Anche Calenda è capo servizio

Con la proposta di riorganizzazione dell’informazione Rai “è probabile che diminuisca il numero di graduati. Il Corriere della sera citava dati divulgati dal deputato Michele Anzaldi. Secondo lui il rapporto tra graduati e redattori semplici era due e mezzo a uno. Si tratta di numeri sbagliati, il rapporto è di uno a uno e lo considero già elevato, anche se non drammatico come ipotizzato”: l’intervista di Denise Pardo al direttore generale della Rai Luigi Gubitosi pubblicata il 23 luglio dall’Espresso ha fatto rumore alla redazione partenopea perché a Fuorigrotta il rapporto tra soldati semplici e ufficiali è di 1,3 (19 con i gradi e 25 senza), largamente al di sotto della media nazionale.
Allora, anche se viviamo tempi di spending review, il redattore capo centrale Antonello Perillo, poco presente nella vita quotidiana di via Marconi ma molto attento ai problemi dei suoi uomini, è subito intervenuto per far recuperare alla Campania una parte del gap che registra rispetto alla media nazionale. E poco importa che ogni promozione è un costo per l’azienda e che un altro graduato non serva a niente.
Il 28 luglio il comitato di redazione (Fabrizio Cappella, Enrico Deuringer e Gianni Occhiello) ha affisso in bacheca un comunicato con la notizia della promozione a capo servizio di Massimo Calenda annunciata da Perillo e operativa dal primo agosto. Con Calenda i graduati salgono a venti, i redattori calano a ventiquattro e il rapporto scende a 1,2. Ora basterà regalare altre due promozioni, tanto è 'servizio pubblico' e paga Pantalone, e il rapporto uno a uno è raggiunto.
Qualche notizia su Calenda. Nell’autunno del 2011 i quotidiani pubblicano le intercettazioni delle telefonate del faccendiere Valter Lavitola, assiduo frequentatore della corte di Silvio Berlusconi, con l’allora direttore generale della Rai Mauro Masi. Tra le varie operazioni che tratta con Masi c’è il cambio ai vertici della redazione Rai di Napoli e il candidato di Lavitola è il redattore ordinario Massimo Calenda che quindi per conquistare la poltrona dovrebbe incassare in un sol colpo cinque promozioni. Per convincere il direttore generale che sembra recalcitrante Lavitola usa argomentazioni forti: “fai conto che è un mio compagno di scuola (anche se il ‘raccomandato’ è nato nel luglio del’63 e il faccendiere nel giugno del 1966, ndr); “è uno che sta lì (in Rai, ndr) da una vita” (notizia non vera perché l’assunzione con contratto a tempo indeterminato risale a cinque anni prima, ndr); ha il sostegno di tutti i dirigenti regionali del centro destra, “da Bocchino a me a Forza Italia”. Poi, come è noto, Masi è saltato e Lavitola è finito in galera.
In qualsiasi azienda editoriale, senza arrivare alla Bbc, il modello di Gubitosi, Calenda non avrebbe continuato a occuparsi della politica, ma sarebbe stato spostato, ad esempio, alla cronaca bianca, alla nera o allo sport, è stato invece confermato nell’incarico e ora promosso.
Martin Beck
(*) Da www.dagospia.com
 
Denise Pardo (*)
Antonello Perillo
Massimo Calenda
Valter Lavitola (*)
Mauro Masi (*)
Italo Bocchino