudici terzi ed imparziali. Al contrario i precedenti lasciano prevedere nuove ed ingiuste sanzioni nei miei confronti.
Nei precedenti procedimenti disciplinari, infatti, a nulla sono servite prove, testimonianze e documentazione esibite.
Le audizioni previste dalla legge 300/1970 nell’ambito dei procedimenti disciplinari, svoltesi tutte alla presenza di Gambalonga in rappresentanza della parte giornalistica, sono state un momento puramente formale. Le giustificazioni da me presentate non sono state neanche prese in considerazione. I relativi provvedimenti disciplinari sono stati adottati senza specifica di motivazione.
-Richiamo l’attenzione del Cdr sul fatto che al di là della mia persona esiste, a fronte di questi episodi, un problema generale delle contestazioni disciplinari e delle modalità di svolgimento dei procedimenti . All’Ansa non esiste una Commissione di disciplina, non c’è possibilità di appello per i provvedimenti disciplinari, non esiste motivazione dei provvedimenti stessi. A chi viene sanzionato non resta altra strada che quella di rivolgersi alla magistratura.
Quanto ho esposto sinteticamente chiama in causa la rappresentanza sindacale dell’ Ansa.
Al Comitato di redazione chiedo una tutela forte ed adeguata alla gravità della situazione.
Da parte mia mi assumo la responsabilità di quanto affermo, che sono pronto a documentare.
Ribadisco di non essere in contrasto con l’Azienda, alla quale ho dato e continuo a dare il mio impegno professionale da 20 anni. Subisco inaccettabili ritorsioni ed intimidazioni solo per aver sollevato dei problemi reali nell’ interesse dell’ Ansa stessa e dei tanti che vi lavorano onestamente e con professionalità .

27.1.2006

Maurizio Dente
giornalista di Ansa-Napoli