C’è la febbre del sabato sera e il 19 gennaio Antonello Perillo, su facebook, fa valere il peso del proprio carisma di capo redattore Rai e consigliere dell’Ordine dei giornalisti oltre che di esperto di musica e suggerisce come passare la serata con una scelta di classe: Un consiglio a chi (come me) ama la vera Musica Napoletana. Questa sera alle 21 e domani alle 18 al Sannazzaro in concerto il grande Pino De Maio.
E noi, sarà per via dell’artrite senile, ci commuoviamo perché ci ritorna in mente Guido. Che era un essere mitologico, per metà uomo e per metà sedia sgangherata, custode (con rigoroso berretto di ordinanza) del nostro liceo, baffetti hitleriani ma tutto tranne che un’indole nazista, che ci vide entrare ragazzini sbarbatelli e per cinque anni finse di sequestrarci implacabile il Supersantos con cui giocavamo sotto le finestre della prima B. Infine, conquistata a dispetto di ogni pronostico la maturità, lui vide quei ragazzi andar via con l’incoscienza dei diciotto anni e a noi parve che avesse gli occhi lucidi e un pallone sotto il braccio. Ma tutto ciò succedeva dopo: il nostro primo impatto con Guido fu quando ci fermò sulle scale d’ingresso, il primo giorno di scuola, e ci informò minaccioso: Questo liceo si chiama Sannazaro, con una zeta. Ricordatevelo.
Ora la domanda è: Perillo avrà conosciuto Guido? Non è obbligatorio, certo, sapere chi era Jacopo Sannazaro, o avere letto l’Arcadia, ma obbligatorio dovrebbe essere (per uno come Perillo, leader della movida del sabato sera) conoscere i nomi dei teatri napoletani. Come quello dove si è esibito De Maio e che è in via Chiaia, a pochi metri peraltro dalla sede dell’Ordine dei giornalisti. Quel teatro, dove recitarono i fratelli De Filippo, si chiama Sannazaro, tornato negli anni agli antichi splendori grazie a Luisa Conte e Nino Taranto.
Evidentemente Antonello non lo conosce. Forse, invece, durante la movida va a sgranocchiare i leggendari taralli nzogna, pepe e mandorle in uno dei localini che si affacciano sulla piazza prospiciente la Galleria di Posillipo, nota come Laziale. Lì c’è un’insegna, piazza Sannazzaro, che il comune di Napoli non ha mai corretto, perché nessun funzionario si è mai consultato con Guido. |