Il precetto evangelico

Il 15 giugno la Chiesa ricorda la pastorella francese Germana Cousin. Che era storpia e rachitica, certo, tanto che il padre la mise a pascolare le pecore per nasconderla agli occhi del mondo, ma era pur sempre di sesso femminile. Fu poi canonizzata e divenne santa Germana. E non San Germana, come scrive sul Cormezz a pagina 5 Gianluca Abate nel suo pezzo nostalgico del 16 giugno, quando rievoca l’arresto di Francesco Schiavone detto Sandokan (avvenuto nel luglio del 1998). Il corsivo viene scritto in occasione della cattura di Nicola Schiavone, preso appunto all’alba del 15 giugno, giorno di San Germana, protettrice degli albergatori di Pozzuoli. Il pezzo si intitola suggestivamente Nel nome del padre, in sintonia con quanto scrivono correttamente nella stessa pagina Titti Beneduce e Marilena Mincione, che nell’incipit del loro articolo parlano di boss sanguinario, primogenito di Sandokan. Ma ubbidiente al precetto evangelico il quale raccomanda che non sappia la mano destra ciò che fa la sinistra, anche la prima pagina del Cormezz, affidata al controllo del direttore Marco Demarco e del redattore capo Francesco Durante che hanno ben altri grattacapi che non le parentele malavitose, nel titolo di spalla comunica che è finito in galera il nipote di Sandokan, anche per non scadere nel becero qualunquismo che vuole che le colpe dei padri ricadano sempre sui figli. Quindi il lettore del Cormezz apprende che in un sol giorno sono stati ammanettati il primogenito di Sandokan e il nipote, forse un figlio adottivo del fedele Yanez de Gomera.
Abate può volare con le ali di una nostalgia canaglia e ricordare l’adrenalina di un afoso pomeriggio estivo di dodici anni fa, quando ebbe modo di vedere in via Pontano il boss in manette tra gli uomini della Dia allora capeggiati da Guido Longo, lo stesso che ora, da questore di Caserta, ha preso il figlio-nipote di Schiavone. Ma la settimana che va dal 14 al 20 giugno, con il primo caldo torrido, è stata pirotecnica nella redazione del Cormezz, dove non si decidono a mettere i condizionatori e i redattori finiscono per avere miraggi e appannamenti. Così succede che Anna Paola Merone, cronista di costume e di bon ton, preannuncia il gay pride di Napoli per il 26 luglio: una sua personale iniziativa per far capire chi determina sapientemente gusti e calendari in questa città, una contromanifestazione da opporre a quella ufficiale, stabilita per il 26 giugno. Invece nelle pagine dello sport la responsabile Monica Scozzafava è alle prese con i giocatori del Napoli in Sudafrica con Lippi (il box è firmato Dino Manganiello). E appare l’immagine di Morgan De Sanctis che cambia identità e nella didascalia diventa Christian Maggio. In attesa dei condizionatori è partita una colletta per i ventilatori.

Puccio Gamma

 

Gianluca Abate

Francesco Schiavone
Guido Longo
Anna Paola Merone
Monica Scozzafava